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JET Reattore Nucleare

Il ritorno del nucleare italiano è sempre più vicino (anche grazie alla fusione)

Per il ministro Pichetto “abbiamo il dovere di partecipare alla ricerca e alla sperimentazione anche nel campo della fissione di ultimissima generazione così come della fusione, finché l’energia nucleare, che assicurerà energia pulita illimitata, diventerà realtà”

Ieri è stata una giornata molto importante per il settore dell’energia nucleare: il consorzio europeo Eurofusion ha annunciato che, nel suo ultimo esperimento denominato “Dte3”, il reattore sperimentale JET (Joint European Torus) ha prodotto 69 megajoule per 5 secondi con 0,2 milligrammi di combustibile. Secondo gli scienziati europei, “il JET ha dimostrato la capacità di generare energia da fusione in modo affidabile”. L’esperimento ha superato il record ottenuto dalla stessa macchina nel 2022, con la produzione di 59 megajoule.

IL PROGETTO JET – JOINT EUROPEAN TORUS

Il Joint European Torus è il risultato di una grande collaborazione da parte di più di 300 ricercatori di 31 Paesi europei coordinati dal consorzio Eurofusion. Di quest’ultimo l’Italia è partner con Enea, Consiglio nazionale delle Ricerche, consorzio Rfx e alcune università.

II JET è un tokamak, ovvero un reattore dalla struttura toroidale che ricorda la forma di una ciambella, all’interno della quale un potente campo magnetico contiene il plasma, ossia lo stato della materia che si ottiene all’interno del reattore, quando temperature altissime accelerano il movimento di atomi simili all’idrogeno in modo da avvicinarli fino farli fondere.

IL “CANTO DEL CIGNO” DEL REATTORE NUCLEARE JET

Quello di ieri è stato l’ultimo grande successo del reattore sperimentale JET, una delle più grandi e potenti macchine per la fusione del mondo. Il reattore, infatti, alla fine del 2023 è andato in pensione, dopo 40 anni di attività nel Regno Unito, presso il sito dell’Autorità Britannica per l’Energia Atomica (UKAEA). Il record annunciato ieri è stato ottenuto il 3 ottobre 2023, poco prima che questa storica macchina andasse in pensione.

Per il ministro britannico per il Nucleare e le Reti, Andrew Bowie, si è trattato di “un canto del cigno, ma la storia non finisce qui”, ha aggiunto riferendosi al nuovo programma per la fusione, nel quale il governo ha impegnato 650 milioni di sterline da investire in ricerca e nuove infrastrutture.

COME AVVIENE LA FUSIONE NUCLEARE

“Nella fusione – ha spiegato Enea – l’energia scaturisce dall’unione di due nuclei di elementi molto leggeri quali, ad esempio, l’idrogeno; dalla reazione scaturiscono un neutrone e l’elio, un gas nobile ampiamente utilizzato nella vita quotidiana. Non vengono prodotte emissioni di gas serra, né rifiuti radioattivi che restano tali per millenni, escludendo così la possibilità di incidenti che coinvolgano la popolazione ed eventuali criticità future da materiali residui: infatti, gli unici materiali radioattivi (la parte di combustibile costituita da trizio e i prodotti di attivazione generati durante il funzionamento) sono all’interno della camera di reazione che non ha contatti con l’esterno”. La fusione registra anche altri vantaggi, come “il rispetto dell’ambiente e zero impatto da estrazione dei combustibili, la sicurezza intrinseca e lo sviluppo di tecnologie innovative applicabili in numerosi campi”.

Il passaggio dalla reazione di fusione alla produzione di energia elettrica avviene “attraverso i neutroni generati dall’unione fra il deuterio e il trizio: l’energia dei neutroni viene depositata all’interno del mantello della camera di reazione dove viene trasformata in vapore che alimenta una gigantesca turbina per produrre energia elettrica. L’elio che residua nei diversi passaggi del processo viene smaltito senza problemi. La caratteristica della fusione è la capacità di autosostenersi grazie all’energia prodotta nella fusione stessa; tuttavia, il processo va costantemente alimentato iniettando gas di deuterio e trizio nella camera di reazione e rimuovendo l’elio prodotto. Infatti, se l’iniezione cessa, la reazione si spegne immediatamente. Da qui l’intrinseca sicurezza del sistema”.

ANSALDO NUCLEARE: PRONTI A CONTRIBUIRE A SVILUPPO EUROPEO DEGLI SMR

Ieri invece il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha incontrato Fabrizio Fabbri, amministratore delegato di Ansaldo Energia, e Daniela Gentile, amministratrice delegata di Ansaldo Nucleare, per discutere del supporto alla crescita del Paese, delle attività di ricerca e sviluppo su nuove forme di produzione di energia a basso impatto di CO2 e delle prospettive del ruolo del nucleare nello scenario italiano ed europeo.

Durante l’incontro è stato discusso l’annuncio dell’alleanza europea sugli SMR, comunicata martedì scorso dalla Commissione europea. Ansaldo Nucleare ha confermato al ministro Pichetto che parteciperà a questa alleanza con il suo know-how e le sue competenze tecnologiche, dopo aver contribuito in maniera determinante alla sua creazione.

Con EDF e Edison, Ansaldo Energia sta lavorando su potenziali cooperazioni industriali per lo sviluppo dell’energia nucleare in Europa, in particolare nel campo degli Small Modular Reactors, mentre  con Westinghouse e altri partner europei sullo sviluppo e la realizzazione dei Lead-Cooled Small Modular Reactors, piccoli reattori modulari di IV generazione raffreddati a piombo.

L’ALLEANZA INDUSTRIALE EUROPEA SUI PICCOLI REATTORI MODULARI

“Abbiamo deciso di istituire un’Alleanza industriale sui piccoli reattori modulari per facilitare il dispiegamento dei primi reattori entro il 2030”, ha annunciato il commissario europeo all’Energia, Kadri Simson. Simson ha spiegato che i nuovi reattori saranno realizzati “nei Paesi che sceglieranno di farlo, nel rispetto dei più alti standard di sicurezza nucleare e di sostenibilità ambientale. Anche questa è una tecnologia in cui l’Europa ha competenze significative e una catena del valore. Questa settimana – ha aggiunto Simson – la Commissione europea aprirà un bando per riunire tutte le parti interessate” , al fine di “rafforzare la posizione europea e il mercato emergente”.

IL MINISTRO PICHETTO IN VISITA AL CENTRO ENEA DI FRASCATI

Due giorni fa, invece, il ministro Pichetto ha visitato il Centro di ricerche ENEA di Frascati, in particolare alcuni laboratori impegnati in attività sulla fusione nucleare. “Con molto piacere – ha spiegato Pichetto – sono venuto per ringraziare tutti i ricercatori, tecnici e addetti che sono qui impegnati nel grande sforzo della ricerca e dello sviluppo tecnologico nel campo dell’energia nucleare. Si tratta di una sfida cruciale, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione, sia dal punto di vista qualitativo, perché è a emissioni zero, che quantitativo, perché consente di dare continuità su scala globale, ovviando al limite intrinseco delle rinnovabili che invece sono discontinue, ma anche sotto l’aspetto della sicurezza, su cui ENEA è in prima linea”.

Per il ministro “occorre andare avanti su questa strada. Per questo a settembre abbiamo istituito al MASE la Piattaforma per il nucleare sostenibile, presidio di competenze tecniche a livello nazionale. Il nostro obiettivo è di mettere insieme istituzioni, enti universitari e di ricerca, aziende private intorno all’ipotesi di ritorno dell’Italia al nucleare. Nel frattempo – ha concluso Pichetto – abbiamo il dovere di partecipare alla ricerca e alla sperimentazione anche nel campo della fissione di ultimissima generazione così come della fusione, finché l’energia delle stelle, che assicurerà energia pulita illimitata, diventerà realtà. Anche grazie al contributo della ricerca scientifica italiana”.

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