Secondo la ricognizione al 2022, del Mase in Italia sono presenti 20,3 miliardi di euro di Sussidi Ambientalmente Favorevoli (SAF), 24,2 miliardi di euro di Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD) e 13,8 miliardi di euro di Sussidi Ambientalmente Incerti (SAI).
In Italia prosegue il contrasto ai sussidi ambientalmente dannosi (SAD), con l’obiettivo di ridurre la spesa pubblica in questo settore e incentivare la transizione verso fonti energetiche più sostenibili.
L’IMPEGNO DEL GOVERNO A TAGLIARE 3,5 MLD DI SAD ENTRO IL 2030
Il governo italiano si è impegnato a ridurre i SAD attraverso la manovra finanziaria e il PNRR, con l’obiettivo di raggiungere un taglio di almeno 2 miliardi di euro entro dicembre 2025 e una riduzione ulteriore di 3,5 miliardi entro il 2030.
IL TAGLIO DI 1,5 CENTESIMI ALL’ACCISA DELLA BENZINA (E IL CONSEGUENTE AUMENTO DEL DIESEL)
Recentemente, proprio con l’obiettivo di tagliare i SAD, è intervenuto il nuovo decreto interministeriale firmato dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e da quello dell’Economia Giancarlo Giorgetti, di concerto con il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini e con quello dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che ha aumentato di 1,5 centesimi di euro al litro le accise sul gasolio e contestualmente ridotto di 1,5 centesimi quelle sulla benzina.
ENTRO IL 2030 IL PAREGGIO TRA I DUE CARBURANTI
L’obiettivo è arrivare a un pareggio nel 2030, portando entrambe le accise a 0,6725 €/l, contro gli 0,7284 €/l sulla verde e gli 0,6174 €/l sul gasolio di oggi. Per raggiungere l’obiettivo, le tasse sul diesel saliranno di 1-1,5 centesimi all’anno, mentre quelle sulla benzina scenderanno di importo equivalente, colmando l’attuale distanza di 11,1 centesimi attraverso un abbassamento da ambo i lati di 5,55 centesimi.
IERI LA STRETTA DELLA GDF PER EVITARE SPECULAZIONI
Proprio nella serata di ieri è arrivata una stretta della Guardia di finanza sui prezzi del carburante per arginare le condotte illecite lesive della leale concorrenza, che ha avviato un piano su scala nazionale, finalizzato a verificare il rispetto delle previsioni normative recentemente implementate, con il coinvolgimento degli oltre 660 Reparti operativi del Corpo e il costante supporto dei Reparti Speciali. Sulla base delle disposizioni impartite dal Comando Generale, i Reparti territoriali dovranno rilevare gli elementi sintomatici di manovre distorsive della corretta dinamica di formazione dei prezzi, sviluppando, conseguentemente, attività volte a risalire la filiera commerciale, con l’individuazione di eventuali spregiudicati speculatori.
I controlli della Guardia di finanza – fondati su analisi di rischio elaborate a livello centrale – hanno anche un altro obiettivo: accertare che gli operatori ”pubblicizzino” e ”comunichino” il prezzo praticato secondo gli obblighi normativi vigenti, volti a favorire la trasparenza del mercato e la corretta informazione del consumatore.
NEL 2023 I SAD AMMONTANO A 78,7 MLD SECONDO LE STIME DI LEGAMBIENTE
Ma a quanto ammonta la spesa per sussidi ambientalmente dannosi? Secondo le stime di Legambiente i SAD hanno raggiunto i 78,7 miliardi di euro, pari al 3,8% del PIL nazionale. Negli ultimi 13 anni, la spesa totale per i SAD ha superato i 383,4 miliardi di euro. Analizzando 119 voci di sussidi, l’associazione ambientalista stima che ben 25,9 miliardi di euro dei 78,7 spesi nel 2023 possono essere eliminati e rimodulati entro il 2030
Tra i settori più interessati, al primo posto si conferma quello energetico: 43,3 miliardi di euro, con una crescita rispetto all’anno precedente della componente non emergenziale (da 8 a 10 miliardi di euro). Segue il settore dei trasporti (2,1 miliardi di euro), di cui le voci più critiche rimangono il differente trattamento fiscale tra benzina e gasolio (3,1 miliardi di euro in parte superato) e Gpl e metano (3,6 miliardi di euro) e le agevolazioni fiscali per auto aziendali (1,2 miliardi di euro); il settore edilizia (18 miliardi di euro, un aumento di un miliardo rispetto al 2022), dove risulta incomprensibile l’ostinazione nel voler proseguire nel finanziamento delle caldaie a gas andando contro ben due direttive europee; quello agricolo (3,2 miliardi di euro) e canoni, concessioni e rifiuti (1,6 miliardi di euro).
A pesare la voce dei sussidi emergenziali: nel 2023 elargiti 33 miliardi per il settore energetico (per complessivi 50 interventi) e 374 milioni di euro per il settore trasporti; per un totale di 84 miliardi in due anni che, se investiti per solo un quarto (20 miliardi) in rinnovabili, avrebbero portato a circa 13,3 GW di nuova potenza installata e una produzione di 30 TWh di energia pulita; pari al fabbisogno di 12 milioni di famiglie e la metà del fabbisogno elettrico domestico italiano, con un risparmio annuo di 4 miliardi di metri cubi di gas.
I DATI UFFICIALI DEL MASE AL 2022: IN ITALIA SONO PRESENTI 20,3 MILIARDI DI EURO DI SAF, 24,2 MILIARDI DI EURO DI SAD E 13,8 MILIARDI DI EURO DI SAI
Secondo la ricognizione al 2022, l’ultima disponibile contenuta nella sesta edizione del Catalogo del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica che ha preso in esame 183 incentivi con impatto ambientale che hanno registrato un effetto finanziario nel corso del 2022, in Italia sono presenti 20,3 miliardi di euro di Sussidi Ambientalmente Favorevoli (SAF), 24,2 miliardi di euro di Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD) e 13,8 miliardi di euro di Sussidi Ambientalmente Incerti (SAI).
Nel 2022, i SAD registrano un incremento di 3,2 miliardi di euro dovuto prevalentemente alla crisi energetica e all’instabilità dell’approvvigionamento delle fonti fossili; i sussidi imputabili dell’incremento sono prevalentemente l’Esenzione dall’accisa sui prodotti energetici impiegati come carburanti per la navigazione aerea diversa dall’aviazione privata da diporto e per i voli didattici (EN.SI.04) +0,7 miliardi di euro; IVA agevolata per l’energia elettrica per uso domestico (IVA.07) +1,3 miliardi di euro; Rilascio delle quote assegnate a titolo gratuito EN.SD.01 +1,3 miliardi di euro.
RIFORMABILITÀ DEI SUSSIDI
Secondo le indicazioni del Mase, la maggior parte dei Sussidi Dannosi Ambientali (SAD) sono comunque rifornibili a livello nazionale con 20 miliardi di euro di SAD di cui 10,7 riguardano il Testo Unico dell’IVA e 6,2 i sussidi energetici inefficienti e alle fonti fossili.