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Gas Europa

L’Europa cerca di riempire gli stoccaggi mentre si prepara allo stop del gas russo

L’UE potrebbe non riuscire a raggiungere i livelli necessari per affrontare l’inverno senza ulteriori shock sui prezzi e sull’offerta

Quando Gazprom, a inizio luglio, ha sospeso il flusso di gas attraverso il gasdotto Nord Stream 1, l’Unione Europea – e la Germania in particolare – si sono preparate ad un’interruzione permanente di quel flusso.
Il deterioramento delle relazioni tra Bruxelles, Berlino e Mosca ha reso lo stop al gas una chiara possibilità, ma Gazprom ha riavviato il flusso dopo la fine della manutenzione programmata, lo scorso 21 luglio.

Giorni dopo, ha affermato che avrebbe ridotto questi flussi al 20% della capacità. Nel frattempo l’UE sta cercando di riempire i suoi depositi di gas prima dell’inverno, e potrebbe non riuscire a raggiungere i livelli necessari per affrontare l’inverno senza ulteriori shock sui prezzi e sull’offerta.

Secondo Reuters, che ha citato i dati di Gas Infrastructure Europe, l’obiettivo dell’Unione Europea nel suo insieme è quello di rifornire i suoi stoccaggi di gas all’80% entro la fine di ottobre. La Germania è più ambiziosa, e prevede un livello di riempimento del 95% alla fine di ottobre.

Secondo gli analisti di Wood Mackenzie, se Gazprom continuerà ad inviare gas in Germania ai tassi attuali tramite il Nord Stream 1, l’obiettivo generale dell’UE potrebbe essere raggiunto. Gli analisti hanno affermato che, al 20% della capacità, il gasdotto Nord Stream 1 potrebbe aiutare l’UE a raggiungere un livello di riempimento degli stoccaggi compreso tra il 75 e l’80%. Tuttavia, questo lascerebbe i Paesi UE con poco gas alla fine della stagione di riscaldamento.

“Di conseguenza – ha spiegato l’esperta energetica Kateryna Filippenko – è probabile che l’Europa superi la stagione del riscaldamento con solo il 20% di gas nei depositi alla fine di marzo, un livello molto basso”.

LA SITUAZIONE DEL GAS IN ITALIA

Come ha detto due giorni fa il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, “sommando il risparmio energetico e le nuove forniture nella seconda metà del 2024 saremo totalmente indipendenti dalla fornitura di gas russa. Nel breve termine l’obiettivo è superare l’inverno 2022-2023 attraverso il piano di diversificazione, il riempimento degli stoccaggi e il piano di risparmio energetico”.

Il ministro ha ricordato che l’Italia, al momento, ha riempito i suoi stoccaggi al 71,7%. “Siamo in forte recupero e ci mettiamo sulla curva per arrivare al 90% a ottobre che è il target che ci siamo posti”. Inoltre “presto saranno attivi i due rigassificatori acquistati dall’Italia attraverso Snam, e questo, unitamente ad altre misure prese, consentirà di raggiungere l’indipendenza dalla Russia dal punto di vista del gas dal 2024”.

In ogni caso, ha rassicurato Cingolani, nell’ipotesi di uno stop alle forniture russe all’inizio dell’inverno “ci basterebbe stoccaggio fino a febbraio, a marzo ci sarebbe un piccolo deficit compensabile, e poi ad aprile i consumi andrebbero in calo”.

Ciò anche grazie al piano di risparmi, che lo stesso ministro ha dettagliato nel corso della conferenza stampa di cui fanno parte lo sviluppo di rinnovabili offshore e onshore per circa 8GW l’anno a regime dal 2023 per un equivalente di 2,5 Mld di mc, misure di contingentamento della domanda e di accelerazione dell’efficienza energetica per cui si stimano altri 2,5 mld di mc di risparmi di gas l’anno prevalentemente dovuti alla riduzione della temperatura di 1 grado nel riscaldamento residenziale pubblico e privato e di un’ora giornaliera.

Ma anche grazie allo sviluppo del biometano (2,5 mld di mc di risparmi al 2026 ma in progressivo aumento da quest’anno) e l’incremento della produzione termoelettrica a carbone e olio per le quali è stato programmato un incremento transitorio che dovrebbe garantire un risparmio di circa 2 mld di mc l’anno di gas producendo fino a 10-12 TWh l’anno rispetto al 2021.

“Stavano chiudendo le ultime centrali a carbone ma ora resteranno aperte un anno ancora, al massimo due, per avere un risparmio di 2 miliari di metri cubi all’anno di gas naturale. Certamente farà un po’ di danno ambientale ma sarà compensato dalla crescita molto più veloce delle rinnovabili”, ha commentato il ministro.

IL GNL DAGLI USA ALL’EUROPA

Nel frattempo, i livelli di stoccaggio del gas in tutta l’Unione Europea alla fine di giugno erano vicini al 60%, grazie a tassi di iniezione più elevati del solito all’inizio dell’anno, poiché le esportazioni statunitensi di GNL sono aumentate ai massimi storici.

Gli ultimi dati sulle esportazioni mostrano che gli Stati Uniti hanno fornito più GNL all’Europa nella prima metà di quest’anno rispetto all’intero 2021. L’Europa ha superato l’Asia come maggiore acquirente di gas naturale liquefatto statunitense all’inizio dell’anno e ha continuato ad essere il maggiore acquirente.

In termini assoluti, le esportazioni di GNL degli Stati Uniti verso l’Europa sono state di 37 miliardi di metri cubi nei primi sei mesi del 2022, costituendo il 68% delle esportazioni totali statunitensi di GNL. Ciò significa che le esportazioni effettive hanno superato la promessa del presidente Biden di inviare in Europa altri 15 miliardi di metri cubi di GNL in aggiunta alle esportazioni del 2021.

La cattiva notizia è che il ritmo delle esportazioni verso l’Europa è rallentato a causa dell’esplosione del Freeport LNG, che ha portato alla sospensione delle operazioni presso l’impianto fino a circa la fine dell’anno. Freeport LNG rappresenta circa un quinto della capacità di liquefazione degli Stati Uniti.

Anche a tassi più bassi, la maggior parte dell’Unione Europea sembra accumulare abbastanza gas per durare tutto l’inverno, soprattutto ora che gli Stati membri hanno concordato una riduzione volontaria del 15% del consumo di gas.

La Germania, tuttavia, sta affrontando una stagione di riscaldamento problematica. La più grande economia europea è già in crisi a causa delle minori consegne di gas russe e ha già dovuto pagare oltre 15 miliardi di dollari per salvare una delle sue più grandi società di servizi di gas, Uniper, che è crollata a causa dell’aumento dei prezzi e delle minori consegne russe.

L’UE ha anche concordato un meccanismo di solidarietà all’inizio di questa settimana, che dovrebbe aiutare i Paesi che soffrono di carenza di gas, spingendo altri ad agire per aiutare i loro vicini.

Se le forniture di gas rimarranno scarse in tutta l’UE, tuttavia, potrebbero non essere in molti a venire in soccorso della Germania, sulla base delle reazioni di alcuni membri del sud all’intera proposta di aiuto e taglio dei consumi. “L’intero sistema energetico europeo sta attraversando una crisi e, anche con il riavvio del Nord Stream 1, la regione è in una posizione difficile, con continui rischi per la sicurezza energetica”, ha affermato l’analista di Rystad Energy Karolina Siemieniuk. “I Paesi europei dovranno lavorare insieme velocemente se vogliono sopravvivere all’inverno relativamente indenni e, anche se lo faranno, è probabile che lo spettro del prossimo inverno nel 2023/24 manterrà i prezzi elevati per mesi e mesi”.

Sfortunatamente, l’unica cosa su cui i Paesi europei possono lavorare insieme è la riduzione della domanda, perché non c’è capacità aggiuntiva di GNL in arrivo ad un terminal vicino a loro in tempi brevi.
La capacità degli Stati Uniti aumenterà quest’anno, poiché il Calcasieu Pass di Venture Global metterà in funzione nuove unità di liquefazione, ma questo aumento sarà solo di circa 200 milioni di piedi cubi al giorno.

Il prossimo anno dovrebbe portare altre buone notizie per gli importatori di GNL europei, quando la capacità degli Stati Uniti aumenterà da un totale di 13,8 miliardi a 14,2 miliardi di piedi cubi al giorno. Prima, però, dovranno sopravvivere a questo inverno senza pesare troppo sui cittadini.

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