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Ue Clima Energia Transizione

Fuga dal gas russo, nuovo capitolo. E domani riapre il Nord Stream 1

Oggi in Europa verrà presentato il documento per provvedere ai razionamenti dei consumi e delle richieste di gas

Ennesima giornata chiave per la questione energetica. Il tira e molla tra Mosca e Bruxelles continua. Ma passo dopo passo i nodi arriveranno a sciogliersi.

OGGI A BRUXELLES ARRIVA IL PIANO RAZIONAMENTI

Partiamo dall’attualità. Oggi verrà presentato il piano per ridurre domanda e consumi di gas europei. La priorità dell’Unione è mettere al sicuro il prossimo inverno: per farlo, oltre alle manovre nazionali, occorre una linea chiara dei 27. Perché Mosca, in fondo (anzi, in superficie) ricatta tutti quanti.

Una bozza del piano dell’UE, vista da Reuters, proponeva un obiettivo volontario per i paesi di ridurre la loro domanda di gas nei prossimi otto mesi, che potrebbe essere reso legalmente vincolante in caso di emergenza di approvvigionamento. Un’emergenza al momento non sul tavolo, sebbene l’incertezza moscovita sia continua.

I funzionari dell’Ue avevano fatto trapelare che l’obiettivo sarebbe un taglio del 10-15% nell’uso del gas dal primo agosto al 31 marzo 2023. Ma per tracciare quella famosa linea comune serve mettere d’accordo i paesi membri. “Siamo contrari all’imposizione di obiettivi di riduzione obbligatori”, ha detto la scorsa settimana il ministro polacco per il clima Anna Moskwa. Poco fa, per citare un esempio opposto, Mario Draghi – impegnato in una folle crisi di governo targata Beppe Conte (e Salvini?) – ha ribadito la centralità della questione di sicurezza nazionale in riferimento all’energia. Nonché di continuare a lavorare in Europa sul price cap per smorzare i benefici economici dell’export moscovita.

Il nuovo regolamento dà inoltre alla Commissione la possibilità di dichiarare, previa consultazione degli Stati membri, un “allerta dell’Unione” sulla sicurezza dell’approvvigionamento, imponendo un’obbligatoria riduzione della domanda di gas su tutti gli Stati membri.

I RICATTI RUSSI: IL NORD STREAM 1 E LA PROPAGANDA

Alla base del documento di oggi in Ue, dicevamo, ci sono i ricatti russi. Dopo l’interruzione dei flussi di gas via Nord Stream 1 dall’11 al 21 luglio per “manutenzione”, oggi la stessa Reuters ha rivelato in esclusiva che i flussi domani ripartiranno regolarmente. Una parte delle certezze sul tema è stata recuperata qualche giorno fa, precisamente domenica. Quando in Germania è arrivata la turbina Siemens dopo la manutenzione in terra canadese. Una questione sulla quale si era espressa con parere negativo l’Ucraina e sulla quale invece lunedì Kommersant ha comunicato la data di arrivo in Russia. La turbina sbarcherà nella Federazione il 24 luglio via Helsinki.

La turbina è diventata presto una questione rilevante sul fronte NS1. Perché secondo la stessa Gazprom sarebbe all’origine dei tagli nelle forniture di gas di questi giorni. Tagli pesanti, quelli delle settimane precedenti: -40% della capacità a giugno.

Il difficile resta. Non solo nella risoluzione del problema ma, ancor prima, nel valutare la veridicità delle dichiarazioni, degli annunci, delle proposte. Perché anche sull’energia la propaganda bellica insiste e non poco. Incide, e non poco. Tant’è che anche oggi Putin ha parlato di rallentamenti nelle forniture.

GLI SCENARI

Osservare, giorno per giorno a partire da oggi, l’evolversi della situazione resta il modo migliore per raccontare cosa succede. Da un lato praticamente tutti i paesi del fronte occidentale hanno compreso la rilevanza degli errori commessi nel decennio precedente (leggi: legarsi al gas russo). Ma poi alla resa dei conti ognuno vuole fare a modo suo, sembra.

Gli elementi positivi, strutturali, su cui andare avanti ci sono. Mario Draghi si è recato in Algeria lunedì per firmare un accordo che garantirà a Roma un +20% di importazioni di gas. Sempre lunedì, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e Kadri Simson – commissaria all’Energia – sono volate in Azerbaigian per ottenere un corposo aumento del flusso di gas attraverso una rete di gasdotti dal Mar Caspio all’Europa. Inoltre, l’Ue sta acquistando una quantità record di gas naturale liquefatto da Usa e Qatar, con importazioni in aumento del 47,7% su base annua ad aprile.

Ma la strada da fare resta lunga e anche oggi potrà arrivare un’ulteriore colata di cemento.

 

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