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idrogeno

Il ruolo dell’idrogeno nella decarbonizzazione della rete del gas europea

Ad oggi il settore industriale europeo è l’unica fonte certa di domanda di idrogeno, ed è concentrato in Germania, Olanda, Francia, Spagna, Italia e Regno Unito

Lo scorso 11 aprile il Parlamento europeo ha adottato la Direttiva Gas Rinnovabili, Naturali e Idrogeno (RNGH) e il Regolamento RNGH e il giorno successivo ha pubblicato entrambi i documenti. Una volta approvati dal Consiglio e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea – cosa che avverrà entro giugno – il Pacchetto, insieme al Regolamento TEN-E, costituirà il nuovo quadro normativo, disciplinando la costruzione e l’accesso alle reti dell’idrogeno, oltre che la riconversione e lo smantellamento, e l’accesso alle reti del gas naturale nell’Unione europea.

Un paper dell’Oxford Institute for Energy Studies analizza l’impatto di questo quadro sulle reti di gas naturale esistenti e sulla rete emergente dell’idrogeno, e cerca di stabilire se le regole garantiscono flessibilità e sicurezza dell’approvvigionamento.

L’EUROPA AVRÀ DUE RETI DEL GAS: GAS NATURALE E IDROGENO

Sebbene sia accettato che ci saranno due tipi di reti del gas in Europa, la topologia, le dimensioni e la scala della rete europea dell’idrogeno attualmente sono sconosciute, e saranno determinate dalle effettive domanda e offerta di fonti rinnovabili e a basso consumo. Questi fattori avranno un impatto anche sulle reti europee del gas naturale, alcune delle quali dovranno essere riconvertite al trasporto di idrogeno (o della CO2) o smantellate.

Ad oggi, il settore industriale europeo – in particolare la raffinazione del combustibile e la sintesi dell’ammoniaca – è l’unica fonte certa di domanda di idrogeno ed è concentrato in Germania, Olanda, Francia, Spagna, Italia e Regno Unito. Una domanda aggiuntiva potrebbe provenire da altre applicazioni industriali – come la produzione dell’acciaio – e da settori non industriali, sebbene le stime per questa domanda differiscano ampiamente.

LE SCELTE A DISPOSIZIONE DELLE INDUSTRIE

Le industrie dovranno scegliere se decarbonizzare attraverso l’idrogeno rinnovabile, quello a basso contenuto di carbonio o entrambi. I requisiti infrastrutturali saranno diversi, poiché l’idrogeno rinnovabile richiederebbe una maggiore capacità di generazione di energia rinnovabile e l’installazione di elettrolizzatori, mentre quello a basso contenuto di carbonio richiederebbe la costruzione di strutture CCS e reti di trasporto di CO2.

Queste scelte determineranno i primi contorni della rete europea dell’idrogeno, avendo quindi un impatto anche sulla sua futura topologia, scala e tempistica, oltre che sulla forma della rete del gas naturale, influenzando quanto (o quanto poco) di essa dovrà essere adattato, riadattato o dismesso.

LE CARENZE DEL QUADRO NORMATIVO EUROPEO

Il documento dell’OIES ha individuato diverse carenze associate al nuovo quadro normativo Ue per i gas naturali e rinnovabili e l’idrogeno, costituito dalla direttiva RNGH, dal regolamento RNGH e dal regolamento TEN-E. Queste carenze potrebbero limitare lo sviluppo flessibile e graduale delle reti dell’idrogeno, alla luce della significativa incertezza sull’offerta e sulla domanda di idrogeno in Europa. Potrebbero anche comportare l’incapacità di garantire un processo coordinato di decarbonizzazione della rete, senza incidere negativamente sulla sicurezza dell’approvvigionamento di gas naturale.

LE DEROGHE PER LE INFRASTRUTTURE DELL’IDROGENO

Il documento conclude che, sebbene la flessibilità normativa sia integrata nel quadro, stabilendo un periodo transitorio di attuazione e consentendo delle esenzioni e deroghe per le infrastrutture dell’idrogeno esistenti e nuove – e consentendo il sostegno finanziario e normativo attraverso lo status di PCI/PMI – non è sicuro che sarà sufficiente a consentire al mercato dell’idrogeno dell’Unione europea di svilupparsi su larga scala.

Il quadro inoltre non garantisce che l’introduzione graduale delle reti dell’idrogeno e l’eliminazione graduale delle reti del gas naturale – attraverso la riconversione o lo smantellamento – saranno effettuate in modo coordinato in tutta l’Ue senza incidere negativamente sulla sicurezza dell’approvvigionamento di gas naturale.

Nel complesso, il quadro sembra essere costruito sulla premessa che il mercato dell’idrogeno nell’Ue si svilupperà rapidamente e su larga scala, ma è privo di un “cuscinetto di sicurezza”. Nello specifico, non garantisce la riconversione coordinata delle reti del gas naturale che potrebbe essere ancora necessaria, qualora lo sviluppo del mercato fosse più lento e graduale. Il quadro attuale, ovviamente, potrà essere adeguato e continuerà a restare nella fase “work in progress” almeno fino al 2030, poiché nei prossimi codici di rete, negli anni 2020, verranno stabilite ulteriori regole, man mano che il mercato si espanderà.

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