Rendere il settore manifatturiero e altri settori più sostenibili sarà fondamentale per realizzare una transizione ecologica e garantire il rispetto dei limiti di riscaldamento globale stabiliti dall’Accordo sul clima di Parigi
I governi di tutto il mondo stanno investendo massicciamente nella ricerca di nuovi modi per decarbonizzare l’industria pesante, dove le emissioni sono notoriamente difficili da ridurre. Mentre alcuni settori hanno fatto passi da gigante nella decarbonizzazione delle operazioni, diverse industrie pesanti non riescono a progredire.
Rendere il settore manifatturiero e altri settori più sostenibili sarà fondamentale per realizzare una transizione verde e garantire il rispetto dei limiti di riscaldamento globale stabiliti dall’Accordo di Parigi sul clima. Un settore che sta rapidamente cercando modi per decarbonizzare è l’acciaio, e alcuni progetti pilota promettenti sono già in corso.
AIE: LA SIDERURGIA PRODUCE IL 7% DELLE EMISSIONI GLOBALI DI GAS SERRA
Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, il settore siderurgico produce circa il 7% delle emissioni globali di gas serra, pari a circa 3,5 miliardi di tonnellate all’anno. Nel frattempo, si prevede che la domanda di acciaio aumenterà fino al 30% entro il 2050, il che significa che la decarbonizzazione del settore è fondamentale per realizzare una transizione verde.
Gli scienziati ritengono che vi siano diversi modi per decarbonizzare il settore, tra cui la sostituzione del carbone con carbone vegetale sostenibile, l’utilizzo di idrogeno verde prodotto da fonti rinnovabili per alimentare le operazioni e l’utilizzo della tecnologia di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS) per catturare le emissioni di carbonio.
IL PROGETTO SVEDESE “HYBRIT” PER L’ACCIAIO GREEN
In Svezia, Hybrit – abbreviazione di “tecnologia rivoluzionaria per la produzione di ferro basata sull’idrogeno” – è una collaborazione tra il produttore di minerale di ferro LKAB, l’azienda energetica Vattenfall e il produttore di acciaio SSAB. Il progetto Hybrit è iniziato nel 2016 e punta ad eliminare gradualmente l’uso del carbone nella produzione di acciaio utilizzando idrogeno verde ed energia elettrica rinnovabile.
Le tre società hanno condotto dei progetti pilota dal 2018 al 2024, concentrandosi sulla produzione di pellet di minerale di ferro senza combustibili fossili, sulla riduzione del minerale di ferro basata sull’idrogeno e sulla produzione di acciaio grezzo mediante la fusione di spugna di ferro in un forno elettrico. Nel 2023 l’impianto ha prodotto 3,6 milioni di tonnellate di pellet, con una riduzione stimata delle emissioni di carbonio di 50.000 tonnellate.
LA DOMANDA DI ACCIAIO GREEN
Come ricorda Oilprice, si prevede che la domanda globale di acciaio a basse emissioni aumenterà di almeno 6,7 milioni di tonnellate entro il 2030. “La domanda di acciaio verde è presente. Stiamo assistendo ad un’accelerazione, anche se ci sono sfide dal lato dell’offerta che devono essere risolte”, ha affermato Kaitlyn Ramirez, senior associate del think tank sulla transizione energetica RMI.
Anche la Cina sta cercando di decarbonizzare il suo settore siderurgico, che emette circa 2,2 gigatonnellate di carbonio all’anno. Tuttavia, decarbonizzare il settore non è un’impresa facile e diverse sfide ostacolano la transizione. Secondo Wood Mackenzie, la Cina conta circa 200 aziende siderurgiche, 360 stabilimenti e un’età media dei forni di soli 12 anni. Inoltre, solo il 30-40% della produzione siderurgica cinese è collegato a progetti di energia rinnovabile, il che rende difficile la transizione verso l’acciaio verde.
Inoltre, attualmente non c’è una domanda sufficiente sul mercato per l’acciaio verde, a causa del suo costo elevato, che ha dissuaso molte aziende siderurgiche cinesi dall’investire in tecnologie a basse emissioni di carbonio.
L’ACCIAIO DELL’EX ILVA DI TARANTO
In Italia, una delle aziende che vorrebbe puntare molto sull’acciaio sostenibile è la storica Ex Ilva di Taranto. Nell’ottobre 2024, infatti, i commissari delle amministrazioni straordinarie di Acciaierie d’Italia e di Ilva e i vertici della società Dri d’Italia firmarono un accordo per cominciare a mettere a terra il miliardo di euro che il Fondo di sviluppo e coesione (Fsc) assegnava alla costruzione dell’impianto del preridotto di ferro nel siderurgico di Taranto. Alimentato prevalentemente a gas, l’impianto avrebbe dovuto alimentare i due forni elettrici, la cui operatività era prevista dal 2027, con una produzione di 4 milioni di tonnellate annue.
La tecnica del preridotto dovrebbe ridurre sia le emissioni di CO2 che l’uso del carbone. Mesi fa il Governo ha spostato il miliardo di euro per il preridotto a Taranto dal PNRR al Fsc, per evitare che la scadenza del 2026 del PNRR pregiudicasse la costruzione dell’impianto. Inoltre, quando l’esecutivo ha cambiato la fonte di finanziamento, Acciaierie d’Italia si trovava in una fase di grandissima incertezza. Nel febbraio 2024 la società è stata commissariata dal Governo e messa in amministrazione straordinaria.
NEL MAGGIO 2025 IL CONSIGLIO DI STATO CONFERMA LO STOP ALLA GARA
Nel maggio scorso, però, il Consiglio di Stato ha confermato la sentenza del 2024 del Tar di Lecce che ha annullato gli atti con cui Dri ad agosto 2023 ha assegnato l’opera alla società Paul Wurth, specializzata in impiantistica siderurgica.
Secondo i giudici del Consiglio di Stato, “Paul Wurth ha sicuramente presentato un’offerta non conforme alle richieste della stazione appaltante perché non prevedeva la parte riguardante la realizzazione dell’impianto”. Inoltre, “la procedura indetta per la fornitura dell’appalto ‘chiavi in mano’, con realizzazione di un’opera progettata e costruita dall’appaltatore, in realtà è stata aggiudicata ad un’offerta riguardante la sola progettazione e fornitura dell’opera”.
Secondo il Consiglio di Stato, “accertare la violazione delle regole di gara, non significa sostituirsi alle valutazioni riservate dalla stazione appaltante, né, peraltro, occorrono significative competenze tecniche per rilevare la differenza tra un’offerta che prevede la costruzione dell’impianto di preridotto e un’offerta che non la prevede affatto. L’offerta presentata da Paul Wurth afferisce alla categoria dei contratti di sola progettazione e fornitura”, mentre la gara – conclude – era stata indetta anche per costruire l’impianto.
LE PROSPETTIVE DELL’ACCIAIO GREEN
L’acciaio green è ancora in una fase iniziale, con diverse aziende che stanno investendo in progetti pilota e stanno appena iniziando ad aumentare la produzione.
Sebbene il passaggio all’acciaio a basse emissioni di carbonio sia fondamentale per una transizione verde e per limitare il riscaldamento globale, sono diverse le sfide che ostacolano questo passaggio da parte dei produttori, tra cui gli elevati costi, la mancanza di domanda e la scarsa disponibilità di energia rinnovabile e idrogeno verde necessari per alimentare le attività.