Advertisement Skip to content
Acea

L’arrembaggio cinese e il protezionismo USA preoccupano l’automotive europeo

Per Acea, Cecra, Ceemet, Clepa ed Etrma “L’industria non può assorbire costi così elevati a lungo termine, soprattutto di fronte alla concorrenza “di Stati Uniti o Cina. La filiera europea dell’auto chiede “condizioni di parità globali”

Un settore già ampiamente segnato da un intero anno di lockdown, carenza dei chip, vertiginoso aumento delle materie prime, guerra e inflazione, non può resistere anche alle bordate che arrivano dalla Cina, che è pronta a spedire nel Vecchio continente diversi marchi particolarmente arrembanti e dagli USA, che al contrario ha chiuso alle nostre aziende il suo mercato, salvo non vogliano investire là.

È questo, in soldoni, il nuovo allarme lanciato dall’intera filiera automobilistica, con una nota congiunta firmata da Acea (la principale associazione dei costruttori), Cecra (concessionarie e riparatori), Ceemet (aziende metalmeccaniche), Clepa (fornitori) ed Etrma (pneumatici) in cerca del sostegno politico perché “L’industria non può assorbire costi così elevati a lungo termine, soprattutto di fronte alla concorrenza” di Stati Uniti o Cina, senza contare che i prezzi di elettricità e gas “pregiudicano la competitività globale dell’industria dell’Ue e richiedono una risposta politica globale e coordinata. Abbiamo bisogno – lamentano le associazioni – di condizioni di parità a livello globale”.

“Il rincaro dell’energia e l’aumento dei costi di produzione – spiegano le cinque – stanno mettendo a dura prova l’intero ecosistema automobilistico. Gli alti tassi di inflazione, le preoccupazioni senza precedenti sui prezzi e la fornitura dell’energia e i redditi più bassi per gli europei stanno allarmando l’intera filiera, dai più grandi produttori alle più piccole Pmi, nonché l’aftermarket”. I costi di produzione stanno “salendo alle stelle, minando la redditività e mettendo a rischio gli investimenti e la sopravvivenza stessa di industrie critiche all’interno dell’ecosistema automobilistico”. Costi che, inevitabilmente saranno “trasferiti lungo la filiera e sui clienti, in un momento in cui l’inflazione elevata sta già limitando i redditi delle famiglie europee”.

E qui entra in gioco il legislatore comunitario. Acea, Cecra, Ceemet, Clepa ed Etrma, pur apprezzando le recenti iniziative a livello nazionale ed europeo, sottolineano le “persistenti incertezze sull’attuazione e sull’efficacia” delle misure intraprese e quindi chiedono con urgenza “un dialogo strutturato”. Quanto alla transizione green “L’industria sta facendo del suo meglio per formare e riqualificare i propri dipendenti, ma non può farlo da sola. Ciò richiede anche politiche attive del lavoro da parte degli Stati membri”. Le associazioni evidenziano pure la necessità che venga garantita una parità di condizioni per evitare una concorrenza sleale tra siti di produzione in diversi Stati membri: “In questo caso, la Commissione europea ha un ruolo essenziale da svolgere”. “Abbiamo bisogno di un’azione forte e coordinata a livello Ue che sostenga sia il settore sia i consumatori. Siamo pronti a collaborare con i responsabili politici per garantire il successo della transizione alla mobilità”, concludono le 5 organizzazioni.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su