Secondo due diplomatici europei, ad una riunione degli inviati dei Paesi Ue a Bruxelles ad inizio marzo, Germania, Italia, Austria, Danimarca, Spagna, Grecia, Repubblica Ceca, Francia e Olanda hanno tutti sollevato preoccupazioni sulle attuali regole sugli stoccaggi
Secondo due funzionari della Commissione europea, Bruxelles questa settimana proporrà di mantenere gli obiettivi obbligatori per il rifornimento degli stoccaggi del gas in vista dell’inverno, ignorando le richieste di diversi Paesi, come la Germania, di rendere gli obiettivi più flessibili.
LE NORME SUGLI STOCCAGGI DI GAS DURANTE LA CRISI ENERGETICA DEL 2022
Come ricorda Politico, l’Ue ha concordato per la prima volta le norme di emergenza sugli stoccaggi di gas al culmine della crisi energetica del 2022 per placare i timori di carenze di approvvigionamento in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Attualmente, ciò significa che i Paesi Ue devono garantire che le loro riserve siano piene al 90% entro novembre di ogni anno.
La misura è stata progettata per garantire che l’Ue abbia abbastanza gas ogni inverno e per ridurre il rischio di picchi di prezzo. Diversi Paesi, però, sostengono che ora quest’obbligo sta contribuendo a prezzi più alti, e stanno quindi spingendo per una maggiore flessibilità sull’obiettivo annuale e sui relativi obiettivi intermedi mensili.
IL “CLEAN INDUSTRIAL DEAL” DELL’UNIONE EUROPEA
Il dibattito arriva in un momento critico: la scorsa settimana l’Ue ha svelato il piano “Clean Industrial Deal” per salvare le industrie pesanti in difficoltà (come l’acciaio, il cemento e la carta), che affrontano prezzi dell’energia costantemente elevati che, danneggiando la capacità di competere. Le aziende europee attualmente pagano il doppio per l’energia rispetto ai competitor statunitensi.
Secondo Laura Page, analista della piattaforma di materie prime Kpler, l’Ue sta uscendo da questo inverno con le scorte di gas più esaurite rispetto al 2022 e al 2023, a seguito di un’ondata di freddo e della perdita del gas russo attraverso l’Ucraina, il mese scorso.
Una situazione che “mette più pressione sull’Europa per importare molto GNL quest’estate”, ha affermato Page, il che aumenta la concorrenza con l’Asia, “mantenendo alla fine i prezzi alti, che mettono in difficoltà le industrie “. Gli stoccaggi di gas europei al momento sono pieni al 39,5% della capacità.
LE SOVVENZIONI PER GLI ACQUISTI DI GAS
Nel frattempo, la pressione per raggiungere gli obiettivi di stoccaggio sta spingendo i Paesi a sovvenzionare gli acquisti di gas: secondo un insider del settore, che ha parlato in forma anonima, quest’anno 10 Paesi Ue e il Regno Unito pagheranno un totale di 30 miliardi di euro per riempire e immagazzinare gas.
Questo preoccupa i governi europei. Due diplomatici europei hanno riferito che, ad una riunione degli inviati dei Paesi membri a Bruxelles ad inizio marzo, Germania, Italia, Austria, Danimarca, Spagna, Grecia, Repubblica Ceca, Francia e Olanda hanno tutti sollevato preoccupazioni sulle attuali regole.
GLI OBIETTIVI SUGLI STOCCAGGI RESTERANNO OBBLIGATORI?
I Paesi hanno spinto per rendere gli obiettivi più flessibili prima di questo inverno, o completamente volontari. Tuttavia, mentre la proposta di questa settimana della Commissione “rifletterà la flessibilità” richiesta dai Paesi e darà loro “più spazio di manovra” per raggiungere gli obiettivi intermedi, secondo un funzionario della Commissione, sia gli obiettivi mensili intermedi sia l’obiettivo finale di novembre resteranno obbligatori.
L’UNIONE EUROPEA VALUTERÀ DELLE REGOLE PIÙ FLESSIBILI?
Nel “Clean Industrial Deal”, la Commissione europea afferma che avrebbe valutato delle “regole più flessibili” sugli stoccaggi, senza fornire ulteriori dettagli. La nuova proposta sugli obiettivi “aiuterà a ridurre lo stress del sistema ed evitare distorsioni di mercato legate al rifornimento di gas, supportando il rifornimento a migliori condizioni di acquisto e sicurezza dell’approvvigionamento”, si legge nel documento.
PICHETTO: “CHIEDEREMO ALL’UE DI ALLENTARE GLI STOCCAGGI”
Per quanto riguarda l’Italia, a fare un punto nei giorni scorsi è stato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Lunedì il Titolare del Mase ha dichiarato che il gas russo “non ci serve: le condizioni di guerra, con la chiusura del gasdotto russo, ci hanno portato a 57 euro e, se si raggiungerà la pace, il prezzo del gas automaticamente scenderà. Noi non abbiamo bisogno del gas russo: ci siamo affrancati nel 2024, abbiamo preso 5 miliardi di gas russo, ma è stato quasi completamento girato all’Austria. L’Italia sotto l’aspetto della quantità non ha problemi, mentre sotto il profilo del prezzo siamo sottoposti al prezzo internazionale”.
Per quanto riguarda gli stoccaggi, il ministro Pichetto ha spiegato che “siamo sopra la media europea. Dovendo tutti ricostituire le scorte, il rischio è che ci sia una pressione di mercato. Vedremo cosa accadrà in Germania con la costituzione del nuovo governo, ma penso che Italia e Germania, essendo grandi consumatori di gas, debbano chiedere all’Europa di abbassare i livelli di stoccaggio. Significherebbe qualche decina di milioni di metri cubi in meno e prezzi meno sotto pressione”.