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La transizione sostenibile delle PA non è un tabù. Parola di ENEA

Le PA possono dare un contributo centrale alla transizione sostenibile, ma c’è ancora tanta strada da fare. Chi c’era e cosa si è detto durante la presentazione dei risultati del progetto ENEA “Energia e Sostenibilità per la Pubblica Amministrazione”

La transizione sostenibile delle Pubbliche Amministrazioni non è una chimera, ma servono meno burocrazia e più formazione. Lo dimostrano i risultati di ENEA ES-PA (Energia e Sostenibilità per la Pubblica Amministrazione), presentati oggi a Roma nel corso di un evento alla Camera dei deputati. Energia e Sostenibilità per la Pubblica Amministrazione ha messo in campo oltre 100 prodotti e servizi per le PA, 150 eventi formativi, progetti pilota e il Catasto energetico unico della Regione Siciliana.

SOSTENIBILITA PER LE PA, IL PROGETTO ES-PA ENEA

Più di 2.500 partecipanti, 5.000 download dei 114 prodotti disponibili. Sono i numeri principali del progetto quinquennale gestito da ENEA, finanziato con 9,7 milioni di euro del Programma Operativo Nazionale Governance e Capacità Istituzionale, per aiutare le amministrazioni regionali e locali ad utilizzare nel modo migliore le risorse europee e nazionali. Tanti i settori coinvolti: programmazione energetica regionale; sicurezza sismica; certificazione ambientale degli edifici pubblici; smart city e illuminazione intelligente; impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili; efficienza energetica e fonti rinnovabili per le PMI; economia circolare e simbiosi industriale; smart grid elettriche.

“Il progetto dimostra come i risultati della ricerca possano essere tradotti in azioni concrete sui territori attraverso pratiche sostenibili replicabili. Abbiamo lavorato con sindaci, uffici tecnici e di programmazione regionali, mettendo a disposizione personale tecnico, prodotti, servizi operativi e formativi che vanno dall’efficienza energetica all’economia circolare, fino alla smart city. Vorremmo affiancare un’attività di consulenza per sviluppare le applicazioni. ENEA potrebbe rendere sistematica quest’offerta con un piano di formazione su energia e sostenibilità. Inoltre, pensiamo a programmi di aggiornamento, ENEA si pone come partner della pubblica amministrazione per valorizzare il territorio, affiancando le amministrazioni locali” ha affermato GIlberto Dialuce, presidente ENEA.

FORMAZIONE E MONITORAGGIO, LE CHIAVI DELLA TRANSIZIONE

La formazione di manager e dipendenti è uno dei pilastri della transizione sostenibile delle PA.

“Il progetto si basa su un modello teorico e pratico, al tempo stesso, perché i colleghi di INAIL durante la formazione hanno anche realizzato diagnosi energetiche. Un modello esportato presso altre PA come Carabinieri, Difesa etc. Abbiamo lavorato sul piano tecnico dal punto di vista dell’efficienza energetica, ma anche sui manager. Un concetto importantissimo è che l’Energy Manager deve essere vicino a chi prende le decisioni, altrimenti è inutile. La piattaforma realizzata per il Patto dei sindaci ha una funzione di monitoraggio per i primi cittadini, ma anche di divulgazione degli impegni dei sindaci nei confronti dei cittadini. In questo modo si favorisce l’accettazione sociale di questi impegni”, ha aggiunto Ilaria Bertini, Direttrice Dipartimento Efficienza Energetica ENEA

QUALE TRANSIZIONE PER LE PA?

Le Pubbliche amministrazioni hanno un ruolo centrale nella transizione sostenibile, ma “devono completare un salto di qualità nella semplificazione e nella formazione del capitale umano troppo spesso indietro rispetto alle nuove esigenze”, ha affermato Erica Mazzetti, parlamentare di Forza Italia e componente VIII Commissione Ambiente.

“Un punto imprescindibile riguarda l’efficientamento di tutti gli immobili, sia pubblici, inclusa l’edilizia residenziale pubblica, sia privati, compresi quelli produttivi partendo dalla diagnosi dell’esistente”, ha aggiunto Mazzetti.

La transizione sostenibile delle PA passa necessariamente dalla collaborazione tra pubblico e privato, secondo Alessandro Morelli, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

“Il privato deve essere coinvolto perché è più libero di variare nel corso della realizzazione della progettazione, avvalendosi di competenze differenti. Cosa che spesso provoca maggiori difficoltà rispetto al privato. Sarebbe legittimo pensare che ogni anno assistiamo all’aumento naturale dei costi. In realtà per il pubblico un’opera procrastinata subisce aumenti esponenziali dei costi perché ci sono diverse variabili. Oggi non siamo in grado di definire il costo a vita intera”, ha affermato Morelli.

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