Rischio incidente nucleare Kursk concreto, Urso convoca Stellantis per tavolo Termoli, Italgas accelera su 2i Rete Gas. La rassegna Energia
Il rischio di un incidente nella centrale nucleare di Kursk è concreto, secondo l’Aiea. L’allarme arriva dopo la visita di ieri di commissari ONU e Aiea per verificare la sicurezza dell’impianto. Dopo la polemica al Metting di Rimini Urso convoca Stellantis e le altre aziende coinvolte nel progetto della gigafactory di Termoli. Italgas accelera nell’operazione 2i Rete Gas, dal valore che dovrebbe superare i 5 miliardi di euro. La rassegna Energia.
ENERGIA, AIEA: PERICOLO INCIDENTE NUCLEARE KURSK
“È sempre più cupa questa guerra che non trova binari verso la pace ma continua a precipitare. Avanzate e distruzioni, allarmi nucleari, stragi e civili in trappola. In un solo giorno c’è tutto questo orrendo menu. Dal monito dell’Aiea sulla tenuta della centrale atomica di Kursk, ai nuovi missili ucraini presentati da Zelensky; dall’ennesimo albergo, stavolta l’Aurora di Kryvyi Rih, centrato da un Iskander russo (3 morti e 5 feriti), agli F16 schierati — per la prima volta ufficialmente — dagli ucraini per contrastare gli attacchi. (…) A Nord, però, è l’Ucraina a rivendicare nuovi successi. Secondo il comandante delle forze armate, Oleksandr Syrsky, le forze di Kiev ora controllano 1.294 chilometri quadrati e cento insediamenti nel distretto russo di Kursk, dove hanno catturato 594 soldati russi. Solo nell’ultima settimana avrebbero conquistato 32 chilometri quadrati, ma il vero successo sbandierato è un altro: aver costretto Mosca a dirottare «30mila soldati dal Donbass a Kursk», si legge su La Repubblica.
“La situazione generale resta difficile per Kiev. Il presidente Zelensky ha detto ieri in conferenza stampa che le forze armate russe controllano il 27% del territorio ucraino. «Forse è troppo presto per parlarne, ma il primo missile balistico ucraino è stato testato con successo», continua il giornale.
“In questa follia bellica collettiva l’umanità rischia già un nuovo cataclisma. Il direttore generale dell’Aiea, Rafael Grossi, dice che il «pericolo di un incidente nucleare nella centrale di Kursk» è concreto, viste «le tracce di attacchi di droni» all’interno del perimetro. Una minaccia che si ripete come già in passato per quella di Zaporizhzhya: il rischio di un incidente atomico non solo non spaventa le parti ma viene usato come una clava. E mentre Grossi rinnova l’appello a entrambi a tener fuori l’energia nucleare civile dal campo di battaglia, annunciando che in settimana incontrerà Zelensky a Kiev, Energoatom annuncia l’intenzione di costruire una nuova centrale nucleare nella regione dei Circassi. Nascerà «sul sito della vecchia centrale incompiuta e abbandonata a Chigyryn». Intanto mezza ucraina è al buio, i blackout programmati in tutto il Paese durano ore e rendono la vita quotidiana complessa. (…) Molti piani d’attacco, e anche molta diplomazia per cercare aiuti e appoggio con cui sostenerli: l’Ucraina trasmetterà (secondo alcune fonti lo ha già fatto) un elenco di obiettivi da colpire in Russia con le armi occidentali e con gli F16”, continua il giornale.
AUTO, URSO CONVOCA TAVOLO GIGAFACTORY TERMOLI
La convocazione arriva dopo la polemica sollevata dal ministro delle Imprese Adolfo Urso, al Meeting di Rimini, sul futuro della gigafactory di Termoli. Parole dirette ai vertici di Stellantis e ai manager della joint-venture Acc, società governata dal produttore italo- franco-americano (che ha come primo azionista Exor che controlla anche Repubblica ), da TotalEnergies e Mercedes Benz. Il ministero ha convocato per il 17 settembre il tavolo sulla fabbrica di batterie che sostituirà la fabbrica di motori che occupa 2 mila persone. Entro quella data la joint venture dovrà fare chiarezza. L’obiettivo è «definire le tempistiche per la riconversione dello stabilimento per la produzione di batterie per veicoli elettrici», spiega il Mimit. Pena, stando alle parole di Urso, la perdita dei fondi del Pnrr, quasi 400 milioni di contributi per coprire una quota degli oltre 2 miliardi di investimento. (…) I sindacati cosa dicono? «Stellantis e Acc facciano chiarezza, ma il governo garantisca i fondi del Pnrr»”, si legge su La Repubblica.
ENERGIA, ITALGAS ACCELERA SU 2I RETE GAS
“Italgas stringe sul dossier 2i Rete Gas per aggregare i due principali operatori nella distribuzione di gas cittadino. A metà agosto il gruppo guidato dal ceo Paolo Gallo ha concluso l’esame dei numeri del gruppo controllato dal fondo infrastrutturale F2i e partecipato da Ardian e dagli olandesi di Apg. La due diligence non ha fatto emergere ostacoli all’operazione, il cui valore dovrebbe quindi superare i 5 miliardi di euro. A questo punto, quindi, Italgas dovrà convocare un consiglio per approvare l’acquisizione e definirne le modalità di finanziamento. Come spiegato dalla stessa società, Italgas farà fronte al fabbisogno finanziario mediante un prestito-ponte garantito da Jp Morgan. Dopodiché, il rifinanziamento di tale debito potrà avvenire tramite una combinazione di strumenti di capitale, debito o ibridi. Qualora Italgas decidesse di procedere a un aumento di capitale — che, secondo stime preliminari, potrebbe ammontare a un miliardo — Cassa Depositi e Prestiti, primo azionista con il 26% attraverso Cdp Reti, si è già detta disponibile a fornire il suo supporto. Mentre
Snam, per bocca del suo amministratore delegato Stefano Venier, ha fatto sapere che «manterrà la stessa esposizione finanziaria». Da intendersi non in percentuale del capitale, ma in valore economico”, si legge su Il Corriere della Sera.
“(…) Non è detto che Italgas debba ricorrere a un rafforzamento patrimoniale. Se è vero che con l’acquisizione il gruppo si farà carico di 3,2 miliardi di debiti netti di 2i Rete Gas, è altrettanto vero che l’operazione consentirà a Italgas di aumentare di oltre il 40% il margine operativo lordo attuale, pari a 1,2 miliardi nel 2023”, continua il giornale.
“Fra Italia e Grecia, Italgas serve 1.983 Comuni. Sotto la regia di F2i, invece, 2i Rete Gas ha continuato ad aggregare realtà locali arrivando a fine 2023 a 815 milioni di fatturato con un margine di profitto di 546 milioni. Come è evidente da questi numeri, l’unione fra le due maggiori aziende attive nella distribuzione del metano a famiglie e imprese in Italia potrebbe comportare rischi antitrust. (…) ciò non toglie che i consulenti di Italgas abbiano elaborato delle simulazioni preparatorie all’operazione, secondo le quali i rimedi antitrust potrebbero comportare la cessione del 20-25% delle attività acquisite. Nell’eventualità bisognerà cercare un compratore”, continua il giornale.