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Cop29

Ecco i principali temi sul tavolo alla COP29 di Baku

Alla COP29 in Azerbaigian molti dei principali attori non sono presenti: Joe Biden non parteciperà, il presidente cinese Xi Jinping ha inviato un vice e anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha disertato

I leader mondiali stanno parlando al vertice delle Nazioni Unite sul clima COP29 di Baku, dove oggi il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha detto loro di pagare per prevenire disastri umanitari causati dal clima.

GUTERRES (ONU): “IL MONDO DEVE PAGARE, O L’UMANITÀ PAGHERÀ IL PREZZO”

“Il suono che sentite è il ticchettio dell’orologio: il conto alla rovescia finale per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius è iniziato, e il tempo non è dalla nostra parte. I ricchi causano il problema e i poveri pagano il prezzo più alto. Raddoppiare i combustibili fossili è assurdo, la rivoluzione dell’energia pulita è qui. Nessun gruppo, nessuna azienda e nessun governo può fermarla, ma possiamo e dobbiamo garantire che sia equa e abbastanza veloce da limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 °C. Tutti i Paesi devono fare la loro parte, ma il G20 deve guidare. Sono i maggiori emettitori, con le maggiori capacità e responsabilità. La COP29 deve abbattere i muri alla finanza per il clima. I Paesi in via di sviluppo non devono lasciare Baku a mani vuote. Serve un accordo. Abbiamo bisogno di un nuovo obiettivo finanziario che risponda al momento. Non c’è tempo da perdere con la finanza per il clima, il mondo deve pagare, o l’umanità pagherà il prezzo”.

ALLA COP29 MOLTI LEADER MONDIALI SONO ASSENTI

Nel giorno dell’evento concepito per riunire i leader mondiali e dare slancio politico per i negoziati, molti dei principali attori non erano presenti: dopo la vittoria alle elezioni statunitensi di Donald Trump – che ha detto che ritirerà di nuovo gli Stati Uniti dagli accordi di Parigi sul clima – il presidente Joe Biden non parteciperà. Il presidente cinese Xi Jinping ha inviato un vice e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, non parteciperà.

IL CAMBIAMENTO CLIMATICO AL CENTRO DEL VERTICE

Quest’anno è destinato ad essere il più caldo mai registrato. Gli scienziati affermano che le prove mostrano che il riscaldamento globale e i suoi impatti si stanno sviluppando più rapidamente del previsto e il mondo potrebbe aver già raggiunto 1,5 gradi Celsius di riscaldamento al di sopra della temperatura media preindustriale, una soglia critica oltre la quale è a rischio di cambiamenti climatici irreversibili ed estremi. All’inizio della COP29, gli insoliti incendi boschivi sulla costa orientale degli Stati Uniti hanno continuato a crescere, mentre in Spagna i sopravvissuti stanno affrontando le peggiori inondazioni nella storia moderna del Paese, e il governo ha annunciato miliardi di euro per la ricostruzione.

L’ACCORDO SUL MERCATO GLOBALE DEL CARBONIO

Ieri il vertice di Baku si è aperto con un accordo tecnico considerato fondamentale per lanciare un mercato globale del carbonio, sostenuto dall’ONU, che finanzierà miliardi di dollari di progetti che riducono le emissioni di gas serra. Questo successo è stato rovinato da una disputa sulle priorità del vertice, che ha messo i Paesi europei e le piccole isole contro il gruppo di nazioni arabe su quanto il futuro dei combustibili fossili dovesse essere importante nell’agenda.

Le procedure di apertura sono state ritardate di almeno 5 ore, concludendosi con un compromesso finale accettato con riluttanza dall’Unione europea e da altri Paesi allineati. Oggi, in una conferenza stampa, i funzionari della COP29 hanno cercato di riportare l’attenzione sull’obiettivo principale del vertice: concordare un accordo fino a 1 trilione di dollari in finanziamenti annuali per il clima per i Paesi in via di sviluppo.

ALIYEV (AZERBAIGIAN): “NON SIAMO UN PESTROSTATO, DALL’OCCIDENTE FAKE NEWS”

“Chiamarci un ‘petrostato’  non è giusto, e dimostra solo la mancanza di cultura politica e conoscenza”. Così il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, che ha aggiunto: “oggi la quota dell’Azerbaigian nella produzione mondiale di petrolio è dello 0,7%, nella produzione mondiale di gas è dello 0,9%. I media di fake news del Paese primo produttore di petrolio e gas al mondo e che produce 30 volte più petrolio di noi ci chiamano però petrostato… è meglio che si guardino dentro. La quota dell’Azerbaigian nelle emissioni globali di gas è solo dello 0,1%. Devo portare queste cifre all’attenzione del nostro pubblico, perché subito dopo che siamo stati eletti come Paese ospitante della COP29, siamo diventati il bersaglio di una campagna coordinata di calunnie e ricatti. I media di fake news occidentali, le cosiddette ONG indipendenti e alcuni politici sembra stiano gareggiando nel diffondere false informazioni sul nostro Paese”.

LAGARDE (BCE): I PAESI RICCHI DEVONO CONTRIBUIRE DI PIù ALLA TRANSIZIONE

“Il prezzo che stiamo pagando per la mancanza di azioni decisive nella lotta contro il cambiamento climatico sta diventando ogni giorno più alto e, più si aspetta, più mettiamo a rischio le fondamenta delle nostre economie e le basi per la nostra sopravvivenza economica”. Scrive così, sul Financial Times, la presidente della BCE Christine Lagarde, in un articolo in cui chiede ai Paesi più ricchi di contribuire maggiormente alla transizione verso un mondo a basse emissioni rispetto ai Paesi in via di sviluppo. Secondo Lagarde, “per restare in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi gli investimenti globali annuali per la mitigazione del cambiamento climatico dovranno raggiungere fino a 11,7 trilioni di dollari entro il 2035, pari a circa il 10% della produzione economica globale. La sola transizione energetica richiede di triplicare gli investimenti nell’energia pulita entro il 2030.

“E’ urgente sbloccare tutte le possibili fonti di capitale – prosegue la presidente della BCE – e creare le condizioni normative necessarie per finanziare il nostro futuro verde e preservare la natura. Tuttavia, osservando gli investimenti per l’adattamento climatico, il ‘gap di finanziamento’ – cioè il divario tra quello che è necessario e i progetti pianificati – si sta allargando. L’UNEP stima che queste esigenze di finanziamento stiano crescendo, poiché sono superiori del 50% rispetto alle precedenti stime . Il cambiamento climatico minaccia le economie globali e le banche centrali, come la BCE, considerano questi rischi per mantenere la stabilità economica e finanziaria. La lotta contro il cambiamento climatico richiede però un impegno diretto dei governi, supportati da aziende e investitori, per finanziare l’innovazione verde. Politiche strutturali e incentivi fiscali nell’Unione europea sono essenziali per facilitare la transizione ecologica, bisogna agire ora per garantire un futuro economico sostenibile”, conclude Lagarde.

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