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Illuminazione

Illuminazione pubblica, ecco i nuovi Criteri Ambientali Minimi

In vigore il decreto sui Criteri Ambientali Minimi, una novità per l’Italia e il primo passo verso un occhio un integrazione dell’Ambiente all’interno del settore degli appalti pubblici e privati

 

Il 19 ottobre scorso è entrato in vigore il decreto 27 settembre 2017 del Ministero dell’Ambiente riguardante “Criteri Ambientali Minimi per l’acquisizione di sorgenti luminose per l’illuminazione pubblica, l’acquisizione di apparecchi per illuminazione pubblica, l’affidamento del servizio di progettazione di impianti per illuminazione pubblica”.

Esso riguarda principalmente tre ambiti: durata e affidabilità degli impianti, gli aspetti sociali connessi agli appalti pubblici, l’innalzamento – per ciò che concerne l’efficienza energetica – delle prestazioni richieste.

Anche l’aspetto dell’inquinamento è trattato, con una divisione in zone delle aree da illuminare, precisando per ogni area il livello massimo di diffusione dall’alto della luce. I nuovi CAM affrontano, inoltre, la questione sociale degli “appalti verdi”, con la necessità di vigilare sui candidati affinché non utilizzino modelli illeciti, ma anche un processo per gli “appalti sostenibili”, effettuati e regolati dalle principali convenzioni ONU sui diritti dei lavoratori che difendono i produttori nazionali dalla concorrenza basata sullo sfruttamento dei lavoratori o sul mancato rispettGIAN-LUCA-GALLETTIo di dignità umana.

Ci sono, all’interno del decreto anche alcune modifiche ai CAM, riguardanti le prestazioni degli apparati attraverso l’aggiornamento di due indici, la durabilità e il tasso di guasto di tutti i corpi illuminati e l’efficienza energetica.

Grazie a questo nuovo decreto, si è avuto modo di stimare un risparmio economico possibile in circa 500 milioni di euro l’anno per gli enti locali, a cui corrisponderebbe anche una riduzione consistente dei consumi energetici delle emissioni di gas serra.

“E’ una novità” spiega il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti alla luce del nuovo decreto “che acquisisce ancor più importanza a seguito dell’approvazione recente del nuovo Codice degli appalti, che rende obbligatoria l’applicazione di questi criteri”.

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