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Riserve Petrolio

Le major energetiche non hanno dubbi: “il petrolio avrà lunga vita”

Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, dopo il 2030 la domanda di carbone inizierà a calare rapidamente. Nel frattempo, l’uso di gas e petrolio resterà vicino ai livelli di picco per i prossimi due decenni

Mentre diverse organizzazioni energetiche internazionali e i principali esperti del settore prevedono che la domanda globale di petrolio entro la fine del decennio inizierà a diminuire, secondo alcune grandi major nei prossimi decenni la domanda resterà alta. ExxonMobil e Saudi Aramco sono solo alcune delle aziende che hanno affermato che continueranno a pompare petrolio in previsione della continua elevata domanda di combustibili fossili nel prossimo decennio ed oltre.

IL WORLD ENERGY OUTLOOK DELL’AIE E IL RUOLO DEL PETROLIO

Nel suo World Energy Outlook 2023, l’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) prevede che la domanda globale di petrolio e gas raggiungerà il picco alla fine del decennio, poiché i governi di tutto il mondo investono nell’aumento della loro capacità di energia rinnovabile e più consumatori adottano veicoli elettrici.

Le previsioni – scrive Felicity Bradstock su Oilprice –  si basano sulle politiche governative esistenti in tutto il mondo. Il direttore esecutivo dell’AIE, Fatih Birol, ha dichiarato che “la transizione verso l’energia pulita sta avvenendo in tutto il mondo ed è inarrestabile. Non è una questione di ‘se’, ma di ‘quanto presto’, e prima è, meglio sarà per tutti noi”.

Secondo l’AIE, dopo il 2030 la domanda di carbone inizierà a calare rapidamente. Nel frattempo, l’uso di gas e petrolio resterà vicino ai livelli di picco per i prossimi due decenni. L’agenzia ha invitato i governi e le aziende energetiche di tutto il mondo a smettere di investire in nuove attività oil e gas e ad investire nell’energia rinnovabile e in tecnologie pulite per supportare un passaggio accelerato dai combustibili fossili. L’agenzia ritiene che, se verrà fatto, ciò potrebbe determinare un calo più rapido della domanda di petrolio e gas nei prossimi decenni.

LA DOMANDA DI PETROLIO È VICINA A RAGGIUNGERE IL PICCO?

Similmente all’AIE, anche Exxon e BP ritengono che la domanda di petrolio presto raggiungerà il picco. Tuttavia, sono entrambe pessimiste su quanto calerà nei prossimi decenni. Ciò ha portato Exxon a chiedere maggiori investimenti nella produzione di petrolio per soddisfare l’elevata domanda. Una mossa che è stata ripetutamente sottolineata dal CEO di Saudi Aramco, Amin Nasser, secondo cui la pressione dell’AIE per il ritiro dei fondi da petrolio e gas è rischiosa. Nasser nel marzo scorso ha dichiarato che la transizione energetica sta fallendo e ha definito l’idea di eliminare gradualmente petrolio e gas naturale “una fantasia”, poiché la domanda continua a crescere nelle economie emergenti.

IL FINANZIAMENTO A PROGETTI FOSSILI E LA TRANSIZIONE ENERGETICA

Siamo ad un bivio, con il continuo finanziamento di nuovi progetti sui combustibili fossili che porta ad una domanda sostenuta e il passaggio al verde, supportato da investimenti pubblici e privati ​​nello sviluppo di capacità di energia rinnovabile sia nei Paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo, che riduce la domanda globale di combustibili fossili.

Quest’ultima richiederà un cambiamento radicale nei piani di investimento, oltre ad alti livelli di sostegno finanziario per i Paesi a basso reddito, che al momento non sta avvenendo alla velocità necessaria per raggiungere gli obiettivi climatici dell’accordo di Parigi. Se nei prossimi anni non avverrà nessun cambiamento del genere, le aziende come Exxon e Aramco probabilmente continueranno ad investire fortemente sull’oil e gas, il che potrebbe causare un circolo vizioso di domanda e offerta e ritardare la transizione energetica globale.

Rystad Energy stima che, entro il 2030, oltre il 75% della domanda totale sarà soddisfatta dai combustibili fossili, con un conseguente aumento delle emissioni.

LE EMISSIONI DERIVANTI DALLE ATTIVITÀ DI PETROLIO E GAS

Una parte significativa di queste emissioni avrà origine da attività upstream, in particolare dall’estrazione di idrocarburi e dal flaring di gas. Circa tre quarti di queste emissioni saranno collegate al processo di estrazione di idrocarburi, mentre il restante quarto deriverà dal flaring di gas. Si prevede che ciò contribuirà a circa 1,1 miliardi di tonnellate di anidride carbonica equivalente (CO2e) all’anno, nei prossimi anni. Ciò sottolinea la continua importanza degli idrocarburi, evidenziando al contempo la necessità per le aziende oil e gas di creare portafogli sostenibili e di ridurre le proprie emissioni Scope 1 e Scope 2 per raggiungere gli obiettivi a medio e lungo termine.

IL PERCORSO VERSO LA DECARBONIZZAZIONE

Mentre le organizzazioni upstream lavorano per trasformarsi in attori energetici integrati e decarbonizzare le loro operazioni, è fondamentale non solo raggiungere gli obiettivi di transizione, ma anche ridurre al minimo l’impronta di carbonio delle attività upstream, con l’estrazione di queste risorse che ogni anno rappresenta oltre 800 milioni di tonnellate di CO2e.

Mentre investitori e governi intensificano la loro attenzione sugli obiettivi di riduzione del carbonio, l’identificazione di bacini che possono aiutare a ridurre l’impatto complessivo delle emissioni sta diventando sempre più importante. I bacini energetici premium (PEB) – un termine coniato da Rystad Energy – sono particolarmente preziosi in quanto ricchi di riserve di idrocarburi. Inoltre, offrono il potenziale per l’integrazione di fonti energetiche a basse emissioni di carbonio.

In quanto tali, forniscono una piattaforma ideale per affrontare le sfide delle emissioni, combinando volumi sostanziali di idrocarburi con opportunità di incorporare soluzioni a basse emissioni per ridurre le emissioni complessive.

RYSTAD ENERGY: “LA DECARBONIZZAZIONE RICHIEDE INVESTIMENTI, SUPERAMENTO DELLE SFIDE GEOGRAFICHE E MODIFICA DELLE INFRASTRUTTURE”

“Alcuni bacini selezionati – ha affermato Palzor Shenga, vicepresidente Upstream Research di Rystad Energy – hanno il potenziale per gli operatori upstream di decarbonizzare continuando a soddisfare la domanda di petrolio e gas. Tuttavia, la corsa alla decarbonizzazione si basa su tre fattori cruciali: accelerare gli investimenti, superare le sfide geografiche e modificare le infrastrutture esistenti. Questi cambiamenti sono essenziali per sbloccare il pieno potenziale di questi bacini e per gli operatori upstream di raggiungere i loro obiettivi di decarbonizzazione”.

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