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E-fuel

E-fuel, lo champagne dei carburanti. A chi convengono?

Gli sforzi della Germania per convincere l’Unione Europea a inserire gli e-fuel nel Regolamento sulle auto potrebbero essere stati inutili. Infatti, i carburanti sintetici scontano ancora importanti problematiche, prime fra tutti la disponibilità e i costi di produzione. Diversi analisti si dimostrano scettici riguardo il loro reale contributo alla decarbonizzazione dei trasporti

Gli sforzi della Germania per convincere l’Unione Europea ad escludere gli e-fuel dal bando alle auto endotermiche potrebbero essere stati inutili. La Germania ha condotto la battaglia per i carburanti sintetici in prima persona, nel tentativo di proteggere una filiera che impiega 786.000 persone. I carburanti sintetici però scontano ancora importanti problematiche, prime fra tutti la disponibilità e i costi di produzione. Diversi analisti si dimostrano scettici riguardo il reale contributo degli e-fuel alla decarbonizzazione del trasporto su quattro ruote. A chi convengono davvero i carburanti sintetici?

E-FUEL, PROBLEMI E PROSPETTIVE

Il costo e la disponibilità sono i due elementi che suscitano un certo scetticismo riguardo il reale contributo degli e-fuel alla decarbonizzazione.

Parliamo infatti di prodotti che attualmente costano tra 3,50 e 7 dollari al litro, secondo le stime di Bloomberg NEF. In altre parole, da quattro a sette volte il prezzo del diesel tradizionale nel mercato europeo. La ragione principale del divario risiede nel metodo di produzione. Gli e-fuel si ottengono infatti attraverso l’elettrolisi, la separazione dell’idrogeno dall’acqua, e la combinazione con il carbonio. Un processo che si alimenta con energia elettrica rinnovabile, quindi green, ma che oggi risulta ancora costoso e inefficiente. Il secondo elemento, direttamente collegato al primo, che concorre a mantenere alto il prezzo è la scarsità della risorsa, che la rende ancora più costosa.

Bloomberg riporta che il direttore dell’area e-mobility di LMC Automotive, Al Bedwell, ha affermato che probabilmente in futuro i carburanti sintetici saranno quattro volte più costosi dei combustibili fossili nonostante la maggiore diffusione. L’esatto contrario rispetto alle Ev, che secondo Bedwell saranno sempre più economiche e performanti.

“Gli e-fuel sono un tema caldo, offrendo a un settore in fase di grande cambiamento un modo per ottenere alcune concessioni politicamente utili da parte dei regolatori. Ma oggi i carburanti elettronici nel settore dei veicoli leggeri in Europa vengono messi in un angolo molto piccolo, o non decollano affatto”, ha aggiunto Bedwell.

Nel 2035 appena il 2% dell’intero parco auto europeo potrebbe essere alimentato completamente da carburanti sintetici, secondo Transport & Environment. Diversi esperti suggeriscono di impiegare gli e-fuel nei settori hard to abate, come lo shipping e l’aviazione, invece che nel trasporto su quattro ruote.

CHI ESULTA PER IL VIA LIBERA AGLI E-FUEL

Il via libera agli e-fuel rappresenta una buona notizia per le case automobilistiche tedesche. Negli ultimi anni Volkswagen, Mercedes-Benz, BMW e Porsche hanno investito nello sviluppo e produzione di componenti che non si trovano nelle Ev. La rivoluzione di modelli produttivi e macchinari è iniziata, ma il divario con le concorrenti americane è ancora ampio.
In particolare, i benefici maggiori riguarderanno il segmento delle auto sportive di lusso, capeggiato da Porsche. Esultano anche gli appassionati, meno preoccupati riguardo il costo del carburante rispetto al fatto di non poter più sentire il rombo dei motori. Molti analisti dubitano però che la deroga dello stop ai motori endotermici potrà avere un effetto rilevante sulla transizione del trasporto privato su quattro ruote.

Gerrit Marx, l’amministratore delegato di Iveco, la scorsa settimana ha definito la tecnologia “lo champagne della propulsione”.

“Se hai una Ferrari o se guidi la tua Porsche Turbo una volta al fine settimana, non ti importerà se un litro costa €5 o €8, ma non è un carburante per il futuro”, ha detto Marx in un’intervista a Bloomberg.

GLI INTERESSI DELLA GERMANIA

La domanda sorge spontanea, perché la Germania si è messa di traverso per modificare il Regolamento Europeo sulle auto inquinanti? Una scelta che ha rischiato di far saltare l’intera bozza di Regolamento Ue e ha allarmato i leader europei. I media tedeschi puntano il dito contro l’eterogenea maggioranza di Governo, composta da Partito Socialdemocratico, Verdi e Free Democratic Party.

La Germania motiva la richiesta appellandosi alla neutralità tecnologica, ma i più critici dicono che l’obiettivo che ha mosso le richieste dei ministri tedeschi delle Finanze e dei Trasporti è ottenere più voti dopo i deludenti risultati delle elezioni regionali.

Bloomberg riporta che già a luglio Oliver Blume, amministratore delegato di Porsche, stava discutendo con il ministro dei Trasporti del futuro degli e-fuel. Un settore in cui l’azienda ha investito 260 milioni di dollari, destinati alla costruzione di un impianto di produzione in Cile.

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