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Artico

Ecco cosa intende fare l’Italia nell’Artico

Per l’Italia, la regione artica è fondamentale per l’approvvigionamento di gas naturale, con la Norvegia che nel 2023 si è imposta come quinto principale fornitore del nostro Paese

Dal punto di vista energetico, l’Artico è una regione strategica – e in parte già sfruttata – sia per quanto riguarda i combustibili fossili, sia per i minerali rari utili per la transizione energetica. Nel 2008, la United States Geological Survey stimava che l’Artico possedeva circa il 30% delle riserve globali ancora non scoperte di gas e il 13% di quelle di petrolio.

È quindi facilmente intuibile come l’Artico susciti l’interesse di molti Paesi, soprattutto per investimenti in esplorazione e sfruttamento.

GLI INTERESSI ENERGETICI DELL’ITALIA NELL’ARTICO

Come ricorda Rivista Energia, il settore energetico è da anni al centro della strategia italiana per l’Artico, considerato il ruolo chiave che il gas russo e norvegese rivestono per soddisfare il nostro fabbisogno energetico. A seguito delle sanzioni imposte dall’Unione europea alla Russia, l’Italia in due anni ha quasi del tutto azzerato le importazioni di gas e petrolio dalla Russia, sostituendole con forniture provenienti da altri Paesi, come Algeria, Azerbaigian, Qatar e Norvegia.

Le importazioni di gas norvegese hanno fatto registrare un aumento notevole: secondo le relazioni annuali Arera 2023 e 2024, la percentuale di gas importato dalla Norvegia sul totale del fabbisogno nazionale è aumentata dal 2,7% del 2021 al 6,5% del 2023.

LE COMPAGNIE ITALIANE CHE OPERANO NELL’ARTICO

A dimostrare l’importanza dell’Artico, soprattutto della Norvegia, per gli interessi energetici dell’Italia sono anche le compagnie italiane presenti nella regione, Eni su tutte. Qui l’azienda del cane a sei zampe, attraverso la società norvegese Var Energi, è attiva nei settori dell’esplorazione e produzione di gas e petrolio nel Mare di Barents, nel Mar di Norvegia e nel Mare del Nord.

La principale infrastruttura di Eni in Norvegia è la piattaforma Goliat, una grande unità galleggiante di produzione di petrolio e stoccaggio, e l’azienda italiana è partner, insieme alla norvegese Equinor, nello sviluppo del giacimento Johan Castberg, la cui fase produttiva è iniziata nel marzo scorso. Entrambi i progetti sono ubicati nel Mare di Barents.

In Norvegia Eni opera anche nel settore dell’energia eolica attraverso Vargronn, una joint-venture tra Eni Plenitude e la norvegese HitecVision. Anche società come Saipem e Enel hanno avuto un ruolo importante in Artico, soprattutto nello sviluppo del progetto Yamal LNG e Arctic LNG-2 in Russia. Poi, con l’inizio della guerra in Ucraina e le sanzioni, nel 2023 la partnership con le società russe è stata interrotta.

UNA REGIONE STRATEGICA PER L’ENERGIA ITALIANA

Per l’Italia, la regione artica da un lato continua ad essere fondamentale per l’approvvigionamento di gas naturale, con la Norvegia che nel 2023 si è imposta come quinto principale fornitore del nostro Paese; dall’altro, l’Artico è ricco di materiali critici e terre rare, indispensabili per la transizione energetica promossa dall’Unione europea. Un fattore, quest’ultimo, che per l’Italia riveste un ruolo cruciale, dal momento che il nostro Paese dipende ancora fortemente dalla Cina per l’importazione di quelle risorse strategiche.

In conclusione, l’Artico rappresenta un’area fondamentale per le strategie energetiche dell’Italia e dell’Unione europea. Non bisogna però sottovalutare le sfide presenti nella regione, dalla competizione per le risorse alla crescente presenza militare russa, oltre alle tensioni legate alla posizione del presidente americano Donald Trump sulla Groenlandia.

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