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Auto

Da Ford a Toyota, chi (ri)parte e chi sbanda con le auto EV

Dopo la falsa partenza con il suo primo veicolo elettrico, il bZ4X, ritirato dal commercio per problemi tecnici, Toyota riavvia la produzione; Ford è costretta ad alzare nuovamente il prezzo del suo pick up EV per l’inflazione

Storicamente, Ford ha saputo imporsi negli States grazie ai suoi pick-up, venduti soprattutto negli Stati centrali, in quell’America profonda nella quale i territori sono accidentati e aspri e la vita resta agra, come ai tempi della Frontiera. O almeno ci era riuscita fino allo scorso anno, quando, con GM, è stata superata dai veicoli Toyota: nel 2021, difatti, per la prima volta un marchio estero si è così imposto sui colossi statunitensi. Il marchio nipponico ha venduto nei 50 Stati 2,3 milioni di auto, mentre le vendite di General Motors, un tempo sul gradino più alto del podio, nel medesimo periodo sono calate del 13% a 2,2 milioni di unità.

Anche per questo (e per mettersi in scia a Tesla) Ford aveva deciso di accelerare con lo sviluppo di mezzi elettrici e il furgone F-150 Lightning Pro sarebbe dovuto diventare l’emblema della nuova era, sebbene ci siano numerose incognite circa la penetrazione dei mezzi a minor impatto tra chi vive ancora come i cow boy d’un tempo. Resta il fatto che, almeno per il 2023, il nuovo pick up EV sarà più che altro emblema della nuova crisi economica e dell’inflazione galoppante vissute anche negli States, che hanno spinto Ford a ritoccare il prezzo di listino di quasi l’11%.

Non una partenza in grande stile, insomma, per il modello elettrico che avrebbe dovuto spopolare negli USA. Soprattutto considerando che non è il primo rincaro e potrebbe nemmeno essere l’ultimo. Già in agosto, infatti, Ford aveva ritoccato all’insù i prezzi della linea F-150 Lightning con un aumenti tra 6.000 e 8.500 dollari a seconda della variante. Il modello Pro, il più economico, ha subito un rincaro di quasi il 18% rispetto al passato, a causa dell’impennata dei costi delle materie prime, come il litio utilizzato nelle batterie dei veicoli elettrici.

Ora, il prezzo del nuovo modello è stato fissato a 51.974 dollari rispetto ai precedenti 46.974 dollari, a causa dei “continui vincoli della catena di approvvigionamento, dell’aumento dei costi dei materiali e di altri fattori di mercato”, ha dichiarato un portavoce della Casa americana. Ford ha sottolineato che coloro che hanno già programmato il loro ordine, compresi i clienti commerciali e governativi, non saranno interessati dall’ultimo aumento.

Per una Casa automobilistica che sbanda sul fronte dell’elettrico ce ne è un’altra (guarda caso diretta rivale) che si appresta finalmente a partire: Toyota Motor Corp ha dichiarato che riavvierà la produzione del suo primo veicolo elettrico, il bZ4X, dopo aver risolto i potenziali problemi di sicurezza che avevano bloccato le vendite del nuovo modello a batteria per più di tre mesi.

Nelle passate settimane, infatti, il principale costruttore nipponico era stato costretto a ritirare momentaneamente dal commercio 2.700 SUV elettrici. Dato che si tratta della prima auto interamente elettrica del colosso giapponese, ciò aveva reso ancora più dirompente l’eco dell’inciampo. Tanto più che nei mesi passati la Casa era stata attaccata da alcune associazioni ambientaliste per essere passata con eccessiva calma dai modelli endotermici a quelli full electric (la risposta non si è fatta attendere: parlando agli investitori Toyota ha detto che le versioni ibride al momento sono la scelta ottimale in tutti quei Paesi nei quali l’infrastruttura per le auto EV non è sufficientemente sviluppata).

Per quanto riguarda il problema tecnico che aveva reso necessario il richiamo, secondo l’ente giapponese per la sicurezza nelle curve strette e a seguito di frenate improvvise si poteva verificare l’allentamento di un bullone del mozzo, aumentando il rischio che una ruota si staccasse dal veicolo. Dei 2.700 veicoli richiamati, 2.200 erano destinati al mercato europeo, 280 a quello del Nord America, 110 a quello giapponese e il resto ad altri paesi asiatici.

Ma adesso la produzione può ripartire. Poche ore fa la casa automobilistica nipponica ha dichiarato, in una nota inviata al ministero, di essersi assicurata che i bulloni del mozzo fossero sostituiti e serrati correttamente nelle nuove versioni del modello bZ4X. Inoltre, Toyota ha dichiarato di aver identificato e risolto un altro potenziale problema, questa volta riguardante gli airbag della vettura. Alcuni erano stati installati in modo improprio in fabbrica e rischiavano di guastarsi o di causare lesioni a causa del posizionamento di una cinghia all’interno dell’airbag stesso. Secondo quanto riportato da Reuters, Masahiko Maeda, Chief Technology Officer di Toyota, ha dichiarato in un briefing che la casa automobilistica è venuta a conoscenza del problema solo nell’ultimo mese o due: “Ci scusiamo ancora una volta per la preoccupazione, l’ansia e i disagi che abbiamo causato ai nostri clienti, ai nostri concessionari e alle nostre parti interessate”. Ma adesso sarebbe la volta buona per ripartire.

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