In un rapporto del 2021, Bloomberg Green scriveva che “sostituire i combustibili fossili che oggi sono utilizzati nelle fornaci che raggiungono 1.500°C con idrogeno gassoso potrebbe ridurre del 20% le emissioni globali di CO2 provenienti dall’industria”
Negli ultimi dieci anni, Paesi e aziende private in tutto il mondo hanno fissato obiettivi e impegni ambiziosi per espandere la produzione e l’uso di idrogeno verde nelle loro attività. Questi obiettivi rientrano nei più ampi sforzi di transizione verso un’energia pulita, poiché l’idrogeno verde potrebbe essere una componente fondamentale del percorso per raggiungere gli obiettivi climatici globali.
Poiché l’idrogeno può essere bruciato a temperature elevate, come i combustibili fossili, può aiutare a decarbonizzare settori difficili da ridurre, come la siderurgia e la spedizione.
I BENEFICI DELL’IDROGENO
Come ricorda Oilprice, quando l’idrogeno viene bruciato, anziché emettere anidride carbonica e altri gas serra, rilascia solamente vapore acqueo. Questo lo rende una fonte di combustibile estremamente utile per un’ampia gamma di applicazioni industriali, con implicazioni potenzialmente enormi per le emissioni globali di gas serra.
In un rapporto del 2021, Bloomberg Green scriveva che “sostituire i combustibili fossili che oggi sono utilizzati nelle fornaci che raggiungono 1.500°C con idrogeno gassoso potrebbe ridurre del 20% le emissioni globali di CO2 provenienti dall’industria”. Finora però, nonostante le grandi promesse del settore, l’entusiasmo globale per il gas verde non si è concretizzato in risultati tangibili.
AD OGGI REALIZZATI SOLO IL 7% DEI PROGETTI DI IDROGENO VERDE PIANIFICATI
Un nuovo studio rivela che nel 2023 è stato realizzato meno di un decimo dell’idrogeno verde pianificato. “Monitorando 190 progetti in 3 anni, identifichiamo un ampio divario di implementazione nel 2023, con solo il 7% degli annunci di capacità globale completati nei tempi previsti”, si legge nel riassunto del documento, “The green hydrogen ambition and implementation gap”, pubblicato questo mese sulla rivista scientifica Nature Energy.
Lo studio rileva che, nel complesso, il mondo si sta avvicinando all’impegno effettivo per un percorso volto a limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C rispetto alle temperature medie preindustriali ma, mentre il “divario di ambizione” si sta riducendo, l’implementazione deve seguire l’esempio. E, finora, non sta avvenendo.
Gli autori del documento identificano tre ragioni principali per il divario di implementazione dell’idrogeno verde. La prima è che si tratta di un combustibile è costoso da produrre e i costi sono in aumento. La seconda è la mancanza di accordi di prelievo, probabilmente dovuta alle ansie del settore sul “rischio di restare bloccati su un vettore energetico costoso e potenzialmente scarso”. In terzo luogo, sono necessarie delle misure politiche efficaci per ridurre i rischi degli investimenti nel settore.
SERVONO FINANZIAMENTI E SOVVENZIONI
Una delle principali scoperte dello studio è stata che le ambizioni dell’idrogeno verde sono fallite in gran parte perché non sono state sufficientemente finanziate o sovvenzionate. Nello studio si stima che “senza un prezzo del carbonio, realizzare tutti questi progetti richiederebbe sovvenzioni globali pari a 1,3 trilioni di dollari, superando di gran lunga le sovvenzioni annunciate. Date le lacune di implementazione passate e future, i decisori politici devono prepararsi ad una prolungata scarsità di idrogeno verde”.
L’idrogeno verde, per definizione, dev’essere prodotto utilizzando energia priva di emissioni (come l’eolico o il solare). L’idrogeno grigio – che è più economico e molto più abbondante nelle applicazioni industriali – viene creato utilizzando combustibili fossili. Alcuni distinguono anche quello prodotto con gas naturale, chiamandolo “idrogeno blu”, come una soluzione intermedia, in termini di emissioni, tra quello grigio e quello verde.
I DUBBI SULL’EFFETTIVO CONTRIBUTO ALLA DECARBONIZZAZIONE
Non solo l’idrogeno verde è di gran lunga la forma più costosa del combustibile, ma potrebbe anche non essere così eccezionale per la decarbonizzazione. Secondo alcuni esperti, dirottare l’energia rinnovabile per creare idrogeno verde potrebbe non essere l’uso migliore o più efficiente di queste risorse. Infatti, dedicare troppa energia verde verso la produzione di questo gas potrebbe rallentare il movimento di decarbonizzazione nel suo complesso.
Un rapporto del 2022 dell’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA) ha messo in guardia contro “l’uso indiscriminato dell’idrogeno”. I decisori politici dovrebbero soppesare attentamente le loro priorità e considerare che “un uso estensivo dell’idrogeno verde potrebbe non essere in linea con i requisiti di un mondo decarbonizzato”.