È stato firmato il decreto interministeriale che sblocca lo sviluppo di hub cantieristici offshore in aree demaniali marittime strategiche. L’obiettivo è rafforzare la filiera industriale nazionale nel settore delle energie rinnovabili marine.
Il decreto, frutto della collaborazione tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), individua le aree di Augusta e Taranto come prioritarie per la realizzazione degli hub.
La scelta di queste due aree è motivata da criteri di fattibilità tecnico-economica, disponibilità di spazi, tempi di realizzazione e connessione logistica. Gli interventi infrastrutturali previsti, che includono ammodernamenti, dragaggi e adeguamenti di banchine, sono finalizzati allo sviluppo di attività cruciali come la produzione, l’assemblaggio e il varo di componenti per impianti eolici galleggianti.
INVESTIMENTI PER OLTRE 78 MLN DI EURO
L’iniziativa prevede un investimento complessivo di 78,3 milioni di euro, finanziato attraverso la riassegnazione dei proventi derivanti dalle aste delle quote di emissione di CO₂, distribuiti su tre annualità a partire dal 2025.
Il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha espresso grande soddisfazione per la firma del decreto, che ha seguito personalmente.
Con questa mossa, il governo intende avviare un percorso strategico per la transizione energetica, promuovere lo sviluppo sostenibile della cantieristica portuale e consolidare il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo come hub industriale per l’eolico offshore.
ANEV PLAUDE: BENE IL DECRETO SUI PORTI, ORA UN PIANO CONCRETO
La firma del “decreto porti” che finalmente individua i porti per la nascita della filiera dell’eolico off-shore, dimostra come questo comparto gode della volontà del Governo di essere supportato (sono stati stanziati 78,3 Mln di € per tre anni). L’individuazione di Augusta e Taranto poi indicano l’inizio di un percorso che è indispensabile per far partire una filiera, ha sottolineato Anev in una nota. “Questo primo passo può e deve essere letto come la (ri) partenza del settore che l’ANEV ha posto come base del 3° Summit Annuale dell’Eolico Off-Shore che si terrà il 18 luglio presso l’Auditorium del GSE. Ripartire dopo tante false partenze è l’unica strada per far nascere un settore che tra eccessi di ogni tipo rischiava di arrotolarsi nelle aspettative irrealizzabili con grave danno per gli operatori che hanno invece investito ingenti risorse”.
“Oggi finalmente si riparte in un percorso che dovrà, a nostro modo di vedere, partire da analisi realistiche e sostenibili, che portino un settore nuovo a vedere nel nostro Paese un punto di riferimento per trasformare una applicazione innovativa, l’off-shore, di una tecnologia matura, l’eolico, in una industrialmente matura. La sfida è importante e può essere vinta solo se verrà affrontata con la concretezza e la lungimiranza di mettere insieme le risorse disponibili con i benefici correlati alla nascita del settore – ha proseguito Anev -. Per questo motivo il 18 luglio l’ANEV presenterà ai rappresentanti del Governo le proprie proposte di (ri) partenza del settore che potranno portare l’eolico off-shore ad essere uno degli attori principali nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione post 2030. A supporto delle proposte dell’ANEV verrà presentato lo studio dell’Università La Sapienza di Roma che fornirà gli elementi reali relativi ai benefici che questa filiera industriale può dare, fornendo quindi finalmente dei solidi e veritieri elementi al Pubblico decisore. L’eolico Off-Shore può e deve essere una gamba della transizione energetica e per far sì che ciò avvenga serve un quadro solido e autorevole di informazioni su cui basare le politiche future di crescita, l’ANEV è da sempre impegnata in questa direzione con l’obiettivo di supportare le imprese nell’interesse più generale del Paese”.