Cosa dice il rapporto di S&P Global Ratings sulle conseguenze economiche del caro energia in Europa. Tra scelte da fare per la BCE e futuro
Le economie europee, importatrici nette di energia, si preparano ad un rallentamento con l’aumento dei prezzi del petrolio e del gas in risposta al conflitto Russia-Ucraina, dice un rapporto di S&P Global Ratings pubblicato oggi.
IL CARO ENERGIA DALLA CRISI UCRAINA
Il fronte energetico della crisi ucraina è fondamentale per le strategie del presente e del futuro di Stati Uniti e Unione Europea. Le scelte, obbligate, di sganciarsi dalla dipendenza russa vanno a copertura degli errori del decennio scorso. Ma fanno pensare, sotto certe prospettive, a clamorosi passi indietro rispetto ai piani di sostenibilità e transizione climatica approvati a fine 2021.
GLI EFFETTI ECONOMICI
Le conseguenze più dirette e immediate di questa fase delicata, che è di fatto un limbo tra passato e futuro, sono però economiche. Ad ammetterlo è lo stesso report di SP. “Il potere d’acquisto delle famiglie si indebolirà, con l’inflazione che dovrebbe raggiungere il 5% quest’anno e rimanere sopra il 2% nel 2023” dice il rapporto. “Grazie al forte slancio della ripresa e alle sufficienti riserve di liquidità, non ci aspettiamo una recessione per tutto l’anno, ma piuttosto un calo della crescita del PIL al 3,3% quest’anno contro il 4,4% precedente”, ha detto Marion Amiot, economista senior di S&P Global Ratings, nel rapporto “Economic Outlook Eurozone Q2 2022: Healthy But Facing Another Adverse Shock”.
LATO PETROLIO, COSA DICE LA BCE
La situazione lato petrolio è altrettanto instabile. Dopo gli aumenti di produzione confermati a più riprese da Opec nei mesi scorsi, la contingenza ucraina ha determinato nuovi shock sui prezzi. E l’effetto, dice il rapporto, sarà “più alto e più lungo”. Anche da qui passeranno rispettivamente i ribassi sulla crescita e i rialzi dell’inflazione, cui stanno lavorando le Banche centrali. Ma oltre a ciò si osserveranno altri tagli sul gas da parte dell’Ue. E anche qui le conseguenze economiche si faranno sentire, poiché “la BCE ritiene che un taglio del 10% della fornitura di gas potrebbe mettere in pericolo circa lo 0,7% del PIL della zona euro”.
LATO FAMIGLIE: IL CARO ENERGIA E I CONSUMI
Lato famiglie, torna il risparmio a dominare le scelte economiche. Certo, non come nel 2020 quando alle prime armi col Covid-19 il calo della fiducia era al doppio rispetto a quanto si raggiungerà ora.
LATO IMPRESE: LA CATENA DI APPROVVIGIONAMENTO
Lato imprese, infine, vi saranno sfide “acute” per quanto riguarda la catena di approvvigionamento. E quindi “interruzioni puntuali della produzione, soprattutto nelle piccole e medie imprese, con un rischio di effetti a catena, se i sostituti per le materie prime industriali e alimentari importate dalla Russia si rivelano difficili da trovare”.
IL FUTURO MONETARIO DELL’UNIONE
La conclusione di SP è quella di un aumento dell’inflazione. Anche da qui deve passare l’opera di normalizzazione monetaria della BCE. Crescita permettendo.