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IMBALLAGGI

Imballaggi, l’Europa e l’Italia dichiarano guerra alla plastica

Il nuovo regolamento europeo prevede degli obiettivi crescenti di riduzione degli imballaggi e obbliga i Paesi Ue a diminuire in particolar modo la quantità di rifiuti da imballaggio in plastica

L’obiettivo è avere un’Europa con meno plastica, nell’ottica di andare sempre più verso un futuro meno inquinato e più sostenibile. Nei giorni scorsi il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sul regolamento sugli imballaggi per contrastare l’aumento dei rifiuti di imballaggio e promuovere l’economia circolare. Il regolamento prevede degli obiettivi crescenti di riduzione degli imballaggi (del 5% entro il 2030, del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040) e obbliga i Paesi Ue a diminuire in particolar modo la quantità di rifiuti da imballaggio in plastica.

LE NORME SUGLI IMBALLAGGI IN PLASTICA

Il regolamento prevede il divieto degli imballaggi in plastica monouso: da quelli per frutta e verdura fresca non trasformata, per alimenti e bevande riempiti e consumati nei locali alle monoporzioni come condimenti, panna, zucchero, fino ai prodotti da toilette in plastica che si utilizzano negli alberghi.

LA REAZIONE DELL’ITALIA

Alcune richieste fatte dall’Italia sono state accolte, come ad esempio la previsione di deroghe per alcuni obiettivi sul riutilizzo degli imballaggi, ma i divieti per determinati imballaggi monouso non soddisfano il nostro governo. Per il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, “il divieto per gli imballaggi monouso di frutta e verdura fresca sotto 1,5 kg è inaccettabile. Auspichiamo che il Consiglio europeo consideri gli sforzi del Parlamento europeo, che aveva votato per una maggiore flessibilità contro il divieto di imballaggi monouso nell’ortofrutta”.

Il ministro dell’Ambiente e Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha commentato invece che “l’obbligo di ricorrere al riuso, quando non sussistono vere motivazioni ambientali, è stato attenuato, e allo stesso tempo si conferma un approccio ambizioso nella riduzione dei rifiuti da imballaggio”. Infine, secondo il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, “si potrebbe migliorare ulteriormente il testo, ad esempio per quanto riguarda l’imballaggio dei prodotti monouso. Dobbiamo far convivere il riciclo e il riuso, e su questo abbiamo allargato il consenso”.

LE ECCEZIONI E LE DEROGHE DEL REGOLAMENTO UE SUGLI IMBALLAGGI

Patrizia Toia, europarlamentare del Pd e relatrice per la Commissione Industria, ha illustrato alcune deroghe del regolamento: “sono salvi i cartoni del latte, gli imballaggi in plastica monouso compostabile e quelli in plastica per frutta e verdura sotto gli 1,5 kg se necessari per evitare perdita di peso, acqua e turgore”. Salve anche le bottiglie di vino e di altre bevande, deperibili e alcoliche. Per Toia “è stato un negoziato lungo e durissimo, ma alla fine possiamo dire di aver raggiunto risultati importanti e utili per il sistema italiano. E’ stata superata la contrapposizione tra riciclo e riuso. Abbiamo ottenuto l’esclusione dagli obblighi di riuso del take away, del cartone, di bevande come latte e altre altamente deperibili, vini e altre bevande alcoliche”. Per il resto, ha concluso l’europarlamentare, “i Paesi membri avranno la facoltà di derogare dagli obblighi per gli operatori dei settori coinvolti, se i singoli materiali di imballaggio abbiano raggiunto e superato del 5% gli obiettivi di riciclo definiti dalla normativa vigente”.

LE ALTRE REGOLE

Le nuove regole prevedono anche delle restrizioni sul contenuto di Pfas sugli imballaggi che sono a contatto con gli alimenti e nuovi limiti allo spazio vuoto degli imballaggi, per incentivare il confezionamento raggruppato (è stato fissato un rapporto massimo di spazio vuoto del 50% negli imballaggi raggruppati, per il trasporto e per il commercio elettronico). Le imprese di asporto saranno inoltre obbligate ad offrire ai clienti la possibilità di portare con sé i propri contenitori, da riempire con bevande fredde o calde o cibi pronti, senza alcun costo aggiuntivo.

IL TAX CREDIT ANTI PLASTICA MONOUSO

Intanto, giovedì scorso, il MASE ha licenziato il decreto che dà attuazione al nuovo tax credit anti-plastica monouso. Una volta ricevuto il parere positivo della Corte dei Conti, il testo verrà pubblicato. Il tax credit prevede uno stanziamento di 9 milioni di euro per il credito d’imposta del 20% (fino a un massimo di 10.000 euro), che coprirà le annualità 2022, 2023 e 2024. La misura potrà essere richiesta dalle imprese (soprattutto del settore ristorazione) che utilizzano prodotti come bicchieri, tazze e contenitori in plastica per alimenti. Sono incluse solo le spese effettuate dopo l’entrata in vigore del Dlgs, quindi a partire dal 15 gennaio 2022.

COME RICHIEDERE IL TAX CREDIT

Per ricevere il contributo servirà un’autocertificazione sulle spese, firmata dal presidente del collegio sindacale, da un revisore legale o da un professionista abilitato, in cui bisognerà specificare i prodotti effettivamente utilizzati. Oltre all’autocertificazione andrà allegata la certificazione “che i prodotti acquistati sono riutilizzabili o realizzati in materiale biodegradabile e/o compostabile, certificato secondo la normativa Uni En 13432:2002”. Il materiale andrà trasmesso per via telematica, attraverso una procedura gestita da Invitalia.

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