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Carburanti

I carburanti hanno davvero i giorni contati?

Biocarburanti e idrogeno sono alternative green all’elettrico? Quale destino attende i carburanti? Il racconto del “Forum Fuels Mobility”

L’elettrico non è l’unica strada per la transizione della mobilità, senza alternative si rischia di andare a sbattere. Escludere i carburanti e altre tecnologie green rischia di rallentare la transizione verso la sostenibilità dei trasporti, scoraggiare gli investimenti e far perdere competitività all’Europa rispetto a Cina e Usa. Il Governo sta lavorando su diversi fronti, dalla contrattualistica e le regole di trasparenza per i distributori allo sviluppo di idrogeno e carburanti bio. L’outsider è l’H2 verde, che potrebbe rivoluzionare il sistema energetico europeo. La parola d’ordine è neutralità tecnologica, un principio su cui l’Italia spingerà per apportare nuove modifiche all’ormai noto Regolamento Europeo sulle emissioni di auto e mezzi pesanti. La partita è ancora aperta. È quanto è emerso durante il “Forum Fuels Mobility”, la due giorni organizzata da Bologna Fiere Water&Energy presso la cornice del Gazometro. Cosa si è detto durante la due giorni romana.

FRATIN: “L’AUTOSTRADA È L’ELETTRICO, MA IL PROBLEMA SONO I CARBURANTI”

Il “Forum Fuels Mobility” ha fatto luce sulla forte incertezza che vive l’universo della mobilità. Confusione che non investe solo l’automotive, ma anche i settori della produzione e distribuzione dei carburanti. Il Governo italiano sta lavorando per dare maggiori certezze all’universo dei trasporti, intervenendo sull’ultimo decreto carburanti e incentivando la produzione di alternative green all’elettrico. In particolare, il settore del trasporto pesante presenta difficoltà legate a disponibilità delle ricariche, tempistiche e costi dei mezzi.

“L’autostrada è l’elettrico, con energie rinnovabili. Le strade sono aperte da qui al 2025. È in pubblicazione il bando del PNRR per 21.000 colonnine a livello nazionale, fino ad oggi fermo alla Corte dei Conti. Il problema principale non è però lo strumento, il motore, ma le emissioni che derivano dal carburante bruciato. Non dimentichiamo che l’automotive è il principale settore manifatturiero italiano, con 300.000 lavoratori occupati. Abbiamo il dovere di intervenire sulle emissioni, il cambiamento climatico è il grande tema. Dobbiamo essere realistici e considerare che il trasporto pesante non può compiere la transizione verso la decarbonizzazione puntando solamente sull’elettrico”, ha sottolineato Gilberto Picchetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.

Il Governo italiano ha sul tavolo una serie di dossier che riguardano il biometano e l’idrogeno. Fonte, quest’ultima, che secondo Fratin avrebbe un potenziale maggiore rispetto a quanto è stato stimato fino ad oggi.

“L’obiettivo del Governo italiano sul biometano è arrivare a produrre 2 miliardi e mezzo di metri cubi di idrogeno. Sul tavolo c’è anche la questione idrogeno. Complessivamente ci sono a disposizione 1 miliardo e 600.000 euro, un numero importante ma inferiore rispetto alle altre fonti”, ha aggiunto Fratin.

CARBURANTI, NOVITÀ IN ARRIVO PER I DISTRIBUTORI

Le stazioni di rifornimento sono uno dei pilastri della transizione sostenibile della mobilità. Ragione per la quale il Governo sta mettendo a punto la bozza del nuovo testo che darà maggiori certezze ai distributori riguardo incentivi per bonifiche e ristrutturazioni, contratti e cartelli. La prima bozza dovrebbe essere pronta a fine mese rivela Massimo Bitonci, Sottosegretario del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

“Consideriamo la norma sui cartelli transitoria. Il punto cardine è la tutela del distributore. Il ministero sta lavorando alla circolare interpretativa, stiamo correndo sul tema di App e QRCode. Il superamento di questa norma transitoria sul cartello spero si abbia attraverso il digitale. Sulle banche dati ci sono ottime novità: abbiamo trovato il sistema informatico per coordinare tutte le banche dati, questo va a favore dell’intero sistema della distribuzione, ma anche molto utile per effettuare i controlli. Non dobbiamo dimenticare il tema dell’illegalità nella gestione. Il coordinamento delle banche dati ci mostrerà chi non è iscritto ed effettua la propria attività borderline”, ha affermato Bitonci.

La notizia del dietrofront del Governo sui cartelli è stata accolta con favore da Luca Squeri, Deputato di Forza Italia, il quale auspicava una modifica della norma.

“La polverizzazione rende difficile il controllo sui comportamenti dei distributori. Non è facile affrontare queste problematiche. Sul tema dei cartelli penso che il Governo abbia sbagliato, per me è stata una grande delusione questa legge contro un settore già vessato”, ha affermato Squeri.

PAGAMENTI DIGITALI, IL MEF CONVOCA LE BANCHE

La seconda notizia emersa dal “Forum Fuels Mobility” è che il Ministero dell’Economia e delle Finanza ha convocato le banche per due incontri in cui si discuterà del tema dei pagamenti con il Pos e digitali, ha spiegato Bitonci.
“Non è facile discutere con il sistema bancario quando si parla di commissioni. L’aumento delle transazioni digitali spinto dal cashless ha portato un aumento esponenziale del numero delle transazioni. Speriamo di arrivare a una soglia di esenzione”, ha aggiunto il Sottosegretario.

CARBURANTI, LA VOCE DELLE ASSOCIAZIONI

Le associazioni di categoria hanno fatto appello all’unanimità al principio della neutralità tecnologica, poiché l’elettrico non può essere l’unica soluzione. Il rischio è rallentare la transizione, limitando anche la crescita economica.

“Tutte le tecnologie che raggiungono lo stesso obiettivo emissivo devono essere ammesse. L’idea più diffusa è quella di prediligere l’elettrificazione, per questo spesso l’e-fuel è visto come qualcosa di nicchia. Dovremmo cercare di avere più tecnologie possibili per far fronte a eventuali nuove crisi. Se investi in una sola tecnologia limiti il mercato e disincentivi gli investimenti. Inoltre, limitare le tecnologie impedisce lo sviluppo, è controproducente. Non permette di usarli subito e non fa sviluppare l’economia di scala. Stiamo lavorando per portare avanti la neutralità tecnologica. L’Europa non deve limitarsi, ha le risorse e le professionalità a disposizione per essere leader”, ha affermato Marina Barbanti, Direttore Generale di Unem.

L’Unione Europea parte svantaggiata nella corsa all’elettrico, che sarà appannaggio di Cina e Usa, secondo Andrea Rossetti, Presidente di Assopetroli-Assoenergia.

“La Cina oggi ha il predominio sulle materie prime, ormai è un dato unanime. È molto difficile pensare che questo predominio sia reversibile nei prossimi anni, a meno di uno sforzo straordinario. Stiamo andando nella direzione sbagliata, non è che non facciamo abbastanza. La strada giusta è inserire la transizione in una serie di variabili complesse di carattere socio economico e geopolitico. L’Inflation Reduction Act (IRA) americano segna una svolta. La norma consentirà loro di recuperare la sicurezza industriale, creare una nuova competitività basata sulla green technology e la transizione, che si combinano con sicurezza energetica e industriale”, ha affermato Rossetti.

CARBURANTI GASSOSI BIO, UN’ALTRA VIA

Flessibilità è la parola d’ordine per realizzare gli obiettivi di riduzione delle emissioni che ci siamo posti, secondo Marta Bucci, Direttore Generale di Proxigas.

“Dobbiamo prevedere più percorsi interscambiabili per arrivare allo stesso traguardo. Immaginare che si possa elettrificare tutto è poco realizzabile. Dovremmo riconoscere che l’auto a metano, o meglio biometano. Oggi in Italia l’energia elettrica viene per il 60% da fonti fossili, solo il 30/40 viene da rinnovabili. Cerchiamo di valorizzare le nostre peculiarità, offriamo ai consumatori una leva in più per progredire nel processo di decarbonizzazione dei trasporti. Dobbiamo ricordare che l’Italia dispone del parco circolante auto a metano tra i più estesi in Europa, quindi dobbiamo valorizzare questa peculiarità. Nel dibattito spesso ideologico tra vettore elettrico e tutto il resto, spesso si connota la nostra caratterizzazione come un’anomalia che deve essere corretta rispetto all’andamento prevalente”, ha affermato Bucci.

Le vendite di vetture a GPL crescono e la variante Bio si candida a diventare una delle alternative all’elettrico. Altrimenti, continuando a puntare su un’unica alimentazione si rischia di non centrare gli obiettivi e sprecare il potenziale delle altre tecnologie e fonti green, secondo il Presidente di Federchimica-Assogasliquidi, Andrea Arzà.

“Stupisce che il meglio dell’industria globale, nella produzione di carburanti, dell’industria automobilistica, le migliori università dicano la stessa cosa, mentre la Commissione Europea non ascolta. Il Biogpl esce già dalle nostre raffinerie, l’obiettivo è raggiungere una percentuale del 40% di miscela fatta di prodotti bio o derivanti da processi di trattamento dei rifiuti. Una prospettiva che ha bisogno di un contesto normativo e produttivo che lo supporti. Gli impianti di questo tipo hanno tempi di ammortamento molto lunghi e I processi autorizzativi ci mettono tra i 5 e i 7 anni. Non è chiaro ai politici che spesso il vincolo principale risiede nell’accesso alla tecnologia. Ad esempio, il Gpl sta crescendo anche grazie al prezzo. C’è un grande rischio di non raggiungere tutti gli obiettivi che ci poniamo”, ha aggiunto Arzà.

IDROGENO, L’OUTSIDER DELLA MOBILITÀ

L’idrogeno green ha un grande potenziale inespresso, tanto che potrebbe rivoluzionare il sistema energetico europeo. A dirlo è Antonio Parenti, Direttore della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia.
“La guerra ha rivoluzionato il sistema di approvvigionamento europeo in pochissimo tempo. L’economia europea ha saputo adattarsi con resilienza alla situazione grazie alle imprese e anche allo Stato italiano, che ha fatto un lavoro eccezionale. I nostri partner naturali, gli Stati Uniti, hanno deciso di intraprendere in maniera decisa il cambiamento di sistema produttivo. La crisi dell’Ucraina significa rimettere al centro il ruolo del Mediterraneo, da dove potrebbe venire una fonte che ha il potenziale per rivoluzionare il sistema energetico europeo: l’idrogeno verde”, ha affermato Parenti.

Un potenziale che riguarda in particolare la mobilità, nonostante se ne parli poco, secondo Cristina Maggi, Direttore H2IT.
“Si parla spesso della produzione ma abbiamo tante opportunità sulle applicazioni finali, in particolare la mobilità. I costruttori si stanno ponendo domande dettate anche dai regolamenti esterni, ma stanno investendo su diverse tipologie di tecnologie innovative. Per quanto riguarda l’idrogeno, sia i motori a combustione interna e sia celle a combustibile diventano nuove opportunità. Questo mette chi si muove per primo un po’ più avanti rispetto agli altri e permette di ottenere maggiore competitività. Dobbiamo cercare di dare visibilità a questa filiera, che è in fermento, anche se è poco percepito all’esterno”, ha spiegato Maggi.

A proposito di mobilità, si è recentemente chiuso il bando del Pnrr per realizzare 36 stazioni di rifornimento a base di idrogeno green.

“Il recente bando del Pnrr per realizzare le stazioni di idrogeno aveva vincoli molto importanti, tempi stretti e poca visibilità. Le nostre imprese dimostrano che c’è un grande interesse nello sviluppo della mobilità a idrogeno. L’investimento a livello di Pnrr è legato ad altri che impattano su tutta la filiera, dalla produzione agli utilizzatori finali, l’obiettivo è sfruttare questo vettore. Una stazione di rifornimento abilita l’utilizzo nella mobilità, quindi una domanda. Inoltre, è inserito in un contesto di sviluppo importante a livello europeo. La Commissione Europea vuole avere un’infrastruttura a idrogeno con rifornimento ogni 200 km, questo imporrà all’Italia di avere una rete capillare”, ha aggiunto Maggi.

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