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Eolico Offshore Flow Community

Eolico offshore, nasce la Floating Offshore Wind Community

Presentata al Forum di Cernobbio, è un’iniziativa di The European House – Ambrosetti, in collaborazione con i Partner Renantis, BlueFloat Energy, Fincantieri e Acciaierie d’Italia, per evidenziare il contributo dell’eolico offshore galleggiante al processo di decarbonizzazione dell’Italia e le ricadute della tecnologia sull’economia e sulle filiere locali

Evidenziare il contributo dell’eolico offshore galleggiante al processo di decarbonizzazione del Paese e le ricadute di questa tecnologia sull’economia italiana e le filiere locali. È questo l’obiettivo della Floating Offshore Wind Community, progetto creato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con i Partner Renantis, BlueFloat Energy, Fincantieri e Acciaierie d’Italia. A presentare questa iniziativa in una conferenza stampa nell’ambito del Forum di Cernobbio sono stati Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti; Pierroberto Folgiero, CEO di Fincantieri; Lucia Morselli, CEO di Acciaierie d’Italia; Carlos Martin Rivals, CEO di BlueFloat e Toni Volpe, CEO di Renantis, coadiuvati dall’advisor scientifico Tim Pick, già consulente del Governo del Regno Unito per lo sviluppo dell’eolico offshore.

“La decarbonizzazione dell’Italia e dell’Europa deve fare leva sul principio fondamentale della neutralità tecnologica: è necessario sfruttare il contributo sinergico e complementare di tutte le tecnologie disponibili. In questo processo, l’eolico offshore galleggiante può essere la chiave per accelerare la transizione verde, grazie al potenziale energetico e ai limitati impatti ambientali e sociali, nonché alle ricadute positive sulla filiera industriale italiana”, ha commentato Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti.

IL CONFRONTO INTERNAZIONALE

Effettuando un confronto con i principali player internazionali, emerge che, con una capacità installata di eolico offshore (a fondo fisso) al 2022 pari a 30 MW e un obiettivo al 2030 pari a 2,1 GW (tra impianti a fondo fisso e galleggiante), il nostro Paese viene ampiamente distaccato dalla Cina, leader mondiale, dal Regno Unito, 2o mercato mondiale, e dalla Germania, leader in UE – che, rispettivamente, vantano un installato nel 2022 pari a 30 GW, 14 GW e 8 GW e un target al 2030 pari a 60 GW, 50 GW e 30 GW (quasi interamente impianti a fondo fisso). Mentre le potenze globali puntano con decisione su questa tecnologia, la bozza di aggiornamento del nostro Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) prevede che solo il 2% dell’obiettivo di potenza rinnovabile elettrica installata al 2030 provenga da impianti eolici offshore (a fondo fisso e galleggianti).

ITALIA PAESE IDEALE PER L’EOLICO OFFSHORE GALLEGGIANTE

Grazie alle caratteristiche morfologiche ed alla conformazione dei fondali marini, il nostro Paese ha un enorme potenziale per l’installazione di eolico offshore galleggiante: secondo le stime del Global Wind Energy Council, l’Italia è il terzo potenziale mercato mondiale per eolico galleggiante. Inoltre, secondo il Marine Offshore Renewable Energy Lab (MOREnergy Lab) e il Politecnico di Torino, il potenziale italiano di eolico offshore galleggiante è pari a 207,3 GW (x3,4 le FER installate nel 2022) in termini di potenza, e 540,8 TWh/anno (x1,7 la domanda elettrica nel 2022) in termini di generazione.

Tra le aree del Paese con maggiore potenzialità di sviluppo di questa tecnologia si evidenziano la Sardegna, la Sicilia e la Puglia, in un contesto in cui queste Regioni mostrano un gap di rinnovabili da colmare, rispettivamente, del 128%, del 115% e del 50% (ai trend attuali vs target energetici al 2030, secondo la bozza del Decreto Aree Idonee). Un motivo in più per investire nell’eolico offshore galleggiante, evidenzia la Community, che ha coinvolto nel corso dei propri lavori i rappresentanti delle Regioni interessate.

La produzione di eolico offshore galleggiante attiverebbe, inoltre, alcuni settori chiave per l’Italia, in particolare quello dei prodotti metallici, dei materiali da costruzione, della meccanica avanzata, delle naval-meccanica e delle attrezzature elettriche – per un totale di 255,6 miliardi di Euro (2o Paese in UE dietro alla Germania) e 1,3 milioni di occupati.

EOLICO OFFSHORE TRADIZIONALE ED EOLICO OFFSHORE GALLEGGIANTE

Dai lavori della Community è emerso anche che l’eolico galleggiante può aprire notevoli opportunità di sviluppo per il nostro Paese, con particolare riferimento a 3 elementi che distinguono questa tecnologia rispetto a quella dell’eolico tradizionale: le piattaforme galleggianti, l’utilizzo di navi e di infrastrutture portuali specifiche.

Per quanto concerne le piattaforme galleggianti, la produzione di acciaio sarà cruciale per il loro sviluppo e la loro costruzione. In questo contesto, l’Italia potrà beneficiare della presenza di alcuni tra i più importanti impianti di produzione di acciaio dell’Unione europea e della disponibilità di un sito siderurgico primario che negli ultimi anni ha compiuto un notevole sforzo di sviluppo sostenibile per la realizzazione di un acciaio “pulito” che rispetta l’ambiente. In questo contesto, il produttore di acciaio che partecipa allo sviluppo e alla costruzione di grandi impianti eolici offshore, essendo anche un consumatore di energia, crea un circolo virtuoso utilizzando la fornitura di energia per ridurre ulteriormente le emissioni.

VOLPE (RENANTIS): INDIVIDUARE LO SPAZIO ADATTO NEI MARI ITALIANI

Toni Volpe, amministratore delegato di Renantis, ha evidenziato che  “l’eolico galleggiante è un’ottima opportunità per potenziare le infrastrutture del nostro Paese e creare crescita ed opportunità d’investimento per le diverse anime dell’industria. Con un comune obiettivo, la transizione ed una minore dipendenza energetica dell’Italia, che si abbina, in modo complementare, a un altro obiettivo fondamentale per la crescita dell’Italia: la creazione di posti di lavoro”.

Per Volpe “gli ostacoli allo sviluppo di eolico marino galleggiante, in Italia, sono ancora molti. C’è bisogno di certezze sull’individuazione di spazio adatto nei mari di Sicilia, Calabria, Sardegna e Puglia. Gli operatori che qui hanno già iniziato a investire hanno bisogno di una risposta chiara che dia regole più certe allo sviluppo della tecnologia in queste aree”.

Per lo sviluppo di eolico marino galleggiante, “il nodo del processo autorizzativo è centrale. Il decreto legislativo 387 del 2003 non è ancora stato aggiornato e le linee guida, tanto auspicate, non sono ancora state adottate. Se si vuole accelerare nello sviluppo delle infrastrutture energetiche, il Paese non può più attendere. Renantis in questi anni ha lavorato per rafforzare il legame con le comunità locali ed è fortemente impegnata a contribuire allo sviluppo di catene di approvvigionamento regionali per tutte le fasi progettuali. Di ciò beneficeranno i territori locali. Inoltre – ha concluso Volpe – aumenterà la sicurezza della nostra catena di fornitura, consentendo grandi investimenti sul territorio e la creazione di prodotti e competenze esportabili successivamente in altri mercati”.

RIVALS (BLUEFLOAT): L’ITALIA AGISCA PRESTO PER CREARE QUADRO POLITICO FAVORECOLE

Carlos Martin Rivals, amministratore delegato di BlueFloat Energy, ha sottolineato come “molti Paesi, in particolare nella regione del Mediterraneo, stanno sfruttando il potenziale dell’eolico offshore galleggiante per raggiungere i propri obiettivi di decarbonizzazione e garantire la sicurezza energetica nell’attuale contesto geopolitico. L’Italia ha un’opportunità unica di assumere un ruolo guida nella diffusione di questa tecnologia all’avanguardia, ma deve agire rapidamente per creare un quadro politico favorevole”.

L’eolico galleggiante “è un’industria emergente diversa da quella a fondazione fissa, che richiede quindi un’ottima comprensione delle sfide specifiche di questa tecnologia. BlueFloat Energy si impegna a mettere a disposizione la propria esperienza e competenza internazionale al servizio delle istituzioni e dell’industria italiana. Stiamo sviluppando attivamente progetti eolici offshore galleggianti in Spagna, nel sud della Francia e in Italia, apportando una prospettiva regionale unica. Riteniamo che vi siano sinergie e complementarità che potrebbero essere sfruttate per realizzare una fiorente industria eolica galleggiante pan-mediterranea”.

BUFFO (ACCIAIERE D’ITALIA): INVESTIREMO IN IMPIANTI EOLICI E FOTOVOLTAICI

Adolfo Buffo, Director General Quality-R&D and Sustainability di Acciaierie d’Italia, ha spiegato che “noi puntiamo ad incrementare la quota di energie rinnovabili perché abbiamo al necessità di sostenere il percorso di transizione energetica dei nostri stabilimenti e dei processi di produzione. Il nostro obiettivo è di arrivare gradualmente alla decarbonizzazione dei nostri processi. Per questo volgiamo destinare investimenti agli impianti eolici e fotovoltaici, attraverso cui possiamo aiutare a ridurre l’impronta carbonica dello stabilimento di Taranto. Lo stabilimento di Taranto già oggi produce lamiere d’acciaio per l’eolico offshore e ha previsto importanti investimenti pe potenziare le linee di produzione”.

Per installare, rendere operative e mantenere le turbine galleggianti, sono necessarie navi di supporto specifiche, per cui l’Italia può sfruttare la propria posizione di leader europea per produzione di navi, con un valore pari a 6,6 miliardi di Euro – triplicando il valore della 2a classificata, la Spagna, con 2,1 miliardi di Euro. Questa posizione di leadership è ancora più rilevante se si pensa che la fase di Operations & Maintenance rappresenta la prima voce di costo nella vita utile di un parco eolico offshore galleggiante (37% del totale).

FOLGIERO (FINCANTIERI): ABBIAMO BISOGNO DI UN’ACCELERAZIONE INDUSTRIALE

Per il CEO di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, “noi dobbiamo progettare la filiera dell’eolico offshore galleggiante, che prevede migliaia di tonnellate di acciaio che andranno in mare. Per una volta nella vita, noi dovremo vedere quest’onda che arriva e surfarla, come manager, legislatori e imprenditori. Il ruolo di Fincantieri a questa community è sottolineare la necessità di un’accelerazione industriale perché, per fare tutti i floaters che servono per raggiungere i target in Europa, bisogna raddoppiare la Fincantieri. Noi lavoriamo 150.000 tonnellate di acciaio all’anno per costruire le navi,  ma per realizzare i 2-5-10 GW previsti per il 2035 servono altre 150.000 tonnellate di acciaio. Si tratta quindi di duplicare la Fincantieri, creando occupazione, creando Pil, alimentando le catene di produzione dell’acciaio. Bisogna progettare le quantità e gli investimenti”.

Terzo elemento cruciale allo sviluppo di parchi eolici galleggianti sono i porti, dove viene svolta la maggior parte delle attività di assemblaggio, installazione e messa in funzione delle turbine galleggianti. Al momento, tuttavia, in Italia non esistono porti con i requisiti per sviluppare un progetto di eolico offshore galleggiante: sono necessari centinaia di milioni di euro per adeguare le attuali infrastrutture.

PICK (OFFSHORE WIND GROWTH PARTNERHSIP): EOLICO GALLEGGIANTE OPPORTUNITÀ INDUSTRIALE ED ECONOMICA

“L’eolico offshore può essere un elemento chiave per decarbonizzare il sistema elettrico italiano, perché l’Italia ha molto mare e vento da sfruttare. L’eolico offshore galleggiante non è solo un’opportunità per la decarbonizzazione, è un’opportunità anche industriale ed economica. È una tecnologia relativamente nuova e che presenta delle difficoltà, soprattutto sull’industrializzazione e la realizzazione delle turbine e delle piattaforme su cui queste poggiano. Col tempo vedremo come evolverà fino ad essere impiegata su vasta scala”. Così Tim Pick, chairman della Offshore Wind Growth Partnerhsip.

LE PROPOSTE PER LO SVILUPPO DELL’EOLICO OFFSHORE IN ITALIA

In conclusione, la Community ha messo in luce alcune questioni aperte da affrontare per permettere lo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante in Italia. Anzitutto, manca l’individuazione di un obiettivo ambizioso, che dovrebbe essere pari ad almeno 20 GW al 2050, che incentivi gli investitori nello sviluppo di questi progetti. In Italia manca, inoltre, una pianificazione strategica dello spazio marittimo: coerentemente con l’obiettivo di 20 GW al 2050, essa deve identificare, soprattutto nei mari di Sicilia, Sardegna e Puglia, aree che per numero e dimensioni permettano questi sviluppi.

Un’ulteriore sfida è quella di efficientare gli iter autorizzativi – ad oggi, i progetti di eolico offshore richiedono tempistiche lunghe, includendo le attività organizzative legate alla filiera e al sito costruttivo. È inoltre auspicabile definire sistemi incentivanti a livello Paese che permettano uno sviluppo concorrenziale dell’eolico galleggiante, oltre ai necessari interventi per ampliare la capacità di rete a livello Paese.

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