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I prezzi del gas salgono in Europa mentre Woodside si prepara allo sciopero in Australia

L’eventuale sciopero dei lavoratori di Woodside potrebbe compromettere in modo significativo le forniture globali di gas in vista dell’inverno

I prezzi europei del gas naturale sono aumentati mentre i lavoratori si Woodside, che servono un importante progetto di esportazione in Australia, si preparano per uno sciopero che potrebbe intaccare in modo significativo le forniture globali nel periodo che precede l’inverno.

LE CONSEGUENZE DEI POSSIBILI SCIOPERI IN AUSTRALIA

Le interruzioni in Australia – secondo quanto riporta Bloomberg – rischiano di avere un impatto sul 10% delle esportazioni globali di gas naturale liquefatto, una prospettiva che ha tenuto gli operatori europei con il fiato sospeso questo mese, da quando sono iniziate le trattative per lo sciopero. Il continente si sta ancora riprendendo dalla crisi energetica dell’anno scorso, quando i tagli alle forniture da parte della Russia lo hanno reso molto esposto alle variazioni del rigido mercato globale.

Nel fine settimana i sindacati hanno avvertito che l’azione sindacale potrebbe iniziare già il 2 settembre se non si raggiungerà un accordo nelle trattative salariali con Woodside Energy Group Ltd., l’operatore dell’impianto, facendo salire i futures sul gas di riferimento fino al 18% lunedì. La prospettiva di scioperi è aumentata dopo l’ultimatum, ha dichiarato Soni Kumari, stratega di ANZ Banking Group Ltd.

SALGONO I PREZZI DEL GAS IN EUROPA

Sebbene i prezzi del gas siano ancora lontani dai massimi della crisi dell’anno scorso – l’Europa è ben rifornita per l’inverno e raramente riceve carburante dall’Australia – gli operatori sono in allarme perché il blocco delle spedizioni di carburante verso l’Asia aumenterebbe la concorrenza per i carichi alternativi.

Le prime notizie sui possibili scioperi all’inizio del mese – scrive Bloomberg – hanno fatto salire i prezzi intraday fino al 40%, riflettendo l’intensità del nervosismo del mercato mentre il continente si prepara all’inverno. La Norvegia, il principale produttore di petrolio, ha dovuto fare i conti con le interruzioni di produzione, mentre gli operatori sono diventati più rialzisti. Si stanno svolgendo anche le votazioni su possibili scioperi dei lavoratori degli impianti della Chevron Corp. in Australia.

IL RALLY DEI PREZZI QUANTO DURERÀ?

Anche se nel corso della settimana dovrebbe esserci maggiore chiarezza dopo gli ulteriori colloqui previsti per mercoledì 23/08, il rally dei prezzi potrebbe essere per ora di breve durata, dato l’elevato stoccaggio di gas in Europa, hanno dichiarato in una nota gli analisti di ING Groep NV. Gas Infrastructure Europe, di recente, infatti, ha dichiarato, in una nota, che i depositi di gas dei paesi membri hanno ora una capacità del 90,12%, superando l’obiettivo di riempimento del 90% che Bruxelles è legalmente tenuta a raggiungere entro novembre.

Un “cambiamento significativo nei fondamentali europei” è possibile solo se gran parte della capacità australiana viene messa fuori servizio e per un periodo di tempo prolungato, almeno uno o due mesi. Secondo quanto dichiarato in una nota da Saul Kavonic, analista del settore energetico presso il Credit Suisse Group AG, c’è ancora una possibilità di risoluzione, poiché gli attori coinvolti sono probabilmente consapevoli della gravità delle potenziali conseguenze.

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