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Nord Stream perdite

L’esplosione ai gasdotti Nord Stream sarebbe stata provocata da un gruppo di ucraini

Secondo un’indagine della magistratura tedesca, a piazzare gli esplosivi che danneggiarono i gasdotti Nord Stream sarebbe stato un gruppo di ucraini, quasi tutti sub di una scuola di Kiev. Il principale sospettato sarebbe però ancora a piede libero

Dopo mesi di speculazioni – in cui si è ipotizzato che i responsabili fossero stati i russi, oppure la CIA, o ancora che si fosse trattato di un guasto – sembra sia arrivata una svolta nel mistero del sabotaggio ai gasdotti Nord Stream del settembre 2022.

Secondo un’indagine della magistratura tedesca, pubblicata dai media locali Die Zeit e Sueddeutsche Zeitung, a piazzare gli esplosivi che danneggiarono i due gasdotti sarebbe stato un gruppo di ucraini, quasi tutti sub di una scuola di Kiev, che partirono a bordo di una barca a vela da Rostock, nella Germania settentrionale. Nella mattinata di ieri il portavoce della procura polacca ha dichiarato di aver ricevuto il mandato di cattura per quattro cittadini ucraini.

IL SOSPETTATO NUMERO UNO DEL SABOTAGGIO AI GASDOTTI NORD STREAM

Il principale sospettato – per il quale la Corte federale di giustizia ha emesso un mandato di cattura – si chiama Volodymyr Zhuravlov ed è ucraino. Il presunto sabotatore ha respinto ogni addebito e, nonostante il mandato d’arresto sia stato trasmesso alle autorità polacche e i governi dei due Paesi stiano discutendo della sua sorte, sembra sia ancora a piede libero. La procura tedesca si era rivolta infatti ai colleghi polacchi per far eseguire la misura giudiziaria: dalla Polonia, dove risiedeva Zhuravlov, non vi sarebbe stata però alcuna reazione e il mandato, valido 60 giorni, sarebbe scaduto.

Secondo il portavoce della Procura generale di Varsavia, la partenza del sospettato è stata possibile in quanto la Germania non lo avrebbe iscritto nel registro Schengen, che riporta le persone ricercate con mandato d’arresto europeo. Per il portavoce polacco, “Volodymyr Zhuravlov ha attraversato il confine polacco-ucraino prima che avvenisse l’arresto e la guardia di frontiera polacca non aveva né le informazioni, né le basi per arrestarlo, poiché non era nell’elenco delle persone ricercate”.

IL NASCONDIGLIO DI VOLODYMYR ZHURAVLOV

L’inchiesta, che cita fonti anonime, afferma che l’ultimo luogo di residenza di Zhuravlov di cui si ha conoscenza è un paesino vicino Varsavia e che nel giugno scorso i magistrati tedeschi avrebbero chiesto alle autorità polacche di arrestare il sommozzatore. L’ufficio della Procura tedesca e quello della procura polacca non hanno commentato.

Finora non sarebbero stati emessi mandati d’arresto per gli altri due presunti componenti della squadra, anche loro istruttori di sub ucraini. Si tratta di una coppia sposata che ha affermato di non conoscere Volodymyr Zhuravlov e che il giorno dell’attacco era in vacanza in Bulgaria. Secondo i media tedeschi l’identità dei mandanti del sabotaggio resta un mistero, e nessun elemento può provare un coinvolgimento del governo ucraino (cosa tra l’altro sempre negata fermamente dal presidente Volodymyr Zelensky).

GLI UCRAINI A BORDO DELLO YACHT “ANDROMEDA”

Ecco la ricostruzione degli investigatori, che è supportata da diverse prove, tra cui tracce di Dna, impronte digitali e il ritorvamento di resti di esplosivo. All’inizio di settembre 2022 uno yacht a vela di nome Andromeda salpa dal porto di Hohe Düne, a Rostock, con a bordo 6 persone, 5 uomini e una donna. Tra loro vi è Volodymyr Zhuravlov. L’imbarcazione effettua delle soste in Danimarca, in Svezia e in Polonia, per rientrare poi a Rostock. Ad un certo momento del viaggio, secondo gli investigatori, i membri dell’equipaggio si sarebbero tuffati dallo yacht, immergendosi nel fondale marino e avrebbero piazzato gli ordigni esplosivi ai tubi delle condutture del Nord Stream sotto il Mar Baltico, ad una profondità di circa 80 metri. A bordo dello yacht gli investigatori hanno infatti rinvenuto dei residui di octogen, un potente esplosivo.

Nell’incidente vennero distrutte tre delle quattro condutture del gasdotto Nord Stream, che collegava la Germania ai giacimenti russi dell’Artico. Un progetto controverso fin dalla sua nascita, poiché rafforzava ulteriormente la dipendenza energetica dell’Europa alle forniture di gas russo.

LA PISTA CHE CONDUCE IN UCRAINA

Tornando alla ricostruzione del sabotaggio, sulla nave Andromeda gli investigatori hanno raccolto anche resti di Dna. Inoltre, un autovelox a Rügen mostra il passaggio di un’automobile ucraina, un noleggio con conducente che aveva portato in Germania una parte del gruppo. La guardia di frontiera polacca, controllando lo yacht, ha rinvenuto una serie di nomi falsi e 6 nuovi cellulari che erano stati registrati per la prima volta tutti insieme, sulla costa del Mar Baltico, proprio nel settembre 2022.
Mettendo insieme tutti gli indizi, gli investigatori sono giunti infine ad una scuola sub di Kiev, la “Scuba Family”, gestita da tre persone. I nomi risultano familiari anche all’intelligence e corrispondono ad alcune tracce lasciate sullo yacht. Tra i dipendenti della scuola c’è anche Zhuravlov.

L’INCHIESTA SUL NORD STREAM E I RAPPORTI TRA GERMANIA E UCRAINA

Nonostante la svolta nelle indagini, il governo tedesco ha detto di non ritenere che l’inchiesta della procura possa peggiorare i rapporti con Kiev. Nel corso della conferenza stampa di governo, rispondendo ad una domanda sul tema, il portavoce del cancelliere Scholz, Wolfgang Buechner, ha dichiarato che “le due cose non hanno nulla a che fare l’una con l’altra. Sosterremo l’Ucraina per tutto il tempo necessario”.

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