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Tesla

I soldi sauditi tentano Tesla. Le conseguenze per l’automotive

L’Arabia Saudita vuole ospitare la nuova fabbrica Tesla e punta sulle materie prime critiche per convincere Elon Musk. Quali conseguenze potrebbe avere l’accordo sull’automotive?

Gli sceicchi dell’Arabia Saudita corteggiano Tesla per stringere un accordo tanto complicato quanto importante per entrambi. La famiglia reale saudita sta cercando di convincere Elon Musk a costruire la sua prossima fabbrica di EV sul territorio per accelerare la transizione sostenibile del Paese e diversificare le proprie attività. L’accordo complicato per diverse ragioni, ma se dovesse concretizzarsi potrebbe avere un effetto prorompente nel settore della mobilità elettrica.

L’ARABIA SAUDITA TENTA TESLA

Tesla vuole raggiungere l’obiettivo di produrre 20 milioni di veicoli all’anno entro il 2030. Un salto avanti importante rispetto alle 1,3 milioni di vetture realizzate nel 2022, che secondo Musk richiederà la costruzione di una dozzina di fabbriche. L’azienda non ha ancora annunciato dove costruirà i prossimi impianti e diversi Paesi si stanno candidando per ospitarli. L’ultimo è la Turchia di Erdogan, che ha chiesto oggi al miliardario sudafricano di realizzare uno stabilimento nel Paese.

Musk però, secondo il Wall Street Journal, sarebbe già in trattative con gli sceicchi dell’Arabia Saudita, che offrono l’esclusiva sulle materie prime critiche, quali il cobalto estratto in Congo, su cui stanno cercando di mettere le mani.

I PIANI SAUDITI E LE CONSEGUENZE PER L’AUTOMOTIVE

L’Arabia Saudita è entrata a gamba tesa nella corsa alle materie prime critiche per la transizione. L’obiettivo è stringere nuovi accordi per importare minerali che saranno lavorati per contribuire alla transizione green della mobilità.

Per questa ragione, i sauditi stanno pensando di aumentare gli investimenti nell’azienda leader nel commercio di materie prime, Trafigura, per portare avanti un importante progetto nel paese Africano. La famiglia Reale potrebbe allearsi con partner o altri consorzi locali per assicurarsi l’esclusiva sull’acquisto di rame e cobalto locali. Una leva importante per convincere Tesla a costruire la sua nuova fabbrica nel Paese, e un pericolo per le concorrenti.

Infatti, attualmente il cobalto compone gran parte dei poli negativi (catodi) delle batteria e il 70% di questo minerale arriva proprio dal Cogno. Se l’azienda americana dovesse accettare la proposta saudita, le altre case produttrici rischiano di vedere ridursi ulteriormente la disponibilità di materie prime strategiche per la transizione elettrica.

LE TRATTATIVE AVRANNO SUCCESSO?

Le trattative tra gli sceicchi dell’Arabia Saudita e Tesla sono agli inizi, secondo quanto hanno rivelato alcune fonti interne al Wall Street Journal. L’azienda americana sta ancora approfondendo la conversazione, secondo funzionari sauditi, che non si sbilanciano riguardo l’esito finale.

Raggiungere un accordo non sarà semplice, secondo il WSJ, a causa dei difficili rapporti tra Elon Musk e i sauditi. Rapporti resi ancora più complicati dal fatto che lo Stato ha una partnership con la rivale Lucid.

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