La Grecia si prepara a chiudere l’era della lignite ed entrare nell’epoca digitale. Una rivoluzione che vede la West Macedonia Valley al centro
La Grecia sta per voltare una delle pagine più significative della sua storia industriale. Dopo decenni di dipendenza dal carbone, il Paese si prepara a chiudere definitivamente l’era della lignite, trasformando le ceneri di un passato inquinante in un avveniristico polo tecnologico. Al centro di questa rivoluzione c’è la West Macedonia Valley, un’area che fino a ieri ospitava miniere a cielo aperto e centrali elettriche fumanti, e che presto potrebbe diventare uno dei più grandi data center al mondo, alimentato da energie rinnovabili e dedicato all’intelligenza artificiale. L’ambizioso progetto, battezzato “West Macedonia Valley”, è guidato dalla Public Power Corporation (PPC), il principale fornitore di energia greco, e gode del pieno sostegno del governo. Con un investimento stimato in 5,75 miliardi di euro, l’iniziativa non rappresenta solo una riconversione industriale, ma un vero e proprio salto nel futuro, posizionando la Grecia come protagonista nel panorama tecnologico europeo.
ADDIO AL CARBONE, PORTE APERTE AL DIGITALE
Fino a pochi anni fa, le mastodontiche escavatrici della miniera di Kozani e le ciminiere delle centrali di Agios Dimitrios e Ptolemais erano simboli orgogliosi di un’economia basata sul carbone. Oggi, quei giganti arrugginiti sono reliquie di un’epoca giunta al tramonto. Entro la fine del 2026, la PPC spegnerà l’ultimo impianto a lignite rimasto, Ptolemais 5, completando così l’uscita della Grecia dal carbone. Una transizione già a buon punto: se nel 2000 la lignite copriva il 67% del mix energetico nazionale, oggi la sua quota è crollata al 6,6%, sostituita da eolico, solare e idroelettrico.
Ma cosa fare di un’intera regione plasmata dall’estrazione del carbone? La Grecia non è l’unico Paese europeo alle prese con questo genere di sfide, ma la risposta della PPC è audace: riconvertire gli spazi industriali in un hub tecnologico hyperscale, sfruttando infrastrutture esistenti, risorse idriche per il raffreddamento e reti elettriche già sviluppate.
Il cuore del progetto sorgerà proprio nell’ex centrale di Agios Dimitrios, destinata a ospitare un data center con una potenza iniziale di 300 megawatt (MW), espandibile fino a 1000 MW.
UN PROGETTO VISIONARIO SOSTENUTO DA GOVERNO E MERCATO
L’entusiasmo del primo ministro Kyriakos Mitsotakis non potrebbe essere più esplicito: “Non riesco a esprimere a parole quanto sia visionario e ambizioso questo piano”, ha dichiarato tempo fa durante la presentazione. Per Atene, la West Macedonia Valley non è solo una riconversione locale, ma un’opportunità di rilievo globale, in grado di attrarre investitori e colmare il divario digitale dell’Europa sud-orientale.
Anche il mercato sembra rispondere positivamente. George Stassis, amministratore delegato della PPC, ha rivelato che sono già in corso colloqui con operatori internazionali di data center e sviluppatori cloud. “Non ci sono molti siti in Europa dove un progetto simile può realizzarsi in così poco tempo”, ha sottolineato Stassis, evidenziando i vantaggi competitivi dell’area: terreni già disponibili, manodopera qualificata e una rete energetica pronta.
INTEGRAZIONE TRA TECNOLOGIA E SOSTENIBILITÀ
Uno degli aspetti più innovativi del progetto è l’integrazione tra tecnologia e sostenibilità. Per alimentare i data center, la PPC investirà in impianti fotovoltaici da 2130 MW, tra cui il già avviato progetto solare Ptolemais (367 MW operativi su 550 totali) e un parco solare da 450 MW in joint venture con RWE. A questi si aggiungeranno sistemi di accumulo con batterie e centrali di pompaggio, per un totale di 860 MW di capacità, sfruttando i bacini idrici un tempo usati per il raffreddamento delle centrali a carbone.
Anche l’ultima centrale a lignite, Ptolemais 5, avrà un ruolo nella transizione: dopo la chiusura nel 2026, verrà riconvertita a gas naturale e preparata per l’idrogeno, fornendo 500 MW come backup per le rinnovabili. Una soluzione ibrida che riflette la strategia della PPC: abbandonare i combustibili fossili senza compromettere la stabilità della rete.
LA METAMORFOSI DELLA PPC
Dietro questa rivoluzione c’è una trasformazione aziendale senza precedenti. Guidata da Stassis dal 2019, la PPC è passata dall’essere un’azienda in crisi a un gruppo innovativo e redditizio, con un EBITDA di 1,8 miliardi di euro nel 2023. “Non siamo più solo un fornitore di energia, ma una Powertech Company”, ha dichiarato il CEO, delineando una visione in cui tecnologia ed energia pulita si fondono.
Se i tempi verranno rispettati, i primi cantieri potrebbero aprirsi entro 18-24 mesi, con un completamento previsto in cinque anni. Una sfida ambiziosa, ma necessaria: in un’era dominata dall’IA e dal cloud, la Grecia non si accontenta di essere spettatrice, ma vuol diventare protagonista. Troppi treni si è vista sfilare davanti in passato, tra incompetenza, corruzione e una buona dose di indolenza levantina. Ora la West Macedonia Valley potrebbe essere a un tempo la sua scommessa e il suo biglietto da visita per il futuro.