Il mese scorso Trump ha scritto sui social media che intende “rendere la Groenlandia di nuovo grande” e ha definito la proprietà americana della regione come “una necessità assoluta” per la sicurezza nazionale americana
Nel 2019 Donald Trump, al suo primo mandato come presidente degli Stati Uniti, lanciò l’idea di comprare la Groenlandia dalla Danimarca. Oggi però, al suo secondo mandato alla Casa Bianca, la questione è tornata di attualità e preoccupa l’Europa.
PER TRUMP LA PROPRIETÀ DELLA GROENLANDIA E’ “UNA NECESSITÀ ASSOLUTA PER LA SICUREZZA USA”
Il mese scorso Trump ha scritto sui social media che intende “rendere la Groenlandia di nuovo grande” e ha definito la proprietà americana della regione come “una necessità assoluta” per la sicurezza nazionale americana. Il tycoon ha ribadito il concetto anche in una telefonata con la premier danese Mette Fredriksen, i cui toni sono stati definiti “controversi e aggressivi”.
Alcuni alti funzionari europei informati sulla chiamata hanno riferito che la conversazione “è andata molto male”. Ciò alimenta le preoccupazioni europee sul fatto che il ritorno di Trump al potere possa complicare notevolmente le relazioni con gli alleati.
LA REAZIONE DEL PREMIER DELLA GROENLANDIA
L’8 gennaio scorso, il giorno dopo la conferenza stampa in cui Trump ha rilanciato l’idea di far diventare la Groenlandia territorio americano, il primo ministro della regione, Mute Egede, ha scritto su Facebook che “la Groenlandia appartiene al popolo della Groenlandia. Il nostro futuro e la lotta per l’indipendenza sono affari nostri. Mentre gli altri, compresi i danesi e gli americani, hanno diritto alle proprie opinioni, noi non dovremmo farci prendere dall’isteria e dalle pressioni esterne che ci distraggono dal nostro percorso (verso l’indipendenza anche dalla Danimarca, ndr). Il futuro è nostro e sta a noi plasmarlo”.
L’IMPORTANZA STRATEGICA DELLA REGIONE
Come ricorda Alessia De Luca, responsabile di ISPI Daily Focus, la Groenlandia ha un’estensione di oltre 2 milioni di chilometri quadrati (quasi 6 volte la Germania) ed è la più grande isola della Terra. Con soli 57.000 abitanti, però, è anche l’area meno densamente abitata.
La maggior parte dell’isola è ricoperta da ghiacci perenni ma, con il riscaldamento globale, le cose potrebbero cambiare sia sulla terraferma che sulle acque, che torneranno ad essere navigabili per diversi mesi all’anno. Inoltre, grazie alla sua posizione, la Groenlandia sarà una zona strategica per controllare le nuove rotte marittime dell’Artico.
UN TERRITORIO RICCO DI IDROCARBURI E TERRE RARE
Il suolo della Groenlandia è poi ricco di importanti giacimenti di idrocarburi, uranio e oro, oltre che di terre rare. Elementi di cui l’Europa è priva e che oggi sono di importanza vitale per le batterie delle auto elettriche e per la transizione energetica in generale. Pur essendo una regione autonoma, la Groenlandia fa parte del Regno di Danimarca, Paese fondatore della Nato e membro dell’Unione europea, e i suoi abitanti sono quindi cittadini comunitari.
LA CLAUSOLA DI RECIPROCA DIFESA E LA BASE MILITARE USA
Dal punto di vista geopolitico, la regione è coperta dalla clausola di reciproca difesa prevista dai trattati europei, in base alla quale gli Stati membri hanno un obbligo di aiuto e assistenza se un altro Stato membro è vittima di un’aggressione armata sul suo territorio. Tuttavia, questo status non impedisce agli Stati Uniti di avere una base militare sul territorio artico, che rappresenta un elemento importante del sistema di difesa missilistica USA.