Andrea Borio di Tigliole, coordinatore dell’Attività programmatica del Dipartimento Energia Nucleare dell’AIEA, ha spiegato che l’agenzia “ha rivisto la proiezione sul contributo degli SMR, che è passato dal 10% al 25%: prevediamo quindi che gli SMR al 2050 potranno contribuire per circa un quarto alla capacità nucleare installata”
Oggi, nell’aula della Commissione Ambiente della Camera, le Commissioni riunite Ambiente e Attività Produttive, in merito all’indagine conoscitiva sul ruolo dell’energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione, hanno svolto le audizioni di Massimo Garribba, Direttore generale aggiunto responsabile delle politiche EURATOM presso la DG Energia della Commissione europea, Maria Siclari, Direttore Generale dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), e del coordinatore dell’Attività programmatica del Dipartimento Energia Nucleare dell’AIEA, Andrea Borio di Tigliole.
SICLARI (ISPRA): “SIAMO COINVOLTI NELLA PIATTAFORMA NAZIONALE DEL MASE”
Maria Siclari, Direttore Generale dell’Istituto Superiore per la Protezione e la ricerca Ambientale (ISPRA), ha dichiarato che l’istituto “è stato coinvolto nella Piattaforma per un nucleare sostenibile” e che all’ISPRA è stato affidato “il compito di indagare la possibilità di utilizzare il nucleare con riferimento a tre aspetti: ambiente, comunicazione e accettabilità sociale”.
Siclari ha ricordato che l’ISPRA “ha una tradizione, perché era un’autorità di regolazione del sistema di valutazione nucleare e radioprotezione. Aveva già delle competenze perché nel 2014 è stata elaborata la linea guida numero 29, che stabilisce i criteri per il deposito superficiale dei rifiuti radioattivi di media e bassa intensità, tenendo conto degli standard tecnici e delle indicazioni che provenivano dagli organismi internazionali, dall’AIEA e anche da esperienze di altri Paesi”.
GARRIBBA (EURATOM): “FUSIONE NUCLEARE IMPORTANTE COME TECNOLOGIA PULITA”
Massimo Garribba, Direttore Generale aggiunto responsabile delle politiche EURATOM presso la DG Energia della Commissione europea, ha affermato che “la Commissione ha una vista particolare sul Piano d’azione per l’energia a prezzi sostenibili, che indica la necessità di pubblicare un nuovo piano illustrativo nucleare comunitario, che è un requisito del trattato Euratom per valutare gli investimenti necessari ai Paesi membri in vista di realizzare dei piani di sviluppo dell’energia nucleare”.
Il piano, ha spiegato Garribba, “sottolinea l’importanza della fusione come tecnologia energetica pulita di prossima generazione. Nella visione della Commissione, l’energia nucleare ha un ruolo per l’obiettivo della decarbonizzazione verso il 2050”. Nel ricordare che “al momento in Europa abbiamo 100 GW elettrici da energia nucleare, che rappresentano circa il 23% della elettricità prodotta”, Garribba ha detto di aspettarsi “che il ruolo dell’energia elettrica nel consumo finale di energia raddoppierà all’orizzonte 2040, passando dall’attuale circa 25% al 50%”.
L’ALLEANZA NUCLEARE E I REATTORI SMR
Il dirigente di Euratom ha ricordato poi che “12 Paesi hanno sottoscritto un’alleanza nucleare per promuovere il settore in Europa. E’ necessario che gli Stati membri dispongano di solide autorità di regolamentazione in materia di sicurezza nucleare, dotata di risorse sia umane che finanziarie, per sostenere qualsiasi piano di espansione nucleare”. Per Garribba l’energia nucleare “deve essere sviluppata nel modo più efficiente sotto il profilo di costi e tempi, ma soprattutto deve continuare ad essere utilizzata in linea con i più elevati standard di sicurezza e salvaguardia di materiale nucleare, garantendo una gestione sicura dei rifiuti radioattivi”.
Infine, sui piccoli reattori nucleari, “sarei un attimo prudente: le autorità di regolamentazione devono dare le autorizzazioni per la localizzazione. Essendo impianti di dimensioni minori, si può immaginare che le zone di esclusione o le misure di sicurezza che vengano prese siano di dimensione ridotte. Tuttavia, la normativa Euratom vigente, in caso di incidente, impone di evitare la dispersione di sostanze radioattive fuori dal perimetro dell’impianto”.
NUCLEARE, BORIO (AIEA): “TRA 15 ANNI PREVEDIAMO CHE CIRCA 10 PAESI OPERERANNO IMPIANTI”
“Dal 2019 c’è stato un crescente riconoscimento a livello globale del ruolo che l’energia nucleare può svolgere nella transizione energetica verso fonti a basso contenuto di carbonio”. Lo ha dichiarato il coordinatore dell’Attività programmatica del Dipartimento Energia Nucleare dell’AIEA, Andrea Borio di Tigliole. “Come AIEA – ha aggiunto Borio – registriamo una crescente richiesta di assistenza in questo ambito. Oggi ci sono 32 Paesi che sono in varie fasi del loro percorso dello sviluppo della tecnologia dell’energia nucleare: 12 sono in una fase post decisionale, 3 hanno già degli impianti in costruzione e i rimanenti sono in una fase pre-decisionale. Noi pensiamo che nei prossimi 10-15 anni circa i due terzi dei Paesi in fase post decisionale, quindi 8-10 Paesi, opereranno impianti nucleari”.
NEL 2050 POTREMMO AVERE 950 GW ELETTRICI INSTALLATI
“Le nostre proiezioni, che – ha spiegato Borio – sono basate sugli input ricevuti per canali ufficiali dei vari Paesi, prevedono, nello scenario di più alto deployment 950 GW elettrici installati al 2050 e, nello scenario di minore deployment, poco più di 500 GW, che sarebbero comunque un 40% in più rispetto alla capacità attuale installata. Noi prevediamo che i tre quarti di questa capacità nucleare sarà prodotta attraverso reattori di grande taglia, ma abbiamo rivisto la proiezione sul contributo degli SMR, che è passato dal 10% al 25%: prevediamo quindi che gli SMR al 2050 potranno contribuire per circa un quarto alla capacità nucleare installata”.