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Eolico Offshore Galleggiante

Eolico offshore galleggiante, le prospettive per l’Italia

Presentato a Roma lo studio strategico della Community Floating Offshore Wind, che evidenzia 10 punti di forza dell’eolico offshore galleggiante, che offrono una chiave di lettura nuova rispetto a 10 convinzioni errate sul tema

Sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica sull’eolico offshore galleggiante e costruire una strategia comune per facilitare la diffusione di questa prossima frontiera della produzione energetica in Italia. Questi gli obiettivi della Floating Offshore Wind Community, l’iniziativa lanciata durante il 49° Forum di Cernobbio da The European House – Ambrosetti, in collaborazione con i partner Acciaierie d’Italia, Renantis, BlueFloat Energy, e Fincantieri.

Oggi a Roma si è tenuta, come atto conclusivo della prima annualità, una tavola rotonda in cui sono stati condivisi i risultati e gli approfondimenti svolti dalla community, che ha coinvolto numerosi stakeholder, con l’obiettivo di dare un contributo alla possibilità per l’Italia di cogliere nuove opportunità industriali.

LO STUDIO SULL’EOLICO OFFSHORE GALLEGGIANTE

L’evento di Roma è stata l’occasione per presentare lo studio strategico della Community Floating Offshore Wind, che evidenzia 10 punti di forza dell’eolico offshore galleggiante che offrono una chiave di lettura nuova rispetto a 10 convinzioni errate sul tema. Dallo studio emerge che “l’Italia è il luogo ideale per ospitare e produrre energia verde attraverso turbine galleggianti, contribuendo in modo sostanziale al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, con potenzialità da terzo mercato mondiale e un contributo del 60% all’intero fabbisogno. Il nostro Paese potrebbe ambire ad una posizione di leadership industriale, grazie ad una già affermata filiera industriale nei settori della siderurgia e della navalmeccanica”.

EOLICO OFFSHORE GALLEGGIANTE: L’ITALIA PUÒ ESSERE IL TERZO MERCATO MONDIALE

Si prevede al 2050 che la produzione di energia elettrica in Italia crescerà a oltre il doppio rispetto a quella attuale (600-700 TWh vs. 276 nel 2022), con le rinnovabili che contribuiranno tra il 95% e il 100% alla generazione elettrica totale. L’eolico sarà fondamentale: rappresenterà fino al 23% dell’elettricità totale generata (dal 7% del 2022), di cui fino al 10% proveniente dall’offshore rendendo necessaria l’installazione di almeno 20GW di eolico galleggiante entro il 2050.

LA FALSA CREDENZA SULL’ADATTABILITÀ DELLA TECNOLOGIA AL MAR MEDITERRANEO

Una convinzione erronea diffusa che riguarda la mancata adattabilità dell’eolico offshore galleggiante al contesto del Mare Mediterraneo è stata smentita dagli studi della community, da cui emerge che questa tecnologia è la soluzione più idonea per aumentare la capacità delle energie rinnovabili, garantendo un impatto ambientale medio fino al 67% inferiore rispetto a quello dell’energia elettrica attualmente prelevata dalla rete italiana, per la possibilità di produrre energia in modo meno invasivo per il territorio. Non presentando una superficie interrata, le turbine galleggianti risultano, infatti, meno impattanti sui fondali rispetto alle controparti a fondo fisso, con minori conseguenze sugli habitat marini, oltre a essere quasi invisibili all’orizzonte grazie al loro posizionamento distante dalla costa.

Lo studio svela che, grazie alle caratteristiche morfologiche e alla conformazione dei suoi fondali, il nostro Paese ha un enorme potenziale. Secondo il Global Wind Energy Council, infatti, l’Italia si posiziona come il terzo mercato mondiale per lo sviluppo di eolico offshore galleggiante. Le stime svolte in collaborazione con il Politecnico di Torino indicano un potenziale di 207,3 GW in Italia per l’eolico offshore galleggiante, rappresentando più del 60% del potenziale di energia rinnovabile complessiva, con Sardegna, Sicilia e Puglia tra le aree di maggiore potenzialità.

DE MOLLI (TEHA): ITALIA FACCIA LEVA SU EOLICO OFFSHORE GALLEGGIANTE

Aprendo l’evento, il CEO di The European House-Ambrosetti, Valerio De Molli, ha spiegato che “ci troviamo in un momento storico decisivo per la decarbonizzazione del Paese e il raggiungimento dei target di energia pulita al 2030 e al 2050. Per cogliere questa sfida, l’Italia deve fare leva sull’eolico offshore galleggiante, il quale ha un forte potenziale energetico e limitati impatti ambientali e sociali. Il sistema industriale italiano ha inoltre importanti competenze nel settore dell’acciaio e della navalmeccanica, le quali possono essere sfruttate per costruire una posizione di leadership nel mercato globale di questa tecnologia con importanti benefici soprattutto nelle regioni del Sud. La community quest’anno ha lavorato per creare consapevolezza sulle potenzialità di questa tecnologia verde e sull’urgenza di avviare gli investimenti, proponendo una precisa roadmap di azioni volte a dare certezza agli investitori affinché la catena del valore industriale nazionale possa organizzarsi e investire seriamente nell’eolico offshore galleggiante, generando ricadute positive sull’economia e sull’occupazione italiana”.

LA CAMERA (IRENA): INSTALLARE ALMENO 500 GB DI EOLICO OFFSHORE ENTRO 2030

“Per IRENA – ha dichiarato il direttore generale di IRENA, Francesco La Camera – aumentare la quota di energia rinnovabile entro il 2030 è il modo più realistico per allinearsi agli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Per raggiungerlo, a partire dallo scorso anno avremmo dovuto installare 1000 GB di rinnovabile ogni anno, per arrivare ad 8 TB nel 2030”. Nel 2023, ha spiegato La Camera, “abbiamo raggiunto i 500 GB di capacità installata annualmente: è un buon risultato, ma non basta. Serve un aumento dell’energia eolica e fotovoltaica. L’eolico offshore giocherà un ruolo importante per raggiungere questi obiettivi, installando almeno 500 GB di eolico offshore entro il 2030, rispetto agli attuali 63 GB. L’Ue considera l’eolico offshore parte integrante della strategia sulle rinnovabili. Entriamo in un’era in cui le rinnovabili non saranno solo un modo per alimentare le case e le imprese, ma uno strumento per stimolare l’economia, per creare posti di lavoro e per favorire lo sviluppo sociale. L’eolico offshore galleggiante – ha concluso il dg di IRENA – è un’opportunità per accelerare la tecnologia per realizzare una transizione energetica sostenibile e giusta”.

VOLPE (RENANTIS): SERVE UNA PROGRAMMAZIONE A LUNGO TERMINE

Secondo Toni Volpe, CEO di Renantis, “la risorsa dell’eolico offshore galleggiante va sfruttata. È una tecnologia che ha bisogno di una scala. Gli attuali parchi eolici presenti in mare hanno dimensioni importanti, ma bisogna avere un programma tale da portare ad una scala che promuova lo sviluppo della tecnologia e l’indotto ad esso associato”.

Per Volpe “un valore di 20 GB probabilmente è una dimensione appropriata, ma ancora inferiore al potenziale che il nostro Paese ha per creare una scala di programma. Bisogna accelerare il processo decisionale, che al momento è di 4 anni; va fatta una programmazione a lungo termine, prendendo spunto da quanto avviene negli altri Paesi, dove sono più avanti. In Italia ci sono pochi investimenti perché manca un sistema di tariffe competitive al ribasso che li favoriscano”.

MORSELLI (ADI): TARANTO A DISPOSIZIONE DI FINCANTIERI SU PROGETTI OFFSHORE

“L’eolico offshore flottante è uno strumento per raggiungere l’indipendenza energetica, è un elemento strategico del nostro Paese. L’indipendenza però non è solo raccogliere il vento dal mare profondo, è anche saper raccogliere questa energia, e questo porta ad una indipendenza tecnologica”. Così l’amministratore delegato di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, che ha aggiunto: “l’acciaieria di Taranto ha diversi interessi in questo contesto, e ha ruoli molto ampi: il primo è produrre molto acciaio. Abbiamo ampi spazi per produrre l’acciaio necessario alle torri, dobbiamo spostarci dalle strutture onshore a quelle offshore. Un’altar cosa  molto importante è che questi lavori vengono fatti a terra per poi trasportarli in mare. Taranto ha costruito una rete di industrie molto evolute sulla lavorazione dell’acciaio, ma bisogna fare formazione, importare le competenze sull’eolico galleggiante. La filiera di Taranto – ha concluso Morselli – sarà a disposizione di Fincantieri per assemblare le torri. Un altro aspetto rilevante del progetto è che abbiamo bisogno di questa energia pulita, e in quantità enormi. Noi consumiamo 1 GW all’anno: trasformarlo in qualcosa di pulito si può fare, ma serve che una grossa parte di questa energia sia prodotta dall’eolico offshore”.

PULITI (SAIPEM): SIAMO IN GRADO DI GUIDARE TUTTA LA FILIERA

Il ceo di Saipem, Alessandro Puliti, ha ricordato che “Saipem ha già fatto l’offshore galleggiate e possiamo replicarlo. Abbiamo il nostro design Star One, una fondazione offshore ingegnerizzata che potremmo costruire in Italia, ad Arbatax, dove abbiamo già costruito delle infrastrutture del genere. Saipem è in grado di guidare tutta la filiera, come abbiamo già fatto sull’oil e gas, dove in 70 anni ci siamo portati dietro la filiera italiana in tutto il mondo. La riduzione dei costi c’è stata, ma non bisogna spremere la filiera come un limone”.

FINCANTIERI: FLOATING PUÒ PORTARE 27MILA POSTI LAVORO AL 2050

“La decarbonizzazione dell’Italia – ha affermato Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Fincantieri,  – si può raggiungere puntando strategicamente sulle competenze e sull’eccezionale know-how industriale del nostro Paese. Questo cambiamento può inoltre promuovere la crescita economica e occupazionale, in particolare nel Mezzogiorno. La tecnologia dell’eolico offshore galleggiante è un’opportunità senza precedenti per il sistema Italia, con la prospettiva di generare un’occupazione significativa, stimata in fino a 27.000 posti di lavoro entro il 2050. Siamo fiduciosi nelle potenzialità dell’Italia e nel suo tessuto industriale, siamo determinati a essere protagonisti nell’eolico offshore galleggiante, un settore in cui Fincantieri vanta già una solida expertise”.

LE PROPOSTE PER LO SVILUPPO IN ITALIA

In conclusione, la community ha spiegato che, per garantire investimenti significativi nel settore, è essenziale definire una chiara visione industriale a lungo termine, con un obiettivo di almeno 20 GW entro il 2050 che funga da stimolo per le aziende nazionali e attragga investimenti esteri. Sarà importante, a tal fine, stabilire obiettivi intermedi per il 2035 e il 2040, insieme a una pianificazione trasparente e a lungo termine delle aste per finanziare i progetti.

Per garantire l’accettazione dei parchi eolici offshore galleggianti da parte degli stakeholder, delle comunità e delle istituzioni locali, è essenziale adottare un approccio concertativo. Ciò implica il coinvolgimento dei territori e degli operatori economici sin dalle prime fasi, anche durante la progettazione, per potenziare il dibattito pubblico e includere le regioni nel processo autorizzativo, sviluppando una “carta di compensazione” per misure di lungo termine.

GLI INCENTIVI ECONOMICI E IL RUOLO DI TERNA

Alla luce degli importanti benefici industriali che lo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante è in grado di generare, è essenziale creare un quadro chiaro di incentivi economici in grado di accelerare gli investimenti e stimolare la filiera industriale nazionale. La pubblicazione del Decreto FER 2, che sostiene la produzione di energia da fonti rinnovabili innovative, è un elemento chiave. L’aggiornamento costante delle tariffe d’asta con l’inflazione e le sovvenzioni capex per infrastrutture cruciali sono altrettanto indispensabili per garantire la competitività dei progetti nazionali e contribuire a generare ricadute occupazionali nel nostro Paese.

È infine essenziale potenziare il ruolo di Terna nell’implementazione di un piano di sviluppo infrastrutturale di rete per accelerare i progetti eolici offshore galleggianti, favorendo un costante dialogo tra Terna e gli operatori del settore eolico offshore, per gestire le numerose domande e integrare i sistemi di richieste di connessione e Valutazione di Impatto Ambientale.

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