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Fitto PNRR

Fitto fiducioso sul PNRR, ma oltre il 60% delle procedure non è ancora stato completato

In audizione all’Europarlamento, il ministro ha spiegato che “la politica di coesione  è al centro dell’integrazione europea e deve svolgere un ruolo essenziale per garantire il progresso sociale ed economico dell’Ue e nel ridurre le disparità tra i diversi territori e le diverse regioni”

Il candidato italiano alla vicepresidenza della Commissione europea, Raffaele Fitto, ieri ha tenuto un’audizione al Parlamento europeo per cercare di ottenere subito il via libera dalla maggioranza qualificata di due terzi.

FITTO AL PARLAMENTO UE: “IL PNRR STA PROCEDENDO IN MODO POSITIVO”

“Non sono qui per rappresentare un partito politico né uno Stato membro, sono qui oggi per affermare il mio impegno per l’Europa”, ha spiegato Fitto, che ha ringraziato il governo Meloni e la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen per il ruolo di vicepresidente esecutivo per la Coesione e le Riforme. “La politica di coesione – ha aggiunto – è al centro dell’integrazione europea e deve svolgere un ruolo essenziale per garantire il progresso sociale ed economico dell’Ue e nel ridurre le disparità tra i diversi territori e le diverse regioni. Le nostre regioni, le nostre città e i nostri cittadini sono al centro di questa politica”. In qualità di ministro italiano della Coesione e per l’attuazione del PNRR, Fitto ha affermato che “il piano sta procedendo in modo positivo, con oltre il 45% degli obiettivi raggiunti”.

In realtà, però, il PNRR italiano sta avendo un percorso tutt’altro che in discesa.

PNRR tabella procedure

I DATI DELL’ANAC SULL’ATTUAZIONE DEL PNRR

La conferma proviene dai dati dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) sulle gare e sulle procedure di appalto relative a investimenti svolte fra il 2023 e il 2024 e non ancora assegnate. Sul sito web dell’authority si legge che le procedure non ancora completate sono oltre il 60% di tutte quelle avviate negli ultimi due anni (98.033 su 162.480), mentre la quota degli importi economici degli appalti non ancora affidati è il 45% del totale avviato (35,5 su 79,2 miliardi).

Una situazione che sarebbe praticamente irrecuperabile, senza una proroga della scadenza di giugno 2026. L’ANAC fa poi delle precisazioni, spiegando che da questo perimetro sono esclusi gli affidamenti diretti senza gara, che sono quindi sono già aggiudicati. Una seconda precisazione riguarda la distinzione fra i due anni presi in esame: “dai dati risulta che per gli appalti avviati nel 2023 è arrivato all’affidamento il 74% del valore appaltato, mentre quelli avviati nel 2024 sono solo il 5%”, ha spiegato l’Autorità.

IL DETTAGLIO SU LAVORI, FORNITURE E SERVIZI

Nei dati ANAC sono presenti tutti gli appalti delle tre categorie: lavori, forniture e servizi. Considerando il dato generale, non c’è una particolare sofferenza per i lavori pubblici, il settore che generalmente presenta le maggiori criticità in termini di tempi. La quota di “non affidati” rispetto al biennio 2023-2024 è infatti del 39%, addirittura più bassa della media complessiva. Molto più alta è invece la quota degli appalti ancora fermi per le forniture in termini di numero di gare (74%) e per i servizi in termini di importi economici (65%).

Se invece si considerano le sole procedure avviate nel 2024, su 13.577 milioni di euro di procedure di lavori pubblici, quelle non avviate ammontano a 12.996 milioni di euro (oltre il 96 % del totale). Aggiungendo i 6,7 miliardi ereditati dal 2023, si arriva a quasi 20 miliardi di lavori pubblici PNRR ancora da affidare e cantierizzare. Un dato che conferma i dubbi sulle capacità del PNRR di rispettare il termine del 2026.

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