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Caro Benzina

Energia, ecco perché dal 2027 i prezzi del gas e della benzina potrebbero aumentare

Le istituzioni europee mirano a limitare il nuovo prezzo del carbonio ad un massimo di 45 euro per tonnellata di emissioni di CO2, che equivale ad un sovrapprezzo di 10 centesimi per litro di benzina e di 12 centesimi per litro di gasolio

L’aumento di prezzo dei combustibili fossili come gas per riscaldamento, benzina e diesel nel nuovo mercato del carbonio dell’Unione europea a partire dal 2027 potrebbe essere ben al di sopra del limite di 45 euro a cui puntano le istituzioni Ue. È quanto affermano gli esperti, che accusano gli europarlamentari di creare delle false aspettative. Il prossimo 18 aprile, il Parlamento europeo dovrebbe votare sulla riforma del mercato del carbonio dell’Unione europea, concordata dalle istituzioni europee nel dicembre scorso.

LA RIFORMA DEL MERCATO UE DEL CARBONIO

Secondo il progetto di legge, a partire dal 2027 dovrebbe essere avviato in tutti i Paesi Ue un secondo sistema di scambio di quote di emissione per gli edifici e il trasporto su strada, che aumenterà i prezzi dei combustibili fossili per il riscaldamento e la guida. La misura si affianca ad un nuovo “Fondo sociale per il clima” di 87 miliardi di euro, che mira ad attutire l’impatto sulle famiglie più povere.

Le istituzioni europee mirano a limitare il nuovo prezzo del carbonio ad un massimo di 45 euro per tonnellata di emissioni di CO2, che equivale ad un sovrapprezzo di 10 centesimi per litro di benzina e di 12 centesimi per litro di gasolio. Secondo gli esperti, però, questo prezzo potrebbe essere anche maggiore, poiché il meccanismo di smorzamento dei prezzi incluso nella legge non può garantire che il prezzo non aumenti.

“Fondamentalmente, tutto è possibile in termini di prezzi”, ha affermato Michael Pahle, esperto di mercati del carbonio per il Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK). “Non si può dire che il meccanismo aggiuntivo di stabilità dei prezzi possa effettivamente garantire che il prezzo non vada oltre questo livello”, ha detto riferendosi al massimo di 45 euro citato dai policy maker. “Ciò non significa che andrà sicuramente alle stelle ma, proprio perché sappiamo così poco sulla formazione dei prezzi nel nuovo ETS, è possibile anche che avremo dei prezzi molto bassi, oltre che molto alti”, ha aggiunto Pahle.

Peter Liese, parlamentare europeo del PPE e capo negoziatore per la riforma del mercato Ue del carbonio, ha ammesso che il limite di 45 euro non è un prezzo fisso. “Naturalmente, l’accordo del trilogo non può garantire in modo assoluto che i prezzi non supereranno i 45 euro a tonnellata, ma la probabilità è relativamente alta, soprattutto nei primi anni, incluso il 2029. I calcoli della Commissione europea prevedono prezzi di 45 euro”.

FALSE ASPETTATIVE

Quando l’accordo è stato inizialmente concluso, a dicembre, gli europarlamentari sembravano più sicuri, dando l’impressione di un tetto al prezzo massimo. “Sulla base di un meccanismo di mercato, è garantito che il prezzo non sarà superiore a 45 euro”, dichiarò Liese il 18 dicembre.

Il deputato francese Pascal Canfin (Renew), inizialmente fortemente critico della riforma, ha affermato che “le rigide condizioni che abbiamo posto – e in particolare l’introduzione di un prezzo massimo di 45 euro almeno fino al 2030 – rendono la misura politicamente accettabile, secondo me”. Anche nella parte non vincolante della normativa – i cosiddetti “considerando” – è riportato di non superare i 45 euro per tonnellata di CO2, osserva Pahle, ma il relativo meccanismo non potrebbe garantirlo. “Questo paragrafo è significativo perché, da un lato, afferma un’aspirazione al prezzo che può confortare le parti interessate e le parti coinvolte; allo stesso tempo, guardando ai dettagli del meccanismo per realizzarlo, c’è un divario sostanziale tra l’aspirazione e l’attuazione”.

Questo punto di vista è condiviso da Christian Flachsland, direttore del Centro per la sostenibilità della Hertie School Berlin. In pratica, un prezzo di mercato superiore a 45 euro per tonnellata di CO2 farebbe scattare ulteriori quote da rilasciare nel mercato del carbonio a valere sulla cosiddetta riserva stabilizzatrice del mercato, al fine di allineare meglio l’offerta (quantità di quote) alla domanda (quantità delle emissioni).

Tuttavia, dato che verrebbero rilasciati solo 20 milioni di certificati aggiuntivi, mentre la quantità complessiva di emissioni annue coperte dal regime è di circa 1.000 milioni di tonnellate di CO2, “questo non ridurrà il prezzo in modo decisivo, se ci sarà una pressione al rialzo”, ha detto Flachsland. “Pertanto, un prezzo massimo di 45 euro non è affatto garantito. Questo è uno dei problemi di comunicazione: si dice ‘lo facciamo e raggiungiamo gli obiettivi’, e questo è un prezzo di 45 euro, ma secondo me questo non funziona”. 

QUANTO SARANNO ALTI I PREZZI?

Alla domanda su che livelli di prezzo aspettarsi, entrambi i ricercatori hanno sottolineato che è difficile da prevedere, ma hanno indicato dei livelli di prezzo ben superiori a 100 euro, che sarebbero oltre il doppio del prezzo indicato dagli europarlamentari. “Nessun modello prevede prezzi di 45 euro – è più probabile che abbiamo da 100 a 300 euro”, ha affermato Flachsland.

Un prezzo del carbonio di 200 euro equivale ad un sovrapprezzo di 53 centesimi per litro di gasolio e 47 centesimi per litro di benzina. In casi estremi, se i Paesi Ue non adotteranno ulteriori misure di politica climatica, ma si affideranno interamente al prezzo del carbonio per ridurre le emissioni, “avremo un intervallo da 175 a 350 euro per tonnellata di CO2 attraverso diversi approcci di modellazione”, ha affermato Pahle, aggiungendo che “non è un risultato probabile, ma almeno una prima stima del limite superiore”.

Per l’europarlamentare Liese, questo scenario è improbabile: “trovo incomprensibili le affermazioni secondo cui potrebbero esserci prezzi fino a 300 euro per tonnellata alla luce dei calcoli della Commissione europea. Secondo me – ha proseguito – si basano sul falso presupposto che nessun cambiamento risulterà da altre leggi, misure nazionali e innovazioni”. Se la domanda di quote di emissione sarà inferiore, il prezzo del carbonio verrà ridotto di conseguenza. I prezzi poi potrebbero essere ulteriormente abbassati, nei prossimi anni, attraverso ulteriori misure di politica climatica. “Tuttavia – ha avvertito Liese – i Paesi Ue dovranno preparare i propri cittadini ad un mondo in cui “i combustibili fossili saranno scarsi e costosi”.

L’europarlamentare tedesco ha difeso la decisione di non includere un price cap pesante: “non era né sensato né possibile decidere un prezzo massimo assoluto, perché un prezzo fisso ci avrebbe portato direttamente a richiedere l’unanimità, cosa che non avrebbe potuto essere raggiunta in Consiglio”, ha detto Liese, aggiungendo che ciò avrebbe messo a repentaglio il raggiungimento degli obiettivi climatici al 2030. Sia la Commissione europea che l’europarlamentare Pascal Canfin sono stati invitati a commentare, ma non hanno risposto.

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