La sostituzione di vetture endotermiche con elettriche procede a rilento, nonostante le vendite di auto a batteria sia in crescita. Il report “Vetture elettriche e Aftermarket: cosa ci riserva il futuro?” di ANFIA-Aftermarket – Area Aftermarket nella Nuova Mobilità
Solo lo 0,5% dei 41 milioni di auto del parco circolante italiano è completamente elettrica. La quota di vetture 100% elettriche (BEV) vendute è in crescita, ma non riescono a sostituire diesel e benzina. Infatti, le due alimentazioni si dividono quasi alla pari l’86% del totale. Una situazione che sembra, per certi versi, più complessa di qualche tempo fa. È quanto emerge dal report “Vetture elettriche e Aftermarket: cosa ci riserva il futuro?” di ANFIA-Aftermarket – Area Aftermarket nella Nuova Mobilità. Il parco circolante italiano diventerà elettrico? Ostacoli e prospettive.
ELETTRICHE, L’OSTACOLO DEI COSTI
I costi per il consumatore rappresentano un grande scoglio alla diffusione delle auto elettriche. In particolare, il prezzo delle vetture a batteria è la maggiore barriera contro cui si infrangono le speranze elettriche.
“Non sono al momento previste riduzioni significative, fino a quando non caleranno i costi di acquisto delle batterie. Segue il costo del bollo auto: per le vetture full-electric sono previsti 5 anni di esenzione dal pagamento, dopo i quali si pagherà il 25% della tariffa piena, calcolata in base alla potenza in kw/h con tariffa unitaria leggermente differente da regione a regione (intorno a 2,5/3,00 euro a kw/h). Fanno eccezione a questa regola Lombardia e Piemonte, per le quali, al momento, le vetture elettriche sono esenti a vita dal pagamento del bollo. Un altro aspetto da considerare è la ricarica delle batterie”, scrive Riccardo Buttafarro, Responsabile Area Aftermarket nella Nuova Mobilità di ANFIA-Aftermarket.
LE COLONNINE ELETTRICHE SCARSEGGIANO
Le infrastrutture di ricarica sono uno degli ostacoli principali all’adozione in massa di automobili elettriche. Tuttavia, attualmente c’è un grande gap tra Settentrione e Centro-Meridione. Infatti, attualmente, oltre la metà delle colonnine ad uso pubblico si trova nel Nord-Italia: 50.678, il 58% del totale secondo il report. Il 19% si trova nel Centro Italia, mentre il restante 23% sono installate nel Sud. Al contrario, sulla rete autostradale non sono installate neppure mille unità, si legge nel report.
I COSTI PER LO STATO
Se il parco circolante italiano diventasse completamente elettrico, lo Stato dovrebbe rinunciare a entrate per 38 miliardi di euro derivanti all’acquisto dei carburanti. “Questa situazione sarebbe sostenibile?”, chiede Riccardo Buttafarro.
“La spesa per i carburanti per autotrazione benzina e gasolio nel 2023 è stata di 70,9 miliardi di Euro. Analizzando questa cifra nel dettaglio, si vede che 38,1 miliardi sono dovuti ad accise e Iva (su accise e su costo industriale). I restanti 32,8 miliardi sono quelli fatturati per la produzione e la distribuzione. La parte fiscale nel 2023 è salita del 22,7% rispetto al 2022, mentre la parte industriale ha subito un calo del 18,1%”, si legge nel report.
PROSPETTIVE FUTURE
Sono due gli appuntamenti che potrebbero cambiare il panorama dell’automotive: la clausola di revisione al Regolamento Ue che prevede lo stop alle endotermiche al 2035 e le elezioni Europee. La prima potrebbe aprire la strada a carburanti alternativi all’elettrico, come i carburanti sintetici, secondo il report.
La seconda data segnata sul calendario potrebbe cambiare le carte in tavola. Infatti, se la composizione del nuovo Parlamento Europeo dovesse cambiare, le date previste fino a questo momento per l’attuazione della neutralità delle emissioni dei veicoli potrebbero essere riviste.
“Con un possibile slittamento dello stop ai motori ICE dal 2035 al 2040”, scrive Buttafarro, aggiungendo che la mossa stravolgerebbe i piani elettrici dei costruttori.