Advertisement Skip to content
Edison

I numeri da record di Edison nel 2023, i piani di Terna con la Libia e le candidature alla presidenza di Confindustria al vaglio dei saggi. Le notizie di oggi

Edison chiude il 2023 con l’utile in crescita a 515 milioni. Nel frattempo, Terna punta ad interconnettere la Libia con l’Italia con un maxi cavo dal valore di 2 miliardi di euro. Per Confindustria, invece, le candidature sono in corso di verifica da parte dei saggi. Ecco cosa dicono i quotidiani

Edison chiude il 2023 con una decisa crescita di tutte le attività di business. Il Margine Operativo Lordo (Ebitda) si attesta a 1.808 milioni di euro registrando una crescita del 71% rispetto al 20221, grazie al forte contributo delle attività rinnovabili e, in particolare, alla ripresa della produzione idroelettrica dopo la forte siccità del 2022; oltre che all’apporto positivo di Edison Energia nel segmento Gas&Power, che nel 2023 raggiunge i 2 milioni di contratti, e dei servizi energetici e ambientali di Edison Next; evidenzia La Repubblica.

Nel mentre, dai piani di Terna emerge l’ipotesi di una nuova interconnessione energetica con la Libia. Infatti, lo scorso 2 febbraio sarebbe avvenuto un incontro a Roma tra l’ad di Terna, Giuseppina Di Foggia, insieme a rappresentanti del ministero dell’Ambiente e dall’altra l’Autorità per le energie rinnovabili della Libia (ReaoL) alla presenza anche di Osama Al-Darrat, consigliere del primo ministro libico per l’elettricità e le energie rinnovabili e presidente del comitato per l’interconnessione elettrica tra la Libia e i paesi dell’Europa meridionale.

Infine, sono ancora in bilico le candidature alla presidenza di Confindustria. È, infatti, in corso la verifica da parte della commissione di designazione (i cosiddetti «saggi») rispetto alla correttezza dei fascicoli presentati lunedì scorso dai candidati: Edoardo Garrone, Antonio Gozzi, Alberto Marenghi ed Emanuele Orsini.

EDISON: NEL 2023 RECORD EBITDA (+71%) GRAZIE A RINNOVABILI, IDROELETTRICO E FILIERA GAS

In occasione dell’approvazione del bilancio 2023, che ha visto un balzo record dell’Ebitda oltre 1,8 miliardi (+71%) e un utile netto più che triplicato a 515 milioni, il ceo di Edison, Nicola Monti – secondo quanto riporta il Sole 24 Ore – fa il punto su un anno chiave per il gruppo, che ha anche approvato una corposa cedola, 360 milioni, per la maggior parte destinata al socio Edf, ma anche alle azioni di risparmio (0,105 euro ciascuna). “Il balzo della marginalità – sottolinea a Radiocor – è stato ottenuto principalmente grazie alla generazione di elettricità, con il contributo di rinnovabili e idroelettrico, e alla filiera gas, nonostante la mancata consegna di Gnl dagli Stati Uniti. Ma anche la parte mercato ed Edison Next hanno avuto un peso rilevante”.

“Proprio il fatto di avere capitali ci permette di guardare con grande fiducia al futuro e allo sviluppo e, se ci saranno le condizioni, di cogliere opportunità sul mercato per accelerare la crescita. Guardiamo alle rinnovabili, ma anche al mercato clienti di elettricità e gas e al perimetro di Edison Next, che accompagna clienti e territori nella transizione ecologica”, aggiunge.

“Con il bilancio appena approvato è evidente che non abbiamo necessità di effettuarla: lo faremo solo se ci sarà una valorizzazione adeguata. Se queste offerte, su cui ci aspettiamo ulteriori aggiustamenti, non rispetteranno i nostri criteri e le nostre aspettative bloccheremo il processo. A breve decideremo, non possiamo tenere in sospeso il processo e i potenziali acquirenti, che ringraziamo per l’interesse dimostrato”, dichiara il ceo di Edison, Nicola Monti.

L’ARBITRATO CONTRO VENTURE GLOBAL

In merito alle mancate consegne di Gnl dagli Usa e all’arbitrato contro Venture Global, Monti spiega: “In base alle ultime comunicazioni, le consegne potrebbero iniziare solo alla fine di quest’anno: sono oltre due anni di mancate forniture (da ottobre 2022), siamo convinti che la ragione sia dalla nostra parte. In base a questa tempistica abbiamo formulato le richieste di danni, che riteniamo molto ingenti. (…) È ormai di pubblico dominio che anche gli altri cinque buyer hanno iniziato la procedura arbitrale. Da fine 2022 Venture Global sforna regolarmente gas liquido e ha già venduto sul mercato oltre 200 navi di Gnl: non dichiarare la marcia commerciale è un controsenso. Questa mossa, cioè vendere sul mercato spot anziché rispettare i contratti di lungo termine, stimiamo abbia garantito al gruppo Usa extra margini superiori a 10 miliardi di dollari”.

COSA PENSA EDISON SUL RITORNO DEL NUCLEARE

Con riferimento alla piattaforma Mase sul nucleare sostenibile, il ceo di Edison dichiara: “A settembre potrebbe esserci una prima sintesi, con l’indicazione di una road map, necessaria poi a finalizzare un piano per un ritorno consapevole e condiviso del nucleare in Italia. (…) Se vogliamo tornare al nucleare dobbiamo partire dalle tecnologie esistenti”.

TERNA: I PIANI PER L’INTERCONNESSIONE ENERGETICA CON LA LIBIA

Secondo quanto riporta il quotidiano La Stampa, lo scorso 2 febbraio sarebbe avvenuto un incontro a Roma tra l’ad di Terna, Giuseppina Di Foggia, insieme a rappresentanti del ministero dell’Ambiente e dall’altra l’Autorità per le energie rinnovabili della Libia (ReaoL) alla presenza anche di Osama Al-Darrat, consigliere del primo ministro libico per l’elettricità e le energie rinnovabili e presidente del comitato per l’interconnessione elettrica tra la Libia e i paesi dell’Europa meridionale.

Al centro dell’incontro – scrive il quotidiano – l’ipotesi di una nuova interconnessione energetica tra i due paesi, separati da circa 460 km di mare. Per Terna non si tratterebbe di un salto nel vuoto, tutt’altro. La società è tra i principali gruppi europei a operare nel business delle interconnessioni elettriche sottomarine. Ad esempio conta già su un collegamento con la Grecia che parte dalla Puglia e sta studiando la posa di un nuovo cavo verso il paese ellenico.  Il nuovo progetto SaCoI3 prevede invece il rinnovo, l’ammodernamento e il potenziamento dello storico elettrodotto tra Sardegna, Corsica e Toscana e per concludere la panoramica sulle connessioni estere del gruppo quella tra Italia e Montenegro consiste in un collegamento elettrico tra le stazioni di Cepagatti (Pescara) e Kotor per una lunghezza complessiva di 445 km, di cui 423 km di cavo sottomarino e i restanti 22 km in cavo interrato.

Il caso Libia però si inserisce in un altro contesto ed è quello delle crescenti relazioni con i paesi africani. La società guidata da Di Foggia è ormai in fase avanzata di autorizzazione per la costruzione di una interconnessione con la Tunisia, si tratta di un progetto da 600 MW che dovrebbe coprire una distanza di circa 200 km, per un investimento da 850 milioni di euro, in parte finanziato dalla Ue, che contribuirebbe con 300 milioni di euro. La potenziale nuova operazione con la Libia sarebbe in qualche modo un passo successivo rispetto a quella già avviata con la Tunisia ed è inevitabile associarla al piano Mattei di cui tanto si è discusso nelle ultime settimane; riporta il quotidiano La Stampa.

UN MAXI CAVO DAL VALORE DI 2 MILIARDI

“Interconnettere la Libia con l’Italia – spiega il quotidiano La Stampa – implicherebbe un percorso più lungo (in cavo singolo o in cavo doppio?) e quindi di un progetto di maggiori dimensioni rispetto a quello con la Tunisia. Facendo un calcolo aritmetico, se la connessione con Tunisi comporterà un investimento di 850 milioni, quello con Tripoli dovrebbe aggirarsi intorno a quota 2 miliardi. Di sicuro farebbe concreti passi avanti il progetto annunciato dal governo Meloni di trasformare l’Italia in un hub per lo smistamento delle energie rinnovabili, rendendo ancora più importanti i corridoi di trasmissione dell’energia sud-nord lungo il paese e ancora più strategici gli asset gestiti da Terna. Nel gennaio del 2023, dopo la visita della premier Meloni in Libia, una delle prime visite istituzionali nell’area mediterranea, come aveva sottolineato la stessa Presidente del Consiglio era stata Eni a siglare un importante accordo con il paese del Nord Africa. In quell’occasione l’azienda guidata da Claudio Descalzi aveva firmato un’intesa del valore di 8 miliardi con la compagnia statale Noc per la produzione di gas in Libia, un progetto strategico volto ad aumentare la produzione di gas sia per rifornire il mercato interno libico, sia per garantire l’esportazione di volumi in Europa”.

CONFINDUSTRIA: CANDIDATURE AL VAGLIO DEI SAGGI, DEI PROBIVIRI E COMITATO ETICO

Ancora in bilico le candidature alla presidenza di Confindustria. A riprendere la questione oggi è il quotidiano il Corriere della Sera che riporta: “È in corso la verifica da parte della commissione di designazione (i cosiddetti «saggi», Mariella Enoc, Andrea Moltrasio e Ilaria Vescovi) rispetto alla correttezza dei fascicoli presentati lunedì scorso da Edoardo Garrone, Antonio Gozzi, Alberto Marenghi ed Emanuele Orsini. Quest’ultimo potrebbe contare non solo su 49 firme raccolte tra i 185 membri del consiglio generale ma anche sul 25% dell’assemblea. Anche gli entourge di Garrone e Gozzi (accreditati rispettivamente di oltre 40 e oltre 30 firme) sono convinti di superare il 20% del consenso dell’assemblea. Se così fosse, automaticamente dovrebbero essere ammessi al voto del 4 aprile. Ma a verificare come stanno davvero le cose saranno i saggi da giovedì in poi. Resta il fatto che ora le candidature devono passare il vaglio non solo dei saggi, ma anche dei probiviri e del comitato etico. Recita lo statuto dell’associazione: «Una volta ricevute le eventuali candidature, la Commissione di designazione, d’intesa con il consiglio di indirizzo etico e dei valori associativi e con il collegio speciale dei probiviri, ne verifica il profilo personale, imprenditoriale, professionale e associativo, nonché la piena e conforme adesione all’impianto etico e valoriale del sistema associativo». Non si tratta di un passaggio solo formale, tantomeno scontato. I «saggi» controlleranno la correttezza delle firme che ciascun candidato ha presentato loro”.

“(…) Non va sottovalutato nemmeno il passaggio legato al controllo del profilo etico del candidato, su cui non a caso, sono coinvolti sia i probiviri che il consiglio etico. Da notare: negli ultimi anni i probiviri dell’associazione hanno avuto un ruolo da protagonisti in diverse elezioni. Influirono per esempio sull’elezione del presidente della Piccola industria, Giovanni Baroni, quando dalla corsa venne escluso Diego Mingarelli. La colpa dell’imprenditore marchigiano sarebbe stata quella di aver usato in modo improprio la carta intestata di Confindustria. Nel 2020 l’ex presidente di Ancma (Associazione nazionale ciclo, motociclo e accessori), Andrea Dell’Orto, venne espulso dai probiviri dal consiglio generale e lo stesso è avvenuto più di recente per il presidente in carica di Federlegno-Arredo, Claudio Feltrin. Per finire, i saggi diranno la loro sulle modalità di comunicazione dei candidati. In caso di utilizzo di «sedi improprie» per divulgare i loro programmi (la stampa?) potranno essere comminate sanzioni fino all’esclusione dalla competizione elettorale”, si legge nell’articolo.

 

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su