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Russia

L’Ue investe in batterie mentre la Cina “invade” la Russia

L’Ue punta sulle fabbriche di batterie ma l’esodo delle case automobilistiche occidentali dalla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina ha aperto la strada alla concorrenza cinese e favorisce Mosca

Le fabbriche di batterie spunteranno come funghi nell’Unione Europea, ma la Russia è sempre più cinese. L’Ue punta sugli stabilimenti che producono il cuore pulsante delle auto elettriche per rispondere all’Inflation Reduction Act Usa e al predominio cinese. Tuttavia, la vendita di fabbriche e altre attività in Russia rischia di penalizzare le case automobilistiche occidentali e favorire Mosca e Pechino.

BATTERIE, LA MAPPA DEI NUOVI IMPIANTI

Sono diversi gli impianti in programma nei prossimi anni nei principali Stati europei.
In Italia attualmente sono previste tre nuove infrastrutture. Entro il 2024 a Scarmagnano sarà operativo l’impianto Italvolt da 45 GWh, costato 3,5 miliardi di euro. Sempre entro la stessa scadenza, a Terevola accenderà i motori lo stabilimento di Faam da 570 milioni di euro, con una capacità di 8GWh all’anno. Infine, nel 2026 aprirà lo stabilimento di Termoli di Acc, costato più di due miliardi di euro, con una capacità stimata di 40 Gwh.

In Francia partiranno a breve le attività dell’impianto di Douvrin, mentre a Dunkerque l’azienda Taiwan ProLogium sta cercando di ottenere dal governo sussidi per una fabbrica di batterie da 48 GWh che partirebbe dal 2026. Nello stesso luogo la startup Verkor vorrebbe realizzare un impianto con una capacità di 12 GWh, che rifornirebbe principalmente Renault. Il prossimo anno a Douai partirà l’impianto di China’s Envision, costato 2 miliardi, che produrrà 9 Gwh.

Spostandoci in Germania, Nothvolt è in attesa del via libera per sussidi da 600 milioni di euro per costruire un impianto a Heide. Nel 2025 a Kaiserlautern inizierà la produzione una gigafactory da 40 GWh di Acc. A Lauchhamer nasceranno due nuove fabbriche. La prima avrà una capacità stimata di 24 GWh e prenderà il via alla fine dell’anno prossimo. La seconda produrrà 16 GWh e sarà attiva dal 2025. Nel 2025 a Salzgitter si accenderà lo stabilimento di Volkswagen da 40 GWh. Infine, a Tubingen è in costruzione un impianto da 100 MWh, attivo dall’anno prossimo.

LA RUSSIA È SEMPRE PIÙ CINESE

L’esodo delle case automobilistiche occidentali dalla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina ha aperto la strada alla concorrenza cinese. Le imprese dell’Impero del Dragone si stanno affrettando a stringere partnership con imprese statali per assemblare automobili nelle fabbriche inutilizzate e fornire componenti. L’obiettivo è rilanciare la propria presenza sul mercato russo sfruttando la catena di concessionarie Avtodom, i brand Moskvitch, Avtotor e Avtovaz. Il risultato è che le nuove automobili che portano il nome degli storici modelli somigliano sempre meno ai loro predecessori e sono perlopiù Made in China. L’esempio più lampante arriva dall’iconica Moskvich, che avrà parti del motore e la tappezzeria di JAC Motors.

Inoltre, le cinesi stanno guadagnando sempre più quote di mercato. Le importazioni di automobili dall’Impero del Dragone a giugno sono aumentate del 42% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, arrivando a rappresentare il 49% del mercato automotive nazionale, secondo Autostat. Da gennaio a giugno 2023 le esportazioni delle case automobilistiche cinesi sono aumentate di più di sei volte rispetto al primo semestre dell’anno precedente, arrivando a toccare quota 4,6 miliardi di dollari, secondo le stime doganali cinesi. A giugno hanno superato la cifra record di 1 miliardo $. La collaborazione gioverebbe anche alla Russia, secondo Vladimir Bespalov, esperto indipendente del settore, poiché permetterebbe al Paese di cominciare a produrre nuovamente nelle fabbriche inattive e di non perdere posti di lavoro.

NAMI PRENDE LE FABBRICHE NISSAN, RENAULT E TOYOTA

Una delle prime a capitolare è stata Renault, che ha venduto al Russia’s Central Automobile and Engine Research and Development Institute (NAMI), un ente statale, la sua partecipazione nella casa automobilistica Avtovaz e la fabbrica di Mosca. Un’infrastruttura che produce 150.000 veicoli all’anno. Entro il 2024 presso lo stabilimento si produrrà la nuova Moskvich 3, l’auto della rinascita dello storico marchio nazionale, secondo il sindaco della città. Il paradosso è che secondo alcune fonti di Reuters la vettura sarebbe realizzata assemblando kit dell’azienda cinese Jac. L’azienda ha confermato di lavorare con un partner straniero, ma non ha specificato il nome.

Lo stesso NAMI ha acquistato per un euro anche gli asset di Nissan, fissando una clausola di riacquisto pari a 687 milioni di dollari. L’Istituto si è assicurato i centri di ricerca e produzione di San Pietroburgo e i punti vendita nel centro di Mosca. Qui a partire dal 2024 verrà prodotta la nuova Lada partendo dalla base dell’utilitaria cinese FAW Gruppo Bestune T77, secondo alcune fonti di Reuters.

Anche lo stabilimento di Toyota di San Pietroburgo è ora nelle mani del NAMI. Presso la fabbrica vedranno la luce nuovi modelli di auto elettriche prodotte da Avtovaz, secondo quanto ha affermato il ministero dell’industria e del commercio russo.

BMW, HYUNDAI, FORD E KIA LASCIANO IL POSTO ALLE CINESI

A Kaliningrad Avtotor, che in precedenza assemblava Bmw, Kia e Hyundai, ora realizza e vende le cinesi Kaiyi. Inoltre, l’azienda ha annunciato che presso lo stesso impianto assemblerà anche i veicoli di Baic e Shineray Group, arrivando a una produzione stimata di 80.000 vetture entro la fine dell’anno.

Anche Ford perde pezzi in Russia. Il produttore di 4X4 russo Sollers ha rilevato la fabbrica nel Tatarstan, con capacità di 85.000 vetture all’anno, dove la casa automobilistica americana produceva i suoi furgoni Transit. Dallo stabilimento usciranno i veicoli commerciali leggeri Argo e la Atlant, costruita sul modello della JAC Sunray.

LE TEDESCHE ABBANDONANO LA RUSSIA

La catena di concessionarie Avtodom si è aggiudicata le azioni delle filiali russe di Mercedes-Benz e l’impianto nella zona di Mosca dalla capacità di 25.000 unità. Il gruppo ha annunciato che sta trattando con case automobilistiche cinesi per assemblare in questo sito automobili di fascia premium.

Il gruppo Avilon ha acquistato le partecipazioni di VW in Group Rus per 140,3 milioni di dollari, secondo quanto ha rivelato una fonte a Reuters. La casa automobilistica si è assicurata anche la fabbrica di Kaluga, rinominata AGR Automotive, che produce 225.000 vetture all’anno. Lo stesso gruppo starebbe lavorando a una partnership con Chery automobile, maggiore player cinese sul suolo russo.

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