Oggi a Roma ha fatto tappa il Tour d’Europe, il progetto nato per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sul contributo che i carburanti da materie prime rinnovabili possono dare alla decarbonizzazione dei trasporti
Oggi si è svolta una delle ultime tappe del Tour d’Europe, il progetto – che attraversa 20 Paesi europei – per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sul contributo che i carburanti da materie prime rinnovabili, come l’HVO (Hydrotreated Vegetable Oil), possono dare alla decarbonizzazione dei trasporti.
CHE COS’È IL TOUR D’EUROPE
Il Tour d’Europe è organizzato da una rete diversificata di imprese, associazioni e realtà istituzionali appartenenti alla filiera dell’automotive e dei carburanti. Enilive partecipa al Tour come leader nella produzione di HVO, un biocarburante diesel ottenuto al 100% da materie prime rinnovabili, prevalentemente scarti come oli esausti da cucina e grassi animali, e residui dell’industria agroalimentare.
Inoltre, l’HVO ha il vantaggio di poter essere impiegato dalle motorizzazioni validate anche in purezza ed è compatibile con le infrastrutture di distribuzione attualmente in uso. Per il trasporto stradale leggero e pesante, oggi il biocarburante HVOlution è già disponibile in oltre 1.300 stazioni di servizio Enilive in Europa.
IL TOUR D’EUROPE A ROMA
Oggi il Tour ha fatto tappa a Roma, al Centro Congressi di Palazzo Mattei, con un incontro dedicato alla decarbonizzazione della mobilità. L’evento, promosso da Enilive, ha visto la partecipazione di Stefano Ballista (amministratore delegato di Enilive), Marco Petracchini (presidente di Enilive) e Gilberto Pichetto Fratin (ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), insieme a numerosi ospiti dalla politica, dalle università e dal settore automotive.
AUTO, PETRACCHINI (ENILIVE): SERVE STRATEGIA DI DECARBONIZZAZIONE CHE CONSIDERI I BIOCARBURANTI
“I veicoli del Tour d’Europe – ha dichiarato il presidente di Enilive, Marco Petracchini – vanno dimostrano la disponibilità immediata dei biocarburanti e il loro potenziale dal punto di vista tecnologico e industriale, ma anche dell’impatto in termini ambientali. Da questo punto di vista, anche per Enilive è stato naturale accettare e abbracciare con convinzione questo progetto. Auspico che la giornata di oggi possa essere un ulteriore testimonianza dell’impegno, da parte delle istituzioni e dell’industria europea, a sostenere una strategia di decarbonizzazione a lungo termine che tenga in debita considerazione anche quello che è a disposizione già oggi, senza dogmi e senza preclusioni, partendo da quelle sinergie che la filiera europea dell’automotive e quella dei biocarburanti sono già in grado di porre in essere”.
BALLISTA (ENILIVE): C’È UNA SINERGIA TRA FILIERA AUTOMOTIVE E BIORAFFINAZIONE
“I biocarburanti – ha affermato Stefano Ballista, amministratore delegato di Enilive – hanno alcune peculiarità rispetto alle altre soluzioni: la prima è che possono essere utilizzati nei mezzi di trasporto esistenti, che si tratti di veicoli leggeri, trasporto pesante, trasporto marittimo o aviazione. Non serve rinnovare il parco. La seconda peculiarità è che utilizzano le infrastrutture esistenti, il network per distribuire biocarburanti è già presente. Questo li rende di fatto una soluzione applicabile e disponibile oggi per avviare e accelerare il percorso di decarbonizzazione del settore dei trasporti”.
Per Ballista “è qui che nasce la sinergia tra le due filiere industriali, quella dell’automotive e quella della bioraffinazione, perché proprio il connubio tra la disponibilità di mezzi e la disponibilità di prodotti che oggi esistono ci consente di indirizzare i temi della sostenibilità ambientale, ma non solo. Una sostenibilità, per essere duratura, deve anche indirizzare le tematiche sociali ed economiche, che i biocarburanti fanno lungo entrambe le filiere. I motori a combustione sono un’eccellenza in Europa, un’eccellenza che può competere in modo distintivo in tutto il mondo. Sono un’eccellenza – e vale anche per la bioraffinazione – che abbiamo a valle di anni di professionalità, lavoro, progresso, ricerca, innovazione e investimenti. Questo è l’elemento distintivo e l’elemento di simbiosi e di sinergia tra le due filiere”.
GUSMEROLI: BISOGNA CAPIRE SE L’EUROPA CREDE ANCORA NELL’AUTOMOTIVE
“Se analizziamo la politica europea di questi anni sull’automotive, ha avuto un approccio ideologico, ma anche lontano dalla realtà, e non ha tenuto in considerazione il fatto che l’automotive è stato, sia in Italia che in Europa, il motore dell’economia del nostro continente”. Così Alberto Gusmeroli, presidente della Commissione Attività produttive della Camera.
Per Gusmeroli, “la prima cosa che bisogna capire è se l’Europa crede ancora nell’automotive perché, se l’Europa non crede nell’automotive, allora consegniamoci tranquillamente alla Cina, consegniamoci alla dipendenza dall’estero e continuiamo a distruggere il settore”.
GUSMEROLI: IL PARCO AUTO EUROPEO STA INVECCHIANDO PERCHÉ I CITTADINI NON ACQUISTANO
“Bisogna pensare a degli obiettivi di CO2 che analizzino tutto il percorso di produzione dell’auto, dal momento in cui si traggono le materie prime al momento della fine vita di un’auto. Allora probabilmente si possono fare scelte anche diverse. Bisogna pensare di ridurre la CO2 anche con passaggi intermedi: passare da Euro 6 a elettrico migliora la CO2, si parla di una diminuzione di CO2 di 10 volte”.
Secondo Gusmeroli “questo approccio ideologico del solo elettrico sta invecchiando, i cittadini europei si stanno ribellando. Non tanto attraverso il voto, ma con un altro tipo di voto, cioè non acquistando le auto elettriche. Però non stanno comprando neanche le auto termiche, e per questo il parco macchine europeo sta invecchiando paurosamente, perché la gente non cambia la sua auto”.
AUTO, PICHETTO: LA DECISIONE DELL’UE SUI BIOCARBURANTI È QUESTIONE DI INTERESSI NAZIONALE E AZIENDALI
È infine intervenuto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. “Io credo che la decisione dell’Unione europea – che ha sempre fatto resistenza rispetto ai biocarburanti – sia più una questione di interessi nazionale e aziendali, piuttosto che una questione ideologica. Certamente di ideologico c’era tutta la partita del Fit For 55, che partiva dall’assunto che la politica è in grado di leggere il futuro. Il fatto di aver previsto il divieto ai motori endotermici nel 2035 si sta dimostrando ogni giorno di più una scelta che non ha logica, un’idiozia”.
PICHETTO: LA RIDEFINIZIONE DEL FIT FOR 55 DEV’ESSERE UN IMPEGNO DEL GOVERNO
“Il fronte dei biocarburanti può dare una risposta importante: può darla come crescita di domanda e produzione a livello nazionale, così come contributo alla decarbonizzazione. Quando abbiamo redatto il PNIEC c’è stato un ampio dibattito del mio Ministero: gli esperti e i tecnici sostenevano la bontà dei biocarburanti; poi arrivavano i giuridici dicendo che non si potevano usare perché l’Ue non lo prevedeva. Noi abbiamo dovuto quindi sfumare la parte che era in contrasto con l’Unione europea, ma io credo che questo debba essere un obiettivo nazionale. In questa nuova fase della Commissione Ue, la ridefinizione del Fit For 55 prevista nel 2026 dev’essere un impegno del governo, perché è un interesse nazionale”.