Advertisement Skip to content
Materie Prime

La partita sui minerali critici si giocherà (anche) sui fondali marini

La scelta del prossimo segretario generale dell’ISA (International Seabed Authority) potrebbe avere conseguenze economiche e ambientali significative per l’estrazione di minerali critici in acque profonde

Tra i candidati alla guida dell’Autorità Internazionale dei Fondali marini (International Seabed Authority) vi è anche una donna brasiliana che, se eletta, potrebbe rappresentare un cambiamento nel modo in cui opera l’organizzazione affiliata alle Nazioni Unite che regola l’estrazione mineraria in acque profonde.

Del resto, sempre più Paesi si concentrano sul rafforzamento della fornitura di minerali critici, fondamentali per produrre le batterie per i veicoli elettrici e per altre tecnologie.

IL CONSIGLIO DELL’ISA (INTERNATIONAL SEABED AUTHORITY)

Durante un incontro di due settimane del Consiglio politico dell’ISA, iniziato lunedì scorso, il delegato del Brasile, parlando a nome di 29 Paesi membri del Sudamerica e dei Caraibi, ha annunciato la candidatura dell’oceanografa brasiliana Leticia Carvalho a segretario generale dell’ISA. I 168 Paesi membri dell’organismo e l’Unione europea decideranno il prossimo segretario generale a luglio.

Se eletta, Carvalho probabilmente porterà ad un netto cambiamento rispetto all’amministrazione dell’attuale segretario generale Michael Lodge, il cui secondo mandato quadriennale scade a dicembre. Avvocato britannico, Lodge ha criticato l’opposizione ambientalista all’estrazione di minerali preziosi dagli ecosistemi oceanici profondi e ha attirato critiche per la sua vicinanza agli appaltatori minerari regolati dall’ISA.

L’ISA E LE CONSEGUENZE SULL’ESTRAZIONE MINERARIA IN ACQUE PROFONDE

La scelta del prossimo segretario generale dell’ISA potrebbe avere conseguenze economiche e ambientali significative per l’estrazione mineraria in acque profonde. Lo statuto dell’ente conferisce infatti al segretario generale l’autorità sulle operazioni del Segretariato e sui suoi rapporti con le compagnie minerarie. Poiché gli Stati membri di solito si incontrano solo due volte l’anno, il segretario generale si occuperà delle decisioni quotidiane su come rispondere, ad esempio, ad un incidente minerario. Il segretario generale negozia personalmente anche i termini dei contratti riservati con le compagnie minerarie.

L’IMPORTANZA DEL CONSIGLIO DELL’ISA PER IL SETTORE DEI MINERALI CRITICI

Il Consiglio dei 36 Stati membri si riunirà questo mese. Nel frattempo, la Danimarca è diventato il 25° Paese membro dell’ISA a chiedere una pausa o una moratoria sull’attività mineraria, a causa della mancanza di conoscenze scientifiche sugli ecosistemi dei fondali marini. Se gli Stati Uniti partecipano alle riunioni dell’ISA solo in qualità di Paese osservatore, il loro interesse per l’estrazione mineraria in acque profonde è in crescita. La Metals Company (TMC), un appaltatore minerario dell’ISA, ha fatto pressione sui politici statunitensi, alcuni dei quali ritengono l’estrazione mineraria in acque profonde necessaria per ridurre la dipendenza dalla Cina sui minerali critici. Pechino controlla infatti 5 contratti di esplorazione ISA, che le consentono di fare prospezioni sui minerali più di qualsiasi altro Stato.

L’INTERESSE DEI PAESI PER I MINERALI CRITICI DEI FONDALI MARINI

Gli Stati Uniti potrebbero decidere di seguire le orme di Paesi come la Norvegia, che a gennaio ha approvato l’esplorazione mineraria dei fondali marini nelle sue acque territoriali per ridurre la dipendenza dalla Cina, contravvenendo ai consigli degli scienziati governativi. Il Congresso USA, nel suo più recente bilancio della difesa, ha incluso una disposizione che richiede al Pentagono di pubblicare un rapporto sulla capacità degli States di trattare i minerali dei fondali marini.

I MINERALI CRITICI IN EUROPA

E in Europa? Nel nostro continente lo sviluppo e l’installazione di tecnologie low-carbon passerà inevitabilmente da un aumento del consumo di metalli e minerali critici. In questo scenario, come riportava l’ISPI in un articolo dello scorso gennaio, “Finlandia, Norvegia, Svezia e Groenlandia dispongono di risorse, tecnologie e competenze per poter assicurare al vecchio continente parte del suo fabbisogno nel medio-lungo periodo”.

Il problema è che la quota europea nella produzione globale di materie prime è in calo già da diversi anni. Nel 2020 l’Unione europea consumava circa un quarto dell’estrazione mondiale di materie prime, ma ne produceva solo il 3%. Inoltre, nel 2022 solo l’1,8% degli investimenti globali in attività esplorative di depositi di metalli non ferrosi era concentrato in Europa. Ciononostante, il potenziale geologico dei Paesi scandinavi costituisce una grande opportunità per l’industria mineraria europea. La superficie totale dei Paesi nordici (escluse la Danimarca e l’area della Groenlandia ricoperta dal ghiaccio), è di 1,63 milioni di kmq. In questi Paesi, inoltre, si trova il 99% delle risorse europee di niobio, PGM e vanadio, e il 90% del titanio.

LA POSIZIONE DELL’ITALIA

Per quanto riguarda l’Italia, lo scorso gennaio il ministro dell’Ambiente e della sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha partecipato al Forum sui Minerali del Futuro a Riyadh, in Arabia Saudita. Nell’occasione, Pichetto ha dichiarato che “l’Italia guarda al settore dei minerali critici con grande attenzione. In questo settore strategico il futuro è già oggi. L’industria italiana ragiona da sempre secondo la logica delle macro-regioni e delle catene del valore che permettono di unire competenze, incontro tra domanda e offerta perseguendo, attraverso partnership strategiche, gli obiettivi industriali, sociali e di decarbonizzazione. Siamo pronti a lavorare in stretta collaborazione con il settore privato, promuovendo nelle regioni produttrici di minerali critici la creazione di catene di approvvigionamento circolari, sicure e sostenibili”.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su