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Iren

Dal Fabbro (Iren): riciclo materie prime è essenziale per recuperare quanto possibile

“È auspicabile un’accelerazione delle procedure autorizzative. E anche un chiarimento della qualifica end of waste. Per garantire i flussi di ingresso bisogna poi intervenire  sui sistemi di raccolta”.

“Iren ha iniziato prima di tutte le altre multiutility ad occuparsi di materiali rari. Abbiamo presentato con Ambrosetti uno studio a marzo 2023 sulle materie critiche e stiamo investendo ad Arezzo e in Piemonte su alcuni impianti specifici per il recupero di materiali rari utilizzando idrometallurgia e intelligenza artificiale”. Lo ha detto il presidente di Iren Luca Dal Fabbro intervenendo al Senato in Commissione Industria.

CONCENTRARSI SULLE ESIGENZE ITALIANE

“Le materie critiche sono 34 quelle strategiche 16. Per quanto riguarda l’industria italiana, dagli studi che abbiamo fatto, emerge che ce ne sono 4-5 che sono pivotali. E questo è importante perché dal punto di vista industriale dobbiamo pensare che alla fine dobbiamo concentrarci sulle nostre priorità e sulla filiera industriale del paese – ha sottolineato Dal Fabbro -. Indubbiamente l’aspetto importante è che il potenziale del riciclo è essenziale per recuperare quanto è possibile. Oggi l’Italia manca della capacità impiantistica quasi totalmente per poter estrarre materie prime strategiche. Ci troviamo nella situazione per cui oltre il 90% di materie recuperate dai Raee vengono esportate, quindi subiscono una lavorazione fuori dal nostro perimetro. In Italia ci si ferma al disassemblaggio ma non alla ri-estrazione. Questo potrebbe essere uno degli elementi su cui il legislatore potrebbe concentrare il futuro degli investimenti”.

RACCOLTA RAEE ITALIANA INFERIORE ALLA MEDIA UE

“Nell’ambito tecnico oggi abbiamo una raccolta dei Raee significativamente inferiore rispetto all’Europa, 34 contro il 47%. Le tempistiche autorizzative sono estremamente lunghe per fare un impianto di recupero: pensate che ci vogliono in media 4,5 anni per autorizzare un impianti dove il 60% del tempo è assorbito dall’iter autorizzativo. Non diciamo che è sbagliato però riscontriamo che in Francia ci vuole la metà del tempo”.

IL NODO DELLA QUALIFICA DELL’END OF WASTE

“L’altro tema importante è la qualifica dell’end of waste. Spesso mancano specifiche norme che lo caratterizzano cioè cosa fare del prodotto lavorato. Lo scarso sviluppo della rete impiantistisca comporta anche un blocco delle attività di estrazione, e significa che il nostro paese non è in grado di estrarre nulla”, ha proseguito Dal Fabbro.

LE PROPOSTE

“Intanto è auspicabile un’accelerazione delle procedure autorizzative – ha quindi concluso il presidente di Iren -. E anche un chiarimento della qualifica end of waste. Per garantire i flussi di ingresso bisogna poi che il legislatore preveda e incentivi dei sistemi di raccolta. Per realizzare una filiera è necessario sostenere poi la ricerca e l’Italia potrebbe capitanare alcune di queste ricerche. Infine ci vogliono le risorse: pensate che per quanta richiesta c’è il progetto Faro per il recupero dei Raee ha visto stanziati 150 milioni e richieste per 500. Significa che l’Italia ha un’industria in grado di proporre. E se c’è il quadro regolatorio penso che il nostro paese possa avere una posizione di forza nel sistema europeo”.

Non solo. “L’Italia sta installando molti impianti fotovoltaici ricchi di materie prime rare come oro rame platino e tra poco dovremo affrontare il problema della dismissione, Iren ha investito nel riciclo dei pannelli. Basti pensare che l’esigenza di recupero nei prossimi 10 anni raddoppierà ogni anno per diventare una delle crisi maggiori nei prossimi anni”, ha terminato Del Fabbro.

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