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Energia Solare

L’energia solare stenta a decollare a livello globale. Ecco perché

Secondo BloombergNEF, i prezzi dei pannelli dal luglio 2022 sono crollati di oltre il 60%. Le conseguenze di questo crollo ha portato le aziende europee del solare a chiedere all’Unione europea di proteggerle da quelli che definiscono “prodotti cinesi sovvenzionati dallo Stato”

Negli ultimi due anni un eccesso di offerta globale ha fatto crollare i prezzi dei pannelli solari, lasciando fasce di produttori europei non redditizi e minacciando l’ambizione del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, di trasformare l’America in una forza di energia rinnovabile. “Siamo in crisi”, ha affermato Johan Lindahl, segretario generale dell’European Solar Manufacturing Council, l’organismo commerciale dell’industria solare europea.

LE AZIENDE SOLARI RITARDANO I PROGETTI

Eppure, mentre le aziende in Europa, Stati Uniti e Cina tagliano posti di lavoro, ritardano progetti e mettono in standby gli impianti, l’abbondanza di pannelli a basso costo ha prodotto un significativo vantaggio: i consumatori e le imprese li stanno installando in numero sempre maggiore. Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, entro il 2028 l’elettricità generata dall’energia solare supererà quella eolica e nucleare. Il quadro sottolinea il dilemma che devono affrontare i governi impegnati a decarbonizzare le loro economie, ma che troveranno più difficile farlo, a meno che il passaggio dai combustibili fossili non sia accessibile per il pubblico e crei nuovi posti di lavoro.

IN EUROPA IL SETTORE IMPIEGA 800.000 LAVORATORI

I governi si trovano ad affrontare “un atto di bilanciamento delicato e difficile”, ha affermato Michael Parr, direttore del gruppo commerciale Ultra Low Carbon Solar Alliance. “Devono massimizzare la diffusione delle energie rinnovabili e la riduzione delle emissioni di carbonio, rafforzare i settori manifatturieri nazionali, mantenere bassi i prezzi dell’energia e garantire la sicurezza energetica”.

Secondo SolarPower Europe, alla fine dello scorso anno il settore – che include produttori di wafer, celle e pannelli solari, oltre alle aziende che installano i pannelli – impiegava oltre 800.000 persone in Europa. Negli Usa sono quasi 265.000 i lavoratori del settore. “C’è un eccesso di capacità in ogni segmento, a partire dal polisilicio fino ai moduli”, ha affermato Yana Hryshko, responsabile ricerca globale sulla catena di fornitura solare della società di consulenza Wood Mackenzie.

I PREZZI DEI PANNELLI SOLARI

Secondo BloombergNEF, i prezzi dei pannelli solari dal luglio 2022 sono crollati di oltre il 60%. Le conseguenze di questo crollo ha portato le aziende europee a chiedere all’Unione europea di proteggerle da quelli che definiscono “prodotti cinesi sovvenzionati dallo Stato”. Secondo le stime dell’European Solar Manufacturing Council, dal novembre scorso la capacità produttiva di pannelli solari in Europa è crollata di circa la metà, arrivando a 3 GW, a causa del fallimento delle aziende, della messa fuori servizio degli impianti o dello spostamento della produzione all’estero. In termini approssimativi, 1 gigawatt può potenzialmente fornire elettricità ad un milione di case.

Lo svuotamento avviene mentre l’Ue punta sull’energia solare, che svolge un ruolo importante nel raggiungimento dell’obiettivo di generare il 45% della propria energia da fonti rinnovabili entro il 2030. Negli Stati Uniti il governo Biden ha fissato l’obiettivo di raggiungere una rete elettrica priva al 100% di emissioni di carbonio entro il 2035.

IL RUOLO DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO NELL’ENERGIA SOLARE

Il cambiamento climatico è una sfida globale, ma i dirigenti sostengono che la difficile situazione dell’industria solare mette in luce come i tentativi di affrontarlo possano fallire lungo i confini nazionali e regionali. “C’è la politica commerciale e poi c’è la politica climatica, e non sono sincronizzate, questo è un problema”, ha affermato Andres Gluski, amministratore delegato di AES, uno dei maggiori sviluppatori mondiali di energia pulita.

Bruxelles finora ha resistito alle richieste di imporre dei dazi. Li ha imposti per la prima volta nel 2012, ma li ha invertiti nel 2018, in parte in quello che si è rivelato un tentativo riuscito di accelerare l’adozione del solare. Le importazioni cinesi oggi rappresentano la parte del leone dei pannelli solari europei. A maggio la Commissione europea ha introdotto il Net Zero Industry Act, una legge volta a rafforzare le industrie Ue dell’energia pulita riducendo la burocrazia e promuovendo una catena di approvvigionamento regionale. Gunter Erfurt, amministratore delegato dell’azienda svizzera Meyer Burger – il più grande produttore di pannelli solari del Paese – è però scettico sul fatto che ciò sarà sufficiente: “bisogna creare delle condizioni di parità”. Meyer Burger trarrebbe vantaggio se l’Ue imponesse dei dazi, perché ha operazioni in Germania.

IL PREDOMINIO DELLA CINA

Le importazioni statunitensi di polisilicio cinese per pannelli solari erano già state colpite dal divieto del 2021 sui prodotti fabbricati o provenienti dallo Xinjiang cinese a causa delle preoccupazioni sull’uso del lavoro forzato. Tuttavia, le società solari americane avvertono che le misure adottate quest’anno dall’amministrazione Biden non forniranno una protezione sufficiente.

Secondo le stime di BloombergNEF, un pannello solare prodotto in America, inclusi i sussidi dell’IRA, utilizzando celle prodotte negli Stati Uniti costa 18,5 centesimi per watt, rispetto ai 15,6 centesimi di un pannello proveniente dal sud-est asiatico e poco più di 10 centesimi di uno prodotto in Cina. Anche la possibilità di una vittoria di Donald Trump alle elezioni americane getta un’ombra sul nascente settore. In una recente manifestazione, Trump ha promesso di imporre “una moratoria immediata sulle colossali leggi socialiste di Joe Biden, come l’Inflation Reduction Act”.

Con le industrie europee e statunitensi sotto pressione, c’è grande incertezza sul fatto che le aziende cinesi sopporteranno l’attuale livello dei prezzi o ridurranno la produzione per sostenere le proprie finanze. Lo scorso marzo la cinese Longi – la più grande azienda solare al mondo – ha tagliato il 5% della sua forza lavoro di 80.000 persone. “Anche i produttori cinesi stanno lottando nell’attuale contesto di prezzi bassi”, ha affermato Marius Bakke, analista della società di consulenza Rystad Energy.

LE AZIENDE SOLARI SONO COSTRETTE A CHIEDERE PRESTITI

Mercom Capital Group ha riferito che, nella prima metà del 2024, le società solari hanno registrato l’importo più elevato di finanziamento del debito in un decennio. Nel primo semestre le società solari hanno raccolto 12,2 miliardi di dollari in 50 operazioni di finanziamento del debito, segnando un aumento del 53% rispetto agli 8 miliardi di dollari raccolti in 33 operazioni durante i primi sei mesi del 2023.

Secondo Raj Prabhu, CEO di Mercom, le società solari sono sempre più costrette a di prendere in prestito per finanziare la crescita, mentre gli investitori restano fuori a causa di diversi ostacoli del settore, tra cui gli alti tassi di interesse, una rinnovata spinta per le tariffe sulle importazioni cinesi e le imminenti elezioni presidenziali statunitensi. “L’attività finanziaria nel settore resta contenuta, nonostante i fattori positivi derivanti dall’Inflation Reduction Act e le politiche globali favorevoli”, ha affermato Raj Prabhu.

Il rapporto di Mercom mostra che nella prima metà del 2024 i finanziamenti aziendali totali nel settore solare sono stati pari a 16,6 miliardi di dollari (esclusa la Cina), con un calo del 10% su base annua nella prima metà del 2023. Il finanziamento totale include il finanziamento tramite debito, finanziamenti di venture capital/private equity e mercato pubblico (IPO).

Le aziende statunitensi hanno rappresentato 8,6 miliardi di dollari, pari a quasi la metà dei finanziamenti totali, inclusi 6 miliardi di dollari in nuovi finanziamenti tramite debito. Il numero di operazioni è aumentato del 9% su base annua, arrivando a 87; tuttavia, la dimensione delle operazioni è stata notevolmente inferiore a quella osservata nel settore nel recente passato, mentre il ritmo delle fusioni e delle acquisizioni di progetti è rallentato.

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