Mentre il Nord dovrà affrontare un caldo sempre più mortale, inondazioni, incendi e la diffusione di malattie trasmissibili, gli effetti più devastanti del cambiamento climatico ricadranno per primi e più duramente al Sud
Kyriakos Mitsotakis e Teresa Ribera sono uniti da una preoccupazione che sta creando una spaccatura tra il Sud dell’Europea, colpito dal clima e il Nord, meno interessato. Il primo ministro greco e il vice primo ministro spagnolo – che è la favorita per assumere il ruolo di responsabile della politica green nella prossima Commissione europea – hanno lanciato separatamente l’allarme sulla devastazione economica che il cambiamento climatico sta causando all’Europa meridionale. Ed entrambi vogliono che Bruxelles faccia un passo avanti. “Mi sono concentrato molto su questo tema”, ha detto Mitsotakis, il mese scorso, parlando con Politico nel suo ufficio ad Atene. “Credo molto nella transizione verde, ma non può avvenire a spese di chi oggi soffre le conseguenze del cambiamento climatico”.
IL CAMBIAMENTO CLIMATICO E L'”ADATTAMENTO CLIMATICO”
Le attività attraverso le quali ci si prepara agli effetti del cambiamento climatico sono note con il termine generico di “adattamento climatico”. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, si è impegnata a sostenere un piano europeo di adattamento climatico nel suo programma per un secondo mandato, ed il piano è stato presentato al Parlamento europeo lo scorso luglio.
Il leader greco Mitsotakis – confidente stretto di von der Leyen e figura influente nel suo Partito Popolare Europeo – ha affermato che l’attenzione della presidente della Commissione Ue sull’adattamento “è stata estremamente gradita”. Come per altri grandi problemi che affliggono il continente, però, un punto dolente è quanto denaro verrà speso per una questione che riguarda principalmente metà dei Paesi membri. Mentre il Nord dovrà affrontare anche un caldo sempre più mortale, inondazioni, incendi e la diffusione di malattie trasmissibili, gli effetti più devastanti cadranno per primi e più duramente sul Sud.
Con le discussioni a livello europeo che, alla fine, probabilmente coinvolgeranno richieste di denaro per aiutare le regioni più colpite, potrebbe testare quanto gli europei del Nord vorranno aiutare i loro vicini. “Vuoi investire il prima possibile perché ciò riduce i costi e fornisce un accesso anticipato ai benefici. Il tema finanziario è importante: quanto siamo fiduciosi e crediamo nell’Europa?”, ha risposto Ribera a chi le chiedeva se prevedesse un fondo speciale Ue per affrontare la questione.
I DEVASTANTI EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO
Gli effetti del cambiamento climatico stanno già aprendo una delle faglie più profonde dell’Unione europea, poiché le regioni che si affacciano sul Mediterraneo stanno soffrendo in modo sproporzionato, mentre il mondo si riscalda. Un recente rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente – che descrive in dettaglio l’enorme portata della distruzione che sta arrivando in Europa – “è stato scioccante, non capisco perché la gente non ne abbia parlato di più”, ha affermato Ribera lo scorso maggio.
Mitsotakis ha guidato la Grecia attraverso i recenti effetti climatici: l’estate 2023 è stata segnata da incendi che hanno ucciso decine di persone e chiuso le principali destinazioni turistiche in alta stagione. Stagione che si concluse con delle inondazioni che spazzarono via la produzione agricola nella regione della Tessaglia. “Se vado a parlare ai miei agricoltori di agricoltura rispettosa del clima, devo prima dire loro che, se succedesse qualcosa come la tempesta che è arrivata lo scorso anno, sarò qui a sostenerli”.
I PIANI DELL’UE PER L’AGRICOLTURA E LE ALTRE EMERGENZE
Nel giugno scorso Von der Leyen ha dichiarato che avrebbe elaborato un piano specifico per aiutare gli agricoltori a fronteggiare i cambiamenti climatici che incidono sulla sicurezza alimentare in Europa, ma la gamma di possibili impatti è così vasta e complessa che la risposta prevista dell’Ue potrebbe riguardare tutto, dall’assicurarsi che le compagnie assicurative non abbandonino i proprietari di case nelle nuove zone soggette a inondazioni alla protezione delle riserve idriche necessarie per raffreddare i reattori nucleari.
Bruxelles potrebbe dover sollecitare le città a sviluppare dei piani di risposta alle ondate di calore di emergenza per scuole e case di cura per anziani, gestendo al contempo la minaccia rappresentata dall’innalzamento del livello del mare. Mitsotakis dall’estate scorsa ha spinto molto affinché l’Ue rafforzi le sue capacità di risposta alle emergenze condivise. Le risorse antincendio congiunte europee – che il mese scorso hanno aiutato la Bulgaria e la Macedonia del Nord – sono celebrate da von der Leyen come un esempio di solidarietà europea, ma il premier greco ed altri sostengono che queste risorse devono essere ampliate.
OLTRE I CONFINI DELL’UNIONE EUROPEA
Per Ribera, non si tratta solo di soldi. Il processo decisionale europeo dovrà essere ridefinito in modo che le decisioni tengano conto degli impatti sempre più evidenti del cambiamento climatico. Com’è possibile – si è chiesta – stabilire degli obiettivi per la produzione e la conservazione forestale, senza considerare le previsioni future di siccità e incendi?
Anche la premier italiana Giorgia Meloni ha spinto per l’adattamento climatico nei forum internazionali, sebbene sia stata meno sostenitrice a livello nazionale. “L’adattamento è una priorità per l’Italia”, ha affermato Meloni ad un incontro alla COP del novembre scorso, sottolineando lo status dell’Italia come hotspot del cambiamento climatico. Al G7 di quest’anno l’Italia ha mediato un accordo per creare un hub per promuovere partnership tra Paesi ricchi e Paesi poveri per affrontare gli impatti del cambiamento climatico.
L’ITALIA: IL CAMBIAMENTO CLIMATICO E IL PIANO MATTEI
Con Giorgia Meloni l’Italia ha spostato la sua attenzione sui finanziamenti per il clima verso l’Africa e la probabilità che più persone provenienti da fuori i confini Ue saranno sfollate a causa dell’impatto di condizioni meteorologiche estreme, portando più migrazione verso i Paesi Ue, come l’Italia. Ulteriori impegni per costruire delle infrastrutture resilienti al clima sono stati assunti nell’ambito del Piano Mattei, il programma di investimenti che è stato svelato a gennaio.
Finora, però, il nostro Paese ha applicato meno urgenza nell’affrontare il cambiamento climatico a livello nazionale ed europeo, nonostante abbia vissuto gravi episodi di siccità, come quelle che hanno colpito la Pianura Padana e che quest’estate hanno prosciugato laghi e corsi d’acqua in Sicilia e Sardegna. “Purtroppo l’adattamento climatico non è ancora visto e trattato come una priorità nazionale dal Governo italiano, ma principalmente come un’azione umanitaria per mitigare i flussi migratori dall’Africa”, ha commentato Luca Bergamaschi, direttore del think tank ECCO.