Le automobili elettriche inquinano meno delle vetture a benzina e diesel anche nei Paesi con una rete elettrica fortemente dipendente dalle fonti fossili. Una buona notizia per l’Italia, ma restano i problemi
Le automobili a spina inquinano il 30% in meno delle endotermiche anche se sono alimentate da elettricità non green. È quanto emerge da una recente ricerca di Trasport & Environment (T&E), che sconfessa il mito secondo il quale le Ev avrebbero un impatto ambientale maggiore delle vetture a benzina e diesel, se l’energia che le muove proviene da fonti fossili.
ELETTRICHE, INQUINANO TRE VOLTE MENO DELLE ENDOTERMICHE
Arrivano buone notizie per la mobilità elettrica: la rete elettrica non annulla i benefici ambientali. Infatti, lo studio di Trasport & Environment dimostra che una Ev europea è quasi tre volte meno inquinante di una vettura endotermica equivalente.
Un divario che si conferma anche nei Paesi che hanno una rete elettrica fortemente dipendente dalle fonti fossili. Sicuramente le rinnovabili aumenteranno i benefici delle Ev per l’ambiente, ma anche una vettura con una batteria prodotta in Cina che si ricarica in colonnine polacche, alimentate principalmente da carbone, emette il 37% in meno di CO2 rispetto a un’auto equivalente a benzina. Percentuale che sale fino all’83% se prendiamo in esame automobili a spina prodotte ed utilizzate in Svezia, che può contare su elettricità prodotta quasi esclusivamente da fonti green.
La seconda notizia, forse anche più rilevante, è che questo gap si allarga sempre più a favore delle automobili a spina, secondo il report. Infatti, da qui al 2030 le vetture elettriche saranno quattro volte meno inquinanti, grazie all’aumento della produzione di energia green in Europa,
ELETTRICHE VS ENDOTERMICHE, IL CONFRONTO
I processi di produzione delle vetture elettriche emettono nell’atmosfera maggiore anidride carbonica rispetto alle endotermiche, secondo lo studio. In particolare, le attività più inquinanti riguardano l’estrazione, la lavorazione, il trasporto e la produzione di batterie agli ioni di litio. Tuttavia, una volta su strada le Ev non producono altra CO2 nel corso della loro “vita”, al contrario delle automobili a diesel e benzina.
Le nuove tecnologie, i processi innovativi di riciclo e riutilizzo delle materie prime che compongono le batterie accresceranno ancora di più il gap tra elettriche ed endotermiche.
BUONA NOTIZIE PER L’ITALIA
L’Unione Europea fa passi avanti sulla mobilità elettrica ma l’Italia si conferma fanalino di coda. Infatti, Il mercato si sta allargando , ma lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica pubblica frena le vendite. I minori costi di acquisto delle auto elettriche e l’immediata disponibilità hanno contribuito alla crescita delle vendite di Ev, tuttavia siamo più lenti rispetto agli altri Paesi dell’Ue, secondo un recente studio di PwC Strategy&.
In questo quadro poco rassicurante, la ricerca di Trasport & Environment porta buone notizie per la rete elettrica italiana, che copre la maggior parte della domanda ancora con fonti fossili. Tuttavia, nel 2023 il contributo delle rinnovabili è aumentato, con un aumento della capacità di 1.092 MW, +181% rispetto allo stesso periodo del 2022, secondo i dati Terna. Le fonti green sono cresciute fino a rappresentare a marzo il 33,5% della domanda di energia, il 5% in più rispetto allo stesso periodo dello stesso anno.
Guardando al mix green, il fotovoltaico ha raggiunto la percentuale record del 30,3% dell’energia totale prodotta (+15,1% su marzo 2022), seguito da eolico (29%), idrico (18,9%), biomasse (16,8%) e geotermico (5%). L’83,8% della domanda è stata soddisfatta con la produzione nazionale, pari a 22,2 miliardi di kWh, mentre il 16,2% è arrivato dall’estero, secondo i dati Terna.