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I dazi contro le auto cinesi rischiano di rallentare le vendite elettriche. Ecco perché

I dazi contro le auto cinesi rischiano di rallentare le vendite di Ev. Ecco perché

Dazi e sanzioni contro le auto elettriche cinesi potrebbero rallentare le vendite di Ev nel mondo. È quanto emerge da un recente rapporto di Bloomberg, che mostra come le misure restrittive pensate da Ue e Usa per arginare l’avanzata delle case asiatiche potrebbe avere effetti molto negativi sulle immatricolazioni mondiali di veicoli elettrici, secondo Bloomberg. Ecco perché.

I DAZI CONTRO LE AUTO CINESI MINACCIANO LA TRANSIZIONE

ll Consiglio dell’Ue ha annunciato tariffe più alte, fino al 38%, sui veicoli elettrici di produzione cinese. Poche settimane fa l’amministrazione Biden ha annunciato tariffe più alte del 100% sulle Ev made in China. Misure che mirano a difendere la competitività delle industrie nazionali, ma rischiano di rivelarsi un boomerang per la transizione verso la mobilità elettrica, secondo un recente rapporto di Bloomberg.Attualmente gli analisti stanno monitorando gli effetti del peggioramento dei rapporti commerciali tra Ue e Cina sulle vendite delle auto elettriche, che negli ultimi mesi stanno rallentando nei mercati chiave.

A lungo termine le nuove sanzioni mostreranno se Usa e Ue possono coniugare politica industriale e lotta al cambiamento climatico. Infatti, entrambi hanno scelto di contrastare l’ascesa cinese nella mobilità puntando su dazi e sanzioni. Una mossa che mira a promuovere le industrie nazionali che producono tecnologie green, minacciate dalla concorrenza asiatica. Al tempo stesso, queste misure rientrano nell’ambito del tentativo di diversificare le catene di approvvigionamento delle Ev fuori dalla Cina, incluse materie prime e batterie. Sebbene le case cinesi non abbiano ancora conquistato una quota di mercato primaria negli Stati Uniti, l’amministrazione Biden ha deciso di agire annunciando nuove tariffe aumentate del 100% sui modelli made in China.

La scorsa settimana l’Unione Europea ha scelto la stessa strada, sottolineando che i principali sussidi EV della Cina “danneggiano indebitamente l’industria UE e alla fine minano” la transizione energetica. Ma la situazione sul continente europeo è differente. Infatti, negli ultimi anni le esportazioni cinesi in Ue sono aumentate a dismisura, raggiungendo un quinto delle vendite totali di veicoli a batteria lo scorso anno.

LE VENDITE DI AUTO ELETTRICHE RALLENTANO

Le vendite di auto elettriche in Ue sono a rischio. Già negli ultimi mesi hanno visto  una flessione importante.

“Dopo 15 mesi di crescita ininterrotta, le immatricolazioni di vetture hanno segnato la prima flessione. Analizzando il dato di maggio (12,3%) emerge soprattutto il rallentamento della transizione verso l’auto verde. L’attesa prolungata degli incentivi ha frenato gli acquisti delle elettriche (- 18,3%) e l’ulteriore conferma è arrivata dall’esaurimento degli stessi nel giro di poche ore, non appena resi disponibili”, scrvie Il Corriere della Sera.

“(…) Per lungo tempo i consumatori italiani hanno sfruttato i fondi utilizzabili per le auto a benzina e diesel di ultima generazione, lasciando in gran parte inutilizzati quelli a disposizione delle auto alla spina. Il dato negativo è il sostegno indispensabile degli aiuti statali per favorirne l’acquisto. Senza incentivi la quota di auto a batteria langue, specialmente in Italia dove è ferma al 2,8 % (primi cinque mesi dell’anno). Nel resto d’Europa va meglio, la percentuale raggiunge nell’insieme il 12%, ma di questo passo l’obiettivo di dimezzare le emissioni di CO2 entro il 2030 resta, obiettivamente, un miraggio.

“Tariffe e ulteriori misure protezionistiche potrebbero rallentare l’adozione globale EV nel breve termine,” si legge nel rapporto di Bloomberg.
I funzionari degli Stati Uniti hanno sostenuto che diversificare le catene di approvvigionamento in ultima analisi rende più facile raggiungere gli obiettivi climatici. Joseph Webster del Consiglio Atlantico ha detto che le tariffe dell’UE “sembrano volte a incentivare gli investimenti cinesi all’interno dell’UE, non tagliare la Cina dalle catene di approvvigionamento”, secondo quanto riporta Axios.

“Se le case case automobilistiche cinesi avviano siti di produzione all’interno dell’UE, l’interruzione degli obiettivi di emissione potrebbe essere minimo,” ha detto via e-mail ad Axios.

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