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Francia

Francia, come saranno le politiche energetiche in caso di vittoria di Le Pen?

Jean-Philippe Tanguy, responsabile della piattaforma economica ed energetica di Rassemblement National, ha dichiarato che “non vogliamo abbandonare il piano per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, vogliamo realizzarlo con altri mezzi”

I piani della Francia di espandere le energie rinnovabili e abbandonare i combustibili fossili sono minacciati dal partito nazionalista di estrema destra “Rassemblement National” di Marine Le Pen, che entro poche settimane potrebbe ottenere il maggior numero di seggi alle elezioni e abolire le principali politiche ambientali.

Facendo leva sulla rabbia di alcuni elettori per il fatto che le politiche climatiche stanno colpendo i loro portafogli e la libertà di scelta, Rassemblement National si è impegnato a rivedere i principali assi dello storico Green Deal dell’Unione europea.

GLI EFFETTI DI UNA VITTORIA DI LE PEN NEL SETTORE ENERGETICO IN FRANCIA

Una vittoria del partito potrebbe minacciare le utilities, gli sviluppatori di energie rinnovabili, i produttori di turbine e i produttori di batterie per auto, mettendo la Francia in rotta di collisione sui suoi obblighi verdi nei confronti dei partner Ue. “Vogliamo fermare le politiche verdi punitive”, ha affermato in un’intervista Jean-Philippe Tanguy, responsabile della piattaforma economica ed energetica di Rassemblement National, aggiungendo che “non vogliamo abbandonare il piano per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, vogliamo realizzarlo con altri mezzi”.

Se formerà il nuovo governo – scrivono su Bloomberg Francois De Beaupuy e Nayla Razzouk – Rassemblement National fermerà lo sviluppo dell’energia eolica, abbandonerà il divieto di vendita di auto a benzina e diesel previsto per il 2035, allenterà i requisiti di ristrutturazione delle abitazioni e frenerà i piani per escludere i veicoli più inquinanti provenienti dalle grandi città. Si concentrerà invece sulla costruzione di nuovi reattori nucleari e sul sostegno allo sviluppo di combustibili puliti, come l’idrogeno.

UN CAMBIAMENTO NELLE POLITICHE ENERGETICHE DELLA FRANCIA

Questo programma politico rappresenterebbe un cambiamento epocale nelle priorità energetiche della seconda economia più grande dell’Unione europea. Il presidente francese Emmanuel Macron – il cui partito Renaissance, negli ultimi sondaggi, attualmente è al terzo posto – aveva tracciato una roadmap ambiziosa su ogni aspetto – dall’energia eolica, solare e nucleare, alle auto elettriche, alle ristrutturazioni edilizie e ai gas verdi -, ma ora tutto questo potrebbe cambiare.

“Tutte le imprese sovvenzionate e che hanno un impatto sulle popolazioni, come l’energia eolica, saranno in grave pericolo, e ciò frenerà il ritmo dei nuovi progetti”, ha affermato Nicolas Rochon, amministratore delegato del gestore del fondo RGreen Invest. Gli investitori, già spaventati dall’impatto economico più ampio di una possibile vittoria di Rassemblement National, hanno svenduto i titoli energetici francesi. Nelle ultime settimane la società di elettricità e gas Engie e lo sviluppatore di energie rinnovabili Voltalia hanno perso oltre la maggior parte delle altre azioni scambiate a Parigi.

LE STRATEGIE DEI PARTITI POPULISTI IN FRANCIA E NEGLI ALTRI PAESI

I politici populisti di tutto il mondo – da Donald Trump negli Stati Uniti a Nigel Farage nel Regno Unito – hanno promesso di ritirare le politiche a basse emissioni di carbonio e di minimizzare il cambiamento climatico in vista delle elezioni nazionali. La strategia sembra funzionare, con i partiti politici verdi che hanno subito pesanti perdite nelle elezioni europee ad inizio giugno.

In Francia, il partito di Le Pen ha acquisito maggiore popolarità sulla scia delle preoccupazioni degli elettori per l’impennata delle bollette di gas ed elettricità derivante dall’invasione russa dell’Ucraina. Rassemblement National si è impegnato a ridurre l’IVA su benzina, gas naturale, combustibili per riscaldamento ed elettricità. Tanguy ha spiegato che il costo, stimato in 14 miliardi di euro sarebbe in parte finanziato da una tassa temporanea sugli extraprofitti delle società elettriche e da minori sussidi per le energie rinnovabili.

MEDEF: “PROGRAMMI ELETTORALI DI ESTREMA DESTRA PERICOLO PER ECONOMIA”

L’influente lobby imprenditoriale francese Medef ha criticato i programmi elettorali sia dell’estrema destra che di un’alleanza di partiti di sinistra, affermando che rappresentano un pericolo per l’economia. Secondo il think tank dell’Institut Montaigne, realizzare i piani di Le Pen costerà circa 100 miliardi di euro. Bloomberg Economics prevede che, chiunque vincerà le elezioni, la tendenza sarà quella di prendere in prestito di più, e che i piani di Rassemblement National potrebbero aumentare il rapporto debito/PIL al 121,5% nel 2027, dal 110,6% del 2023, violando la normativa fiscale dell’Unione europea. Ieri, in un incontro con Medef, il presidente di Rassemblement National, Jordan Bardella, ha contestato la stima dei 100 miliardi di euro, affermando che le misure del partito “saranno distribuite nel tempo”, a seconda della situazione finanziaria ed economica.

LE PROSPETTIVE PER L’ENERGIA EOLICA

Il cambiamento di politica ambientale più grande derivante da una vittoria di Rassemblement National riguarderebbe l’energia eolica, che rappresenta circa il 10% della produzione di energia elettrica francese. Macron prevede di garantire un sostegno finanziario per un’importante espansione, aggiungendo circa 1,5 GW di progetti eolici onshore all’anno e di bandire delle gare d’appalto per quasi 16 GW di turbine offshore entro la fine del 2026.

Secondo Tanguy, la Francia non ha bisogno di più energia eolica: “il mix energetico è già quasi interamente privo di emissioni di carbonio, con circa il 90% proveniente da nucleare, idroelettrico, eolico e solare”. Il partito di Le Pen “metterà fine al sostegno ai nuovi progetti di parchi solari che utilizzano pannelli cinesi, sostenendo invece la costruzione di apparecchiature fotovoltaiche in Francia”, ha spiegato Tanguy. Una mossa del genere potrebbe rallentare significativamente lo sviluppo, perché l’Europa difficilmente produce più pannelli solari, e i progetti per costruire due stabilimenti in Francia devono ancora decollare.

LE IMPLICAZIONI SULL’ENERGIA NUCLEARE

Sul nucleare, sempre secondo Tanguy, Rassemblement National sosterrebbe la costruzione di 20 reattori entro il 2045, andando oltre i 6-14 nuovi impianti che Macron vorrebbe far costruire ad EDF. Il costo compensato in parte dai risparmi sugli investimenti nella rete elettrica, grazie al rallentamento delle nuove connessioni alla rete per le energie rinnovabili.

Alcuni investitori, come Thierry Deau, amministratore delegato di Meridiam – che ha oltre 22 miliardi di dollari investiti in beni infrastrutturali in tutto il mondo – sono ottimisti sul fatto che l’espansione dell’energia pulita continuerà in Francia. “Non credo in un rallentamento degli investimenti nella transizione energetica”, ha affermato Deau in un’intervista. Il suo fondo ha appena deciso di reinvestire in Allego NV, una società che costruisce reti di ricarica per auto in Francia e in altri Paesi europei. “Non sono preoccupato per il Green Deal europeo”, ha aggiunto Deau.

LO SVILUPPO DELL’ENERGIA PULITA NEI PAESI EUROPEI

Lo sviluppo dell’energia pulita “ha prosperato sotto i governi di estrema destra in Italia, Ungheria e Polonia”, ha affermato Rochon. Tuttavia, “RGreen sta sospendendo per 3 mesi tutti gli investimenti fortemente esposti alla Francia”. Rassemblement National avrà bisogno di ottenere almeno 289 seggi al termine delle elezioni a doppio turno del 30 giugno e 7 luglio, per ottenere la maggioranza nell’Assemblea Nazionale, un prerequisito fissato da Bardella per diventare primo ministro. Al parlamento precedente il partito aveva 88 seggi.

Considerata la struttura delle elezioni francesi, prevedere il conteggio finale dei seggi prima dell’inizio delle elezioni è difficile. Al primo turno, i sondaggi davano Rassemblement National in testa con il 32,7% delle intenzioni di voto. Un’alleanza di sinistra, chiamata Nuovo Fronte Popolare, è seconda con il 26,3%, mentre il partito Renaissance di Emmanuel Macron e i suoi alleati si collocano al terzo posto.

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