Si prevede che la domanda di elettricità si riprenderà entro il 2026 grazie alla ripresa industriale, alla crescita dei data center, alle installazioni di pompe di calore e alle vendite di veicoli elettrici
Raggiungere gli obiettivi climatici dell’Europa per il 2030 richiederà degli ingenti investimenti nell’elettricità pulita. Per facilitare questi investimenti, sono necessari programmi di riduzione del rischio sostenuti dallo Stato, come i contratti per differenza (CfD). Il loro ruolo nel sostenere le energie rinnovabili è stato consolidato dalla riforma dell’assetto del mercato elettrico recentemente concordata dall’Unione europea.
In tali sistemi sostenuti dallo Stato, la distribuzione dei costi tra il mercato e lo Stato dipenderà dall’equilibrio tra domanda e offerta. La minore domanda farà diminuire i prezzi sul mercato spot, riducendo i costi di mercato, ma aumentando quelli per gli Stati emittenti i CfD. Se l’elettrificazione della domanda energetica europea non tenesse il passo con l’espansione dell’offerta elettrica, ogni anno decine di miliardi di euro potrebbero essere incanalati attraverso contratti statali, generando costi che alla fine dovranno essere addebitati ai consumatori.
ELETTRICITÀ: CHIAREZZA NELL’OFFERTA, INCERTEZZA NELLA DOMANDA
L’Europa ha dei piani importanti per la diffusione delle energie rinnovabili, come investire ogni anno centinaia di miliardi di euro nella capacità di generazione di elettricità solare ed eolica per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione del settore energetico.
Dal lato dell’offerta, si stanno prendendo degli impegni coraggiosi: l’industria solare si aspetta che la capacità di installazione superi di gran lunga il livello necessario per raggiungere gli obiettivi Ue al 2030 per la diffusione delle rinnovabili, anche se il settore eolico, in particolare quello offshore, deve accelerare.
IL MIX DI SCHEMI PUBBLICI E PRIVATI
Questa implementazione – si legge in un’analisi del think tank Bruegel – dovrà essere finanziata attraverso un mix di schemi privati e pubblici: gli schemi pubblici probabilmente svolgeranno un ruolo più importante, soprattutto perché una riforma delle regole di progettazione del mercato elettrico europeo, concordata all’inizio del 2024, pone i contratti a lungo termine sostenuti dallo Stato al centro della politica elettrica.
Le opzioni di investimento nazionali per i Paesi europei includono meccanismi per supportare la capacità di backup, opzioni di flessibilità come le batterie e, soprattutto, dei programmi di sostegno alle rinnovabili. La sfida sarà coordinare questi investimenti nell’offerta in modo efficiente e massimizzare i benefici per i cittadini europei. Sebbene tali investimenti siano urgentemente necessari per decarbonizzare il settore elettrico, la situazione è complicata da una significativa incertezza sul futuro consumo di elettricità. Il calo dell’attività industriale durante la crisi energetica del 2022 ha portato nel 2023 alla domanda europea di elettricità più bassa degli ultimi 20 anni.
LE PREVISIONI SULLA DOMANDA DI ELETTRICITÀ
Si prevede che la domanda di elettricità si riprenderà entro il 2026 grazie alla ripresa industriale, alla crescita dei data center, alle installazioni di pompe di calore e alle vendite di veicoli elettrici. La domanda di elettricità varia anche in base a fattori esterni, tra cui l’attività economica e le condizioni meteorologiche. Più strutturalmente, però, ci si può aspettare un aumento della domanda, man mano che sempre più auto elettriche arriveranno sulle strade, le pompe di calore saranno installate nelle case, i processi industriali saranno elettrificati e l’elettricità verrà utilizzata per produrre carburanti sintetici.
Non è chiaro, però, quanto di quanto esattamente la domanda aumenterà. Sebbene il riscaldamento e i trasporti elettrificati contribuiranno in linea di principio all’aumento della domanda fino al 2030, il tasso di elettrificazione in questi settori negli ultimi anni è rimasto stagnante. Questa incertezza alimenta notevoli discrepanze tra le proiezioni ufficiali della domanda di elettricità al 2030. La domanda di elettricità nel prossimo decennio potrebbe variare fino al 20%, anche se gli obiettivi di fornitura elettrica dell’Europa sono fissi. Un potenziale disallineamento tra domanda e offerta di elettricità pulita avrà un impatto sui costi finali dell’elettricità per i consumatori, a seconda di come vengono finanziati gli investimenti nelle energie rinnovabili.
I CONTRATTI DI FORNITURA DI ENERGIA ELETTRICA
A causa del modo in cui sono concepiti i tipici contratti statali per l’elettricità, un surplus di offerta porterà ad un maggiore spostamento di denaro dai consumatori di elettricità ai produttori attraverso lo Stato. Per garantire che i costi del sistema elettrico siano pagati equamente e continuino a fornire segnali operativi e di investimento, i governi nazionali devono progettare attentamente i contratti di fornitura di energia elettrica sostenuti dallo Stato sia in termini di pagamento ai produttori che di recupero da parte dei consumatori.
I contratti statali a lungo termine sono necessari per proteggere i consumatori e stimolare gli investimenti, ma va riconosciuto che porteranno ad un cambiamento strutturale nel ruolo dello Stato nei mercati elettrici europei. Gran parte del rischio di investimento nel settore elettrico associato a potenziali squilibri tra domanda e offerta si sposterà sugli enti pubblici e potrebbe diventare passività per i bilanci statali. Una sfida fondamentale della politica energetica sarà quindi il recupero dei costi e la distribuzione dei ricavi derivanti dai contratti a lungo termine sostenuti dallo Stato per la fornitura di energia elettrica. Per gestire questa sfida, la politica dovrà trovare un equilibrio tra il funzionamento efficiente del sistema elettrico, gli incentivi agli investimenti e l’equità sociale.
LA SINCRONIZZAZIONE DELL’OFFERTA E DELLA DOMANDA DI ELETTRICITÀ
Il ruolo crescente dello Stato nel sostenere la fornitura di elettricità, dal sovvenzionare piccole quantità di produzione rinnovabile al diventare il garante centrale per la maggior parte del sistema elettrico, solleva interrogativi sul fatto che gli investimenti dei Paesi europei nel sistema energetico dal lato dell’offerta comportino dei rischi fiscali sostanziali. Se la domanda non cresce come previsto, un eccesso di offerta di elettricità (o un sottosviluppo della domanda) può essere costoso e inefficiente, portando potenzialmente a complesse questioni distributive su chi dovrebbe pagare per il sistema. Per mitigare questi rischi è necessario un migliore coordinamento tra domanda e offerta, potenzialmente attraverso stimoli mirati alla domanda di energia elettrica.
Nei mercati integrati europei dell’elettricità all’ingrosso, gli investimenti nei Paesi vicini possono avere effetti transfrontalieri significativi, che influenzano i prezzi e influiscono sul valore di mercato delle energie rinnovabili e di altre tecnologie essenziali per l’energia pulita, come le batterie. Il coordinamento è quindi importante per tutte le parti. Gli Stati potrebbero affrontare queste ricadute attraverso delle aste regionali finanziate congiuntamente e contratti sostenuti dall’Unione europea, con volumi e criteri di aggiudicazione basati su una valutazione regionale delle esigenze di fornitura di elettricità pulita. All’interno degli Stati, il coordinamento degli investimenti tra domanda e offerta potrebbe essere rafforzato introducendo degli obiettivi settoriali di elettrificazione nei Piani nazionali per l’energia e il clima (PNIEC), che dovrebbero essere allineati con quelli relativi alle rinnovabili, già riportati nei PNIEC.
LA QUESTIONE DELL’ECCESSO DI OFFERTA
Uno stimolo mirato alla domanda di elettricità potrebbe contribuire a ridurre i costi associati all’eccesso di offerta. Ad esempio, se l’elettrificazione del riscaldamento e dei trasporti avviene più lentamente del previsto, i ministeri delle Finanze potrebbero aspettarsi passività significative dai CfD. In un simile scenario, le politiche volte a promuovere una rapida elettrificazione dei trasporti e del riscaldamento non solo aiuterebbero a mitigare le emissioni, ma sarebbero anche fiscalmente prudenti, a condizione che il denaro pubblico speso per le politiche sul lato della domanda non superi la responsabilità prevista dai CfD.
Un intervento di questo tipo potrebbe semplicemente consistere nel rimuovere i costi del CfD da tutte le bollette elettriche, spostando invece la responsabilità sui bilanci nazionali. Ciò rafforzerebbe la relazione tra il calo della domanda e il calo dei prezzi, creando una spinta a breve termine per una domanda aggiuntiva attraverso l’elettrificazione dei servizi energetici. In alternativa, anziché l’intervento sui prezzi dell’elettricità, i Paesi potrebbero fornire temporaneamente ulteriore sostegno agli investimenti di capitale nelle tecnologie di elettrificazione, ad esempio attraverso dei crediti d’imposta mirati o dei prestiti senza interessi. Tuttavia, questi interventi dovrebbero comunque incentivare gli investimenti ad alta efficienza energetica per limitare le future esigenze di investimenti aggiuntivi, sia nella generazione che nelle reti.
CONCLUSIONI
L’analisi di Bruegel mostra che, se la domanda di elettricità non crescerà come previsto, la riduzione dei rischi dell’enorme capacità di fornitura di elettricità pulita necessaria per la transizione energetica potrebbe portare a dei costi annuali di decine di miliardi di euro, che verranno incanalati attraverso lo Stato, piuttosto che sul mercato. Questo rischio di trasferimento tra flussi finanziari basati sul mercato e controparti pubbliche potrebbe avere un impatto fiscale significativo e introdurre anche degli incentivi pericolosi affinché i Paesi riducano le proprie esposizioni, ad esempio cercando di gonfiare i prezzi all’ingrosso dell’elettricità o sostenendo un consumo inefficiente.
L’Europa ha bisogno di energia pulita e a basso costo per ridurre le emissioni di carbonio e rafforzare la propria sicurezza economica, ma per garantire una transizione economicamente vantaggiosa, i politici dovranno prestare attenzione alle potenziali inefficienze.
Una transizione gestita ed efficiente in termini di costi richiederà il coordinamento europeo dell’offerta, della domanda e degli investimenti nella rete di energia elettrica. L’offerta e la domanda di elettricità pulita dovranno essere sincronizzate attraverso una combinazione di interventi statali e meccanismi di mercato. Una fornitura insufficiente di energia pulita significherà il mancato raggiungimento degli obiettivi climatici, ma anche un eccesso di offerta può essere costoso.
Per gestire i costi dei programmi di riduzione del rischio delle energie rinnovabili e accelerare la decarbonizzazione del sistema energetico, dovranno essere promossi dei sistemi elettrici flessibili, potrebbero essere implementate delle politiche per incoraggiare l’elettrificazione e il recupero dei costi derivanti dai programmi di sostegno alle rinnovabili sostenuti dallo Stato dovrà essere equo.