Advertisement Skip to content
Solare

Ecco come l’Europa prova a sfidare la Cina sui pannelli solari

La spesa europea per i componenti solari è aumentata dai 6 miliardi di euro del 2016 ad oltre 25 miliardi di euro del 2022, portando ad un eccesso di pannelli solari cinesi, che ora si trovano nei magazzini europei

La Germania non produrrà più pannelli solari? Meyer Burger, l’ultimo produttore di moduli solari in Germania, ha annunciato che chiuderà e si trasferirà negli Stati Uniti, alimentando i dibattiti sul fatto se l’industria meriti il sostegno a lungo termine dello Stato per garantirne la sopravvivenza. Il piano del vicecancelliere tedesco, Robert Habeck, di riportare i produttori di moduli solari in Germania offrendo generosi sussidi statali si trova di fronte ad un vicolo cieco.

All’interno della coalizione di governo, il partito liberale FDP sta bloccando i piani per concedere un “bonus di resilienza” ai potenziali produttori. Ora, il produttore svizzero di moduli Meyer Burger minaccia di trasferirsi completamente negli Stati Uniti, mettendo a rischio 500 posti di lavoro. Dopo una perdita di circa 133 milioni di euro registrata lo scorso anno, “l’azienda si prepara a chiudere la produzione di moduli in Germania”, ha dichiarato ieri Meyer Burger in un comunicato.

LA LEADERSHIP DELLA CINA SUI PANNELLI SOLARI

Oggi i pannelli solari vengono prodotti principalmente in Cina. Secondo i dati della National Energy Administration, la Cina nei primi quattro mesi del 2023 ha installato 48,31 GW di capacità solare fotovoltaica, quasi triplicando i 16,88 GW installati nello stesso periodo dell’anno scorso. L’agenzia governativa ha affermato che il settore dell’energia solare cinese nel 2023 ha raggiunto un totale di 120-140 GW di capacità, almeno il 40% in più rispetto al 2022.

Nella prima metà dello scorso anno, le esportazioni di pannelli solari cinesi sono cresciute del 34%, con 114 GW inviati in tutto il mondo, rispetto agli 85 GW dello stesso periodo del 2022. Un volume pari alla capacità totale di pannelli installati negli Stati Uniti (113 GW). Oltre la metà dei moduli esportati dalla Cina nella prima metà del 2023 erano destinati all’Europa (58%). Il gigante asiatico è anche il Paese che ha fatto registrare la crescita assoluta più elevata a livello mondiale, con le esportazioni in Europa che sono cresciute del 47% su base annua.

LA DIFFERENZA DI COSTO DEI PANNELLI SOLARI TRA EUROPA E CINA

Secondo SolarPower Europe, il costo di produzione di un modulo solare in Europa è più del doppio dell’attuale prezzo spot. L’Ue ha già cercato di limitare la concorrenza sleale della Cina imponendo dei dazi sulle importazioni cinesi nel 2012, dopo che Pechino aveva concesso ingenti sussidi alla sua industria solare. L’Ue però revocò i dazi nel 2018, per potenziare gli impianti di energia rinnovabile, solo un anno prima che la Commissione dichiarasse la Cina “un rivale sistemico”.

Da allora, Bruxelles non li ha più ripristinati, nonostante di recente abbia spinto le aziende europee a “ridurre i rischi” delle loro catene di approvvigionamento da Pechino, come parte di un più ampio sforzo per ricollocare la produzione.

Il forte calo dei prezzi, si legge nella lettera, comporta il fatto che l’obiettivo Ue di produrre 30 GW della catena di approvvigionamento di energia solare in Europa entro il 2030 oggi sia “a serio rischio”.

La spesa europea per i componenti solari è aumentata dai 6 miliardi di euro del 2016 ad oltre 25 miliardi di euro del 2022, portando ad un eccesso di pannelli solari cinesi, che ora si trovano nei magazzini europei. La quantità di celle fotovoltaiche cinesi immagazzinate è sufficiente a coprire il doppio della domanda annuale complessiva dell’Europa.

LA SASSONIA DEL SILICIO

Nonostante il predominio cinese La Germania è ancora la sede di alcune componenti. Il polisilicio, ad esempio, è prodotto dall’azienda chimica Wacker in Sassonia, nell’ex Germania dell’Est. Il polisilicio viene trattato in vari modi, prima che le aziende assemblano i moduli nei loro stabilimenti. Ecco perché la regione tedesca è stata ribattezzata la “Sassonia del silicio”, uno Stato che ospita anche la maggior parte degli impianti di produzione di microchip della Germania.

La Sassonia è però preoccupata dai piani di trasferimento di Meyer Burger. “Questo annuncio è un campanello d’allarme”, ha affermato il ministro dell’Energia, Wolfram Günther, aggiungendo che “ora serve una decisione rapida che favorisca un segmento protetto di mercato nazionale, con dei criteri di resilienza”. Günther vuole infatti che una quota del mercato tedesco sia riservata ai moduli “made in Germany”.

LE RICHIESTE DI MEYER BURGER

Meyer Burger – che rivendica la leadership tecnologica nella produzione di pannelli solari ad alta efficienza – ha attribuito i suoi problemi alla concorrenza sleale straniera, come il dumping. “Mentre attendiamo che il legislatore crei una concorrenza leale, stiamo preparando la ristrutturazione in Germania”, ha dichiarato il CEO di Meyer Burger, Gunter Erfurt. La loro minaccia di chiudere la fabbrica fa rivivere alla Germania le vecchie paure di fine Anni 2000, quando perse gran parte della sua nascente industria dei pannelli solari a causa della concorrenza cinese.

L’annuncio di Meyer Burger arriva mentre il governo tedesco fatica a fornire un sostegno statale sufficiente per mantenere la produzione interna. “Siamo in trattative con Meyer Burger e siamo consapevoli della difficile situazione dell’azienda e dell’industria fotovoltaica in Germania”, ha detto un portavoce del governo. L’azienda ha fissato una scadenza per “la seconda metà di febbraio” e ha chiesto delle “misure di resilienza” per garantire la produzione nel Paese.

IL NET-ZERO INDUSTRY ACT

I problemi della Germania con la produzione di energia solare fotovoltaica arrivano mentre l’Europa sta discutendo della propria legge di politica industriale, il Net-Zero Industry Act, per sostenere la produzione in Europa di tecnologie considerate essenziali per raggiungere la neutralità climatica (pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore etc).

I negoziati per concludere la legge stanno entrando nelle fasi finali a Bruxelles, dopo che i Paesi Ue e il Parlamento europeo hanno adottato le rispettive posizioni. In questi colloqui, la Germania sostiene l’introduzione di “gare d’appalto di resilienza nel settore fotovoltaico, per rafforzare la produzione in Europa, attraverso criteri di resilienza nel contesto delle energie rinnovabili”, ha detto un portavoce del ministero dell’Economia, aggiungendo che “il nostro obiettivo è produrre una parte significativa delle tecnologie di trasformazione necessarie in Germania e in Europa”.

LA LETTERA DI SOLARPOWER EUROPE ALLA COMMISSIONE UE

Nel frattempo, l’industria europea dell’energia solare ha avvertito che un eccesso di importazioni cinesi a basso costo ha spinto alcuni produttori sull’orlo della bancarotta, ostacolando gli sforzi Ue per incrementare la produzione locale di tecnologie verdi.

Il gruppo commerciale di settore SolarPower Europe lo scorso settembre ha scritto alla Commissione europea che il forte aumento delle scorte e la “feroce concorrenza” tra i produttori cinesi per guadagnare quote di mercato in Europa hanno fatto scendere i prezzi dei moduli solari in media di oltre un quarto dall’inizio dell’anno (2023), “creando rischi concreti per le aziende di andare in insolvenza, poiché le loro azioni significative dovranno essere svalutate”.

L’Ue spera che l’energia solare diventi il più grande generatore di energia all’interno dei Paesi Ue, per raggiungere l’obiettivo del 45% di energia generata da fonti rinnovabili entro il 2030, ma il dominio della Cina nella catena di approvvigionamento solare fa sì che i suoi prodotti rappresentino circa tre quarti delle importazioni solari Ue.

I PANNELLI SOLARI MADE IN ITALY

In Italia una delle aziende più attive nella produzione di pannelli fotovoltaici è la 3Sun, del gruppo Enel Green Power, situata nella Etna Valley di Catania. 3Sun punta su eccellenza, innovazione e sostenibilità per costruire pannelli fotovoltaici di ultima generazione, in grado di competere con i grandi player del mercato. Dal 2024 la “fabbrica del sole” di Catania diventerà il più grande sito produttivo europeo di pannelli fotovoltaici ad altissime prestazioni, con una capacità di 3 GW l’anno.

L’azienda 3 anni fa ha battuto il record mondiale di efficienza per celle commerciali, raggiungendo il 24,63%. I moduli 3Sun, interamente prodotti in Italia, non impiegano né piombo né fluoro e rispettano quindi tutti i criteri di sostenibilità e circolarità.

La controllata di Enel, insieme all’Istituto Nazionale dell’Energia Solare francese (INES), sta sviluppando anche la cosiddetta “tecnologia Tandem”, che combina etero-giunzione e perovskite per ampliare la parte dello spettro solare che può essere convertita in elettricità.

Questa particolare tecnologia ha recentemente battuto un nuovo record raggiungendo, in fase di ricerca e sviluppo, un’efficienza certificata del 27,1% in una cella di 9 centimetri quadrati. La tecnologia Tandem consentirà di raggiungere un’efficienza delle celle fotovoltaiche pari ad oltre il 30%. I lavori di ampliamento della gigafactory 3Sun sono iniziati nell’aprile 2022 e dovrebbero terminare entro quest’anno, mentre la produzione dei moduli fotovoltaici Tandem dovrebbe iniziare alla fine del 2025.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su