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Ecco cosa preoccupa i trader europei del gas più dell’inverno

Per una volta l’arrivo del grande inverno non è la principale preoccupazione dei trader di gas. Ecco perché

I trader europei di gas naturale sono più preoccupati delle conseguenze immediate per l’approvvigionamento che del prossimo inverno, secondo Bloomberg. Ecco cosa turba i sogni degli operatori del settore.

GAS, COSA SPAVENTA I TRADER?

Per una volta l’arrivo del grande inverno non è la principale preoccupazione dei trader di gas. Non è però la buona notizia che potrebbe sembrare. Infatti, temono di più eventuali problemi d’approvvigionamento a causa di un insieme di elementi che si intrecceranno quest’anno.

In cima alle preoccupazioni del mondo del gas c’è il conflitto in Ucraina. Infatti, le truppe ucraine continuano a condurre incursioni nella regione russa di Kursk. Un sito centrale poiché qui il gas di Gazprom PJSC attraversa il confine per arrivare in Europa. Nuovi attacchi potrebbero mettere a rischio le spedizioni anche prima della scadenza dell’accordo di transito tra le due nazioni, confermato ieri dal leader ucraino Zelensky.

L’IMPORTANZA DELL’UCRAINA

«Nessuno prolungherà l’accordo con la Russia, è finito», ha detto Zelensky a proposito dell’accordo di transito con la Russia.

Pronta la replica del portavoce del Cremlino Dmitri Peskov:

«La decisione danneggerebbe gravemente gli interessi dei consumatori europei che richiedono ancora il gas russo. Si troveranno a pagare molto di più, il che renderà i loro Paesi meno competitivi».

La compagnia nazionale Naftogaz Ucraina inizierà ad acquistare dall’UE utilizzando i fondi di un prestito della BERS. I primi acquisti potrebbero avvenire già a settembre di quest’anno. Secondo il capo di Naftogaz Ucraina, Oleksiy Chernyshov. Il gas sarà poi immagazzinato nei depositi sotterranei in Ucraina. La quantità è ancora ignota, invece l’importo del prestito BERS è di 200 milioni di euro. Il volume dell’acquisto potrebbe arrivare fino a 450 milioni di metri cubi.

NORVEGIA, OCCHI SULLA REGINA DEL GAS

I trader sono preoccupati anche della nuova regina del gas europeo: la Norvegia. La ragione è che il principale fornitore ha appena iniziato il suo programma annuale di manutenzione delle strutture chiave. Lavori che potrebbero durare più del previsto, provocando interruzioni dei flussi. Una situazione che potrebbe far salire ancora di più i prezzi del gas, come successo nei primi giorni di giugno, quando l’indice Title transfer facility (Ttf) ha sfiorato i 39 euro al megawattora.

Un trend a cui ha contribuito in maniera determinante interruzione imprevista all’impianto per il trattamento del gas di Nyhamna, che riceve il gas estratto dai giacimenti di Ormen Lange, sito che contribuisce in maniera determinante al fabbisogno energetico del Regno Unito.

Allo stesso tempo, ha avuto un ruolo centrale anche il blocco delle spedizioni al rigassificatore inglese di Easington, da cui entra un terzo delle forniture di gas britanniche. L’impianto si è fermato a causa di una perdita sul tratto di gasdotto vicino al giacimento Sleipner, nel mare del Nord. L’azienda energetica di stato norvegese, Equinor, ha effettuato l’intervento di riparazione insieme a Gassco, il gestore della rete.

GLI USA E IL GNL

I trader europei hanno gli occhi puntati anche sugli Stati Uniti. Infatti, la stagione degli uragani nell’Atlantico rende settembre un mese molto delicato per il settore del gas gas. La ragione è che i frequenti eventi meteorologici imprevedibili potrebbero interrompere le forniture di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti, il maggiore fornitore europeo di combustibile per navi cisterna. Flussi che potrebbero ridursi ulteriormente a causa del crescente interesse asiatico per il GNL. Se la domanda in Asia scenderà, l’Europa potrà ottenere più consegne di GNL, secondo  Bloomerg.

Intanto, i livelli di riempimento dei stoccaggi europei sembrano in grado di attenuare i rischi per l’inizio della stagione invernale, se la domanda di GNL in Asia non aumenterà ancora.

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