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L’acqua scarseggia e costa sempre più. Il commissario sarà sufficiente a sconfiggere la siccità?

La siccità e gli eventi estremi richiedono un approccio industriale e tecnologico completamente nuovo nella gestione del servizio idrico nazionale. Serve un approccio di sistema che includa innovazioni normative, tecnologiche e finanziarie per superare le problematiche che affliggono la rete di raccolta e distribuzione nazionale dell’acqua. Il racconto dell’Aquae World Water Day 2023 di Acea

La siccità e gli eventi estremi richiedono un approccio industriale e tecnologico completamente nuovo nella gestione del servizio idrico nazionale. Serve un approccio di sistema che includa innovazioni normative, tecnologiche e finanziarie per superare le problematiche che affliggono la rete di raccolta e distribuzione nazionale dell’acqua, sempre più simile a un colabrodo. Agricoltura ed energia non sono in competizione, anzi la cooperazione tra questi due settori porta benefici ambientali ed economici. È quanto è emerso nel corso dell’Aquae World Water Day 2023 organizzato da Acea.

UN COMMISSARIO CONTRO LA SICCITÀ

La riunione di Governo di ieri ha portato alla decisione di nominare un commissario straordinario per affrontare l’emergenza siccità. La nuova figura resterà in carica solamente fino al 31 dicembre 2023 e avrà “un perimetro molto circostanziato di competenze”.

“Abbiamo messo in campo misure straordinarie a fronte della crescita della popolazione e della diminuzione delle risorse idriche. Fino ad oggi abbiamo trascurato l’importanza di delineare una seria programmazione sull’acqua, ma le infrastrutture richiedono attenzione e impegno. Le autorizzazioni ambientali, inoltre, richiedono più di tre/quattro anni per arrivare. Il Governo ha immaginato una Cabina di Regia per programmare gli interventi e un Commissario per effettuare gli interventi. Poi abbiamo previsto una semplificazione delle norme”, ha affermato Nello Musumeci, Ministro della Protezione Civile e del Mare.
“Le 1500 dighe italiane in alcuni casi non possono assorbire l’acqua poiché l’insabbiamento riduce gli spazi dell’acqua. Le operazioni per recuperare questo materiale sono molto delicate. Inoltre, bisogna trovare nuovi siti di stoccaggio. Importante è anche riqualificare le reti perché in alcune città le perdite arrivano al 50%. Fino ad oggi è mancato un controllo sui gestori principali, perché le bollette in Italia costano tanto? Perché le procedure autorizzative richiedono tanto tempo per arrivare a compimento? Perché un depuratore rotto non viene aggiustato in tempi ragionevoli. Sono domande che dobbiamo porci. Le risorse non sono il problema principale. Dobbiamo mettere insieme enti locali, Stato e gli altri attori che operano nell’acqua”, ha aggiunto Musumeci.

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ACQUA, PROBLEMI E SOLUZIONI

L’Italia investe poco nel settore idrico ma si distingue per maggiori consumi rispetto alla media europea. Cosa fare?

“Il livello degli investimenti italiani nel settore idrico e la metà rispetto alla media Ue. Al contrario, i consumi sono maggiori del 50% rispetto alla media europea. Spezzo una lancia a favore di Roma. Gli investimenti fatti da Acea hanno permesso alla Capitale di raggiungere livelli di perdite idriche minori rispetto alla media Ue”. Lo ha affermato Fabrizio Palermo, amministratore delegato Acea.

“Sono tanti i temi da affrontare, la struttura societaria, la scarsità di gestori industriali, a fronte della sempre maggiore partecipazione delle amministrazioni locali, questo ha come conseguenza una media di investimenti più bassa rispetto all’Ue. La sempre maggiore diffusione di tecnologie contro le perdite giocheranno un ruolo cruciale. Bisogna anche riflettere sul sistema tariffario e sul ritorno economico per gli operatori, affinché siano messi in condizione di recuperare gli investimenti fatti”, ha aggiunto Palermo.

LE RISPOSTE DEGLI OPERATORI DEL SETTORE

Utilitalia ha portato la testimonianza degli operatori che lavorano nel settore dell’acqua. Il quadro che emerge non è dei migliori, soprattutto per quanto riguarda la disponibilità idrica. Già sono in movimento da alcuni mesi i camion che riforniscono le Province di Bergamo e Brescia, in anticipo rispetto al solito.

“Le imprese si sono mosse con misure tampone ma dobbiamo ripensare l’infrastruttura nazionale. In provincia di Bergamo e Brescia abbiamo già iniziato a portare acqua con i camion a causa della scarsità idrica. L’altro elemento su cui spingere è il prelievo dell’acqua a profondità maggiori, con costi più elevati. C’è bisogno però di nuove infrastrutture per risolvere i problemi strutturali, si pensi a quanto ha aiutato il dissalatore posto alla foce del Po”, ha affermato Giordano Colarullo, Direttore Generale di Utilitalia.

“L’iniziativa del Governo è un’opportunità, speriamo che anche questa non evapori come successo al Dl siccità dell’anno scorso. Le imprese sono impegnate a ridurre le perdite. Ci sono anche i temi delle opere che riguardano le interconnessioni, gli invasi e il riuso, tecnica su cui molte aziende puntano. Tutti i settori devono fare la loro parte dialogando. Il punto centrale è la risposta industriale, infrastrutturale, che va accompagnata però anche da una maggiore attenzione dei privati nella vita quotidiana”, ha aggiunto Colarullo.

ACQUA, IL POTENZIALE INESPRESSO DEL PNRR

“Nel 2022 abbiamo consumato 15 milioni di metri cubi di acqua in meno rispetto al 2021. La siccità è ormai strutturale, la prima cosa da fare è evitare di creare il panico e informare correttamente le persone attraverso tutti i canali possibili. È importante spingere gli agricoltori verso un utilizzo consapevole della risorsa idrica. Le attività messe in campo fino ad oggi però sono solo palliativi, dobbiamo puntare anche sull’utilizzo delle acque reflue”, ha affermato Lucia Capodagli, Direttore Generale Consorzio di Bonifica Emilia Romagna.

“Soluzioni a lungo termine sono creare invasi, infrastrutture sul territorio, usando meno acqua da falda. Con Il PNRR abbiamo a disposizione 50 milioni di euro di finanziamento, purtroppo non ci sono linee guida in grado di accelerare le autorizzazioni, Molti progetti sono in attesa dell’esito delle valutazioni di impatto ambientale”, ha aggiunto Capodagli.

IL RIUSO DELL’ACQUA ALLA BASE DELLA RIVOLUZIONE

“Stiamo sperimentando con l’Università di Palermo per capire come restituire le risorse che prendiamo alla Terra per creare minerali importanti come il magnesio. Gli impianti restituiranno acqua depurata utilizzabile in agricoltura. Il riuso è un elemento fondamentale per far convivere gli interessi di diversi settori produttivi. La dissalazione è uno degli elementi più trascurati, ma è fondamentale. Abbiamo apprezzato l’approccio del Governo per creare una soluzione d’insieme”, ha affermato Massimiliano Bianco, Amministratore delegato Suez Italia.

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L’AGRICOLTURA E L’ENERGIA GREEN COMBATTONO LA SICCITÀ

La convivenza virtuosa tra agricoltura e produzione di energia green genera importanti opportunità.
Tra le innovazioni più promettenti figura l’agrivoltaico, una tecnologia che permette di installare pannelli fotovoltaici sui terreni coltivati senza incidere sul raccolto. Questa innovazione porta anche benefici in termini di consumo di acqua e desertificazione. L’ombra proiettata dagli impianti riduce infatti i raggi solari che arrivano sui terreni, così facendo le colture possono crescere con una minore irrogazione.

“L’agricoltura è un asset su cui vogliamo puntare a Roma, ma deve essere sostenibile. Per il primo anno questo settore ha un segno negativo riguardo l’uso delle risorse idriche. Oggi pomeriggio abbiamo organizzato un incontro dedicato all’Agricoltura 4.0 tra start-up e agricoltori , ha affermato Sabrina Alfonsi Assessora all’Ambiente, all’Agricoltura e ai Rifiuti di Roma Capitale.

“L’agrivoltaico è una tecnologia lanciata già da qualche anni dalla Francia. Questa innovazione favorisce il recupero dell’acqua perché i pannelli sono ombreggianti. Evita la desertificazione dei terreni. L’agrivoltaico coniuga attività agricola e preservazione del suolo. L’Europa ha recentemente dato il via libera a questa promettente innovazione”, ha detto Achille Onorato, Vicepresidente di Assarmatori e Amministratore Delegato Moby.

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