Skip to content
Stefano feltri nicola porro green

Tutte le pulci green di Stefano Feltri al sito di Nicola Porro, per niente green (e alle aziende che lo sponsorizzano)

Che cosa scrive nella newsletter di oggi l’ex direttore di Domani Stefano Feltri sul sito del giornalista e conduttore televisivo 

La transizione climatica per migliorare le condizioni di salute del pianeta Terra, e di conseguenza anche le nostre, è complicata anche dal punto di vista dialettico. Parlare di tematiche green in questi tempi spesso, purtroppo, coincide con il vizio dello schieramento fazioso. O di qua o di là. Eppure, ci sono tante certezze, in mezzo ad altrettante difficoltà (altrimenti, non parleremmo di transizione). Tra queste, l’operato di tante aziende che per vocazione operano nel campo delle energie pulite e dunque praticano giorno per giorno – tramite investimenti e infrastrutture – la sostenibilità, in attesa di vederla affermata in quanti più ambiti possibili.

Eppure, dicevamo, c’è il problema del racconto e del posizionamento. Questione spinosa, basti pensare al greenwashing e alla facilità (soprattutto aziendale) di dirsi verdi prima ancora di esserlo per davvero.

COSA NON VA NEL SITO DI NICOLA PORRO, SECONDO STEFANO FELTRI

Secondo l’ex direttore di Domani Stefano Feltri, oggi editorialista per MF-Milano Finanza, Internazionale e Vanity Fair ma soprattutto curatore della newsletter (e podcast) Appunti, “il negazionismo climatico sta diventando una delle cifre caratterizzanti dell’attività di Nicola Porro, sia in televisione che sul web”. Un’attività che va avanti da anni e che frutta anche parecchi soldi al giornalista del Giornale, nonché conduttore su Rete 4: “nel 2022 è arrivato a fatturare quasi 2 milioni di euro con oltre 700.000 euro di utile, il grosso dei costi sono collaborazioni (841 mila euro)”.

PERCHE’ LE AZIENDE GREEN SPONSORIZZANO CONTENUTI ED EVENTI NON GREEN?

Ma a stupire Feltri non sono tanto i contenuti (come quello citato di Vincent Vega sull’irresponsabilità umana riguardo le vicende climatiche), bensì che “mentre scrivo, il sito nicolaporro.it mi propone per esempio di passare al fornitore di energia NeN, del gruppo milanese A2A. Anche gli inserzionisti di NeN, evidentemente, devono essere della lobby green che il sito di Porro attacca, vittime della propaganda climatica, visto che sul sito si vantano di offrire una energia verde davvero“.

Ma questa stranezza non si limita solo al sito di Porro. “L’amministratore delegato di A2A Renato Mazzoncini era sul palco della Ripartenza di Porro a Milano il 2 febbraio. Quindi il rapporto c’è ed è forte”, fa notare Feltri. Il quale ricorda anche la presenza di tante altre aziende, da Axpo a Intesa Sanpaolo passando per Fs, Mastercard ed EY. Accusate dal giornalista un tempo al Fatto Quotidiano di ignorare la proposta editoriale di Porro oppure di accontentarsi di sostenere contenuti ed eventi sul negazionismo climatico.

ALCUNI ESEMPI

Quanto agli esempi del portale tanto discusso, ad ora i primi due articoli in evidenza in homepage rimandano all'”ecologismo marxista” e la vittoria dei trattori a Bruxelles. Nell’apposita sezione “Politiche Green”, si va dal flop dell’auto elettrica anche in Germania all’auto elettrica paragonata a un comunismo vestito di verde. Enfatizzate sono, invece, le proteste degli agricoltori europei che gridano contro il Green Deal di Bruxelles. Insomma, una chiara presa di posizione che però è totalmente opposta a quella delle aziende inserzioniste o sponsor. Ennesima conferma che il primo problema della transizione energetica e climatica è quello comunicativo.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su