Dal 1° luglio parte il Regolamento Euro 7 sulle emissioni. Le case auto hanno 30 mesi per adeguarsi, ma gli italiani non vogliono cambiare macchina. Il nuovo standard sarà un flop?
Domani parte il Regolamento Euro 7 e scatta il conto alla rovescia per i produttori. Entro 30 mesi le case automobilistiche dovranno adeguarsi alle nuove regole per auto e furgoni. La Commissione Europea ha solo rimandato le multe per le vetture inquinanti, ma la minaccia non è ancora sventata. Gli obiettivi di riduzione delle emissioni e transizione sostenibile, infatti, sono invariati. E quando il tempo finirà, la Commissione Europea non farà più sconti. Gli ultimi dati mostrano però che gli italiani sono sempre più restii a rinnovare la propria vettura. Un trend che potrebbe decretare il fallimento del Regolamento Euro 7. Sarà un buco nell’acqua?
EURO 7 IN RAMPA DI LANCIO
Il nuovo standard europeo sulle emissioni per auto e furgoni di nuova omologazione è pronto a partire. I veicoli pesanti avranno ancora due anni a disposizione prima di intraprendere questo percorso. Cosa cambia con l’entrata in vigore del Regolamento Ue? I limiti allo scarico sono invariati rispetto alla normativa Euro 6, ma vengono introdotti per la prima volta paletti specifici sulle emissioni di particolato derivanti dall’usura di freni e pneumatici, inclusi i veicoli elettrici e ibridi. Per i veicoli pesanti di nuova fabbricazione, invece, il Regolamento introduce limiti più severi anche per nuovi inquinanti come il protossido di azoto (N₂O). La buona notizia per gli automobilisti italiani è che le nuove norme non sono retroattive, quindi non impatteranno sulle auto immatricolate fino al 30 giugno 2025. Queste vetture continueranno infatti a seguire lo standard Euro 6d e potranno circolare normalmente, salvo restrizioni locali. I dati dell’indagine annuale sulla mobilità degli italiani condotta da ANIASA e Bain & Company disegnano un quadro che potrebbe diventare preoccupante.
L’EURO 7 SARA’ UN BUCO NELL’ACQUA?
Il successo del Regolamento Euro 7 e della transizione sostenibile della mobilità dipenderà in gran parte da un fattore: la tendenza all’acquisto di nuove vetture. Dagli ultimi dati emerge un trend preoccupante. La quota di italiani che utilizza l’auto quotidianamente è salita dal 72% del 2023 all’80 %. Tuttavia, è aumentata anche la percentuale di persone che non prende neanche in considerazione di comprare una nuova vettura (dal 57% del 2023 al 62% del 2024).
Il nemico principale delle immatricolazioni in Italia è la crescita dei prezzi, che fa crollare l’interesse per l’acquisto di auto nuove. I numeri parlano chiaro: in 10 anni il prezzo medio dell’auto è passato da 19 000 € a 30 000 € (+52 %), mentre i redditi famigliari sono cresciuti solo del 29%. In altre parole, se queste tendenze continueranno a tradursi in aumento e invecchiamento del parco circolante, la transizione green delle quattro ruote naufragherà miseramente.
I NUOVI REQUISITI SULLE PERFORMANCE
Ogni veicolo avrà un proprio “passaporto ambientale” che raccoglie dati sulle performance ambientali: valori delle emissioni, ma anche durata della batteria e autonomia per i modelli elettrici. I veicoli dovranno garantire il rispetto dei limiti di emissione per almeno 200.000 km o 10 anni di utilizzo, raddoppiando i requisiti di durabilità rispetto al passato. L’inquinamento sarà tenuto sotto controllo attraverso sistemi di monitoraggio in tempo reale delle emissioni, per garantire il rispetto dei limiti anche dopo l’omologazione iniziale.