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Polonia

La Polonia porta il Regolamento auto davanti alla Corte Ue. Perché?

Il destino del Regolamento Ue sulle auto inquinanti è sempre più in bilico. La Polonia si opporrà presso la Corte Ue per bloccare il testo

La discussione sul Regolamento Ue delle auto endotermiche approderà in Tribunale. Il Ministro del clima polacco, Anna Moskwa, ha annunciato infatti che il suo Paese presenterà appello presso la Corte Europea contro il Regolamento Europeo che prevede il blocco alle automobili a combustibili fossili dal 2035. Quale destino attende il controverso documento?

REGOLAMENTO UE, CHIAMATA ALLE ARMI DELLA POLONIA

La Polonia chiama a raccolta i Paesi contrari per risolvere la questione delle automobili inquinanti in Tribunale. Il ministro del clima polacco, Anna Moskwa, ha confermato la contrarietà del suo Paese nei confronti della bozza di Regolamento che ha provocato una spaccatura nell’Unione Europea. Inoltre, la rappresentante della Polonia ha chiamato a raccolta gli altri 7 Stati contrari all’approvazione della normativa: Italia, Francia, Repubblica Ceca, Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia.

“Non siamo d’accordo con questo e altri documenti del pacchetto Fit for 55 e stiamo portando questo alla Corte di giustizia europea. Spero che altri paesi si uniscano”, ha affermato Moskwa a Radio Zet, secondo quanto riporta Reuters.

Tra le righe si legge anche che il Paese è critico anche nei confronti di altri dossier del pacchetto per il clima, in particolare la direttiva Euro 7.

PERCHÉ LA POLONIA È CONTRARIA?

La Polonia si è sempre opposta a ogni norma presentata da Commissione e Parlamento Europeo, votando contro l’attuale proposta di impianto normativo che prevede lo stop alle endotermiche, con l’eccezione delle vetture alimentate ad e-fuel. La ragione è che, secondo Moskwa, la proposta non considererebbe correttamente l’impatto sociale ed economico che il blocco a queste alimentazioni potrebbe avere sui singoli Stati.

A preoccupare non è soltanto la quantità di investimenti che le singole case automobilistiche dovranno mettere in campo per avviare la decarbonizzazione e la progressiva transizione verso l’elettrico, ma anche il tempo di ritorno. In altre parole, quanto tempo ci vorrà per recuperare i soldi spesi e iniziare a guadagnare. Una preoccupazione alimentata dalle parole del Ceo di General Motors, Mary Barra, la quale ha affermato che vendere un’auto elettrica a un prezzo inferiore di 40.000 euro non porta guadagni alla casa produttrice. Inoltre, Barra ha aggiunto che il prezzo delle Ev non raggiungerà prezzi “popolari” fino al prossimo decennio. Se così fosse, le case automobilistiche faticherebbero non poco a recuperare gli investimenti fatti per rivoluzionare le linee di produzione, supply chain etc.

8 CONTRO REGOLAMENTO UE E DIRETTIVA EURO 7

La critica della Polonia non si ferma al Regolamento europeo sulle auto inquinanti, ma investe anche l’altra faccia della moneta della transizione dell’automotive: la Direttiva Euro 7.

Il Regolamento sulle auto inquinanti è il dossier più caldo sul tavolo dell’Europa, ma non è certo l’unico. La direttiva che dovrebbe entrare in vigore il 1 luglio 2025 è stata definita da alcune case automobilistiche “killer delle auto utilitarie, direttiva che ritarda la transizione e discrimina le altre tecnologie”. La norma in questione prevede nuovi limiti alle emissioni di ossidi di azoto NOx, particolato e particelle prodotte da freni e batterie. Indicazioni che hanno attirato le proteste di Francia, Italia, Repubblica Ceca, Bulgaria, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia, preoccupati per il futuro dell’industria dell’automotive.

“Ci opponiamo a qualsiasi nuova normativa sulle emissioni dei gas di scarico (inclusi nuovi requisiti di prova o nuovi limiti di emissione) per auto e furgoni”, si legge nel documento, inviato alla Commissione Europea lo scorso aprile dagli 8 Paesi.

“Percepiamo l’importanza di migliorare le performance in termini di emissioni, ma i nuovi limiti dovrebbero riflettere l’attuale sviluppo dei metodi di misurazione a livello delle Nazioni Unite, includere l’applicazione della relativa fase di monitoraggio a livello delle Nazioni Unite e tenere conto delle proprietà dei veicoli elettrici”, continuano gli otto Stati.

“È fondamentale valutare correttamente l’impatto del quadro Euro 7, anche sul comportamento dei consumatori, e garantire che le nuove norme sulle emissioni siano adatte allo scopo nel senso che siano realistiche rispetto allo stato dello sviluppo tecnico e in termini di analisi costi-benefici”, concludono.

IN ITALIA INTANTO SI RIAFFACCIANO GLI INCENTIVI PER L’USATO

Mentre l’Europa discute di norme sulle nuove vetture immatricolate, in attesa di dichiarazioni dei nostri politici a proposito, in Italia si torna a parlare di incentivi per automobili usate. Infatti, gli aiuti per l’acquisto di nuove auto non hanno avuto il successo atteso e il Governo sta pensando di dirottare i circa 210 milioni di euro complessivi verso le vetture usate. Fondi che avrebbero dovuto finanziare l’acquisto di nuove automobili green, rimasti però inutilizzati.

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