Advertisement Skip to content
Rinnovabili

L’Italia investe di più nelle rinnovabili, in crescita sia l’eolico che il solare

Nel report RECAI 2022 di EY l’Italia sale dal 15° al 12° posto nella classifica, grazie alla spinta della nuova bozza del Decreto FER 2 e agli sforzi di semplificazione autorizzativa

Una forte accelerazione, da parte dei governi di tutto il mondo, sul tema delle energie rinnovabili, per ampliare le strategie e i piani in ambito energetico con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dalle importazioni di energia. È quanto emerge dalla 60° edizione del report EY Renewable Energy Country Attractiveness Index (RECAI), che classifica i primi 40 Paesi al mondo per attrattività di investimenti e opportunità di sviluppo nel settore delle energie rinnovabili, proprio in virtù delle condizioni volatili del mercato dell’energia.

IL REPORT RECAI 2022

Nel ranking di questa edizione, l’Italia sale dal 15° al 12° posto nella classifica, grazie alla spinta della nuova bozza del Decreto FER 2 e agli sforzi di semplificazione autorizzativa. Sul podio si posizionano nell’ordine gli Stati Uniti, la Cina e la Germania seguita nella top 10 da Regno Unito, Francia, Australia, India, Spagna, Giappone e Paesi Bassi.

Di fronte alle conseguenze delle tensioni geopolitiche, il tema della transizione energetica assume un ruolo sempre più prioritario e urgente nel panorama energetico mondiale ed europeo (proprio oggi si tiene a Bruxelles la riunione straordinaria del Consiglio Energia sul mercato energetico europeo). Il report EY evidenzia che, tra le sfide più significative per i Paesi, vi è la necessità di rafforzare la cosiddetta resilienza energetica: consolidare la produzione di energie rinnovabili, accelerare la diversificazione delle fonti di produzione di energia e aumentare lo stoccaggio.

“La transizione energetica rappresenta un tema centrale e prioritario soprattutto alla luce delle sfide significative che tutto il mondo, e in particolare l’Italia, deve affrontare”, ha dichiarato Giacomo Chiavari, EY Europe West Strategy and Transaction Energy Leader, che ha aggiunto: “questo si riflette negli impegni assunti per accelerare l’adozione di fonti di energia rinnovabile e ridurre la dipendenza dalle importazioni di gas. Nella presente edizione del RECAI, il nostro Paese si afferma come un attore protagonista nel palcoscenico europeo, grazie alla ricchezza di energie rinnovabili (fonte idrica, solare ed eolica), agli ambiziosi target di crescita (necessari per raggiungere rapidamente la decarbonizzazione e una maggiore indipendenza energetica) e, nel contesto attuale, ai generosi prezzi del mercato all’ingrosso”.

I RISULTATI MONDIALI: STATI UNITI, CINA E GERMANIA SUL PODIO

Se gli Stati Uniti, grazie all’Inflation Reduction Act approvato ad agosto e inteso come un punto di svolta green (in particolare nell’ambito dell’idrogeno verde) mantengono la loro posizione di vertice, al secondo posto troviamo la Cina, che continua ad accelerare la transizione verso le rinnovabili nel tentativo di raggiungere la carbon neutrality entro il 2060.

Rispetto alla scorsa edizione del RECAI, la Germania sale in terza posizione, mentre il Regno Unito scende in quarta. L’Olanda entra nella top 10 dell’indice grazie all’ambizioso programma che include un obiettivo di 70 GW di energia eolica offshore entro il 2050. Anche la Spagna sale di una posizione, dal 9° all’8° posto. Da segnalare la forte performance della Grecia, guidata da nuovi obiettivi di 15 GW di nuova energia green e 2 GW di eolico offshore entro il 2030.

L’ITALIA ACCELERA NEL RAFFORZARE IL MERCATO DELLE RINNOVABILI

In questa edizione del RECAI l’Italia passa dal 15° al 12° posto nella classifica generale, ma non solo: il nostro Paese ha registrato una delle migliori performance rispetto all’indice non solo in termini relativi agli altri Paesi, ma in termini assoluti. I fattori che hanno contribuito a questo risultato sono diversi: innanzitutto gli incentivi contenuti nella nuova bozza del Decreto FER 2, che stabilisce nuovi meccanismi di sostegno dei prezzi. Un altro aspetto significativo è stato l’annuncio di 5 GW di eolico offshore che saranno messi all’asta tra il 2023 e il 2026, e la realizzazione del primo impianto eolico offshore italiano.

Altri elementi determinanti sono la crescita delle installazioni e il rafforzamento della pipeline di progetti, sia nell’eolico onshore che nel fotovoltaico. Con riferimento all’eolico onshore, nel terzo trimestre 2022 i dati indicano 11.3 GW di capacità istallata, in aumento rispetto al primo trimestre, che registrava 11.0 GW, con una crescita del 3% di e 3.2 GW di progetti in pipeline nel 2022-2027. Nel terzo trimestre la capacità installata aumenta anche nel solare, con 23.9 GW rispetto ai 22.6 GW del primo trimestre. Una crescita del 6%, mentre si registrano 17 GW di progetti in pipeline per il periodo 2022-2027.

Un segnale positivo e incoraggiante proviene dal fronte autorizzativo: in Italia stiamo infatti assistendo ad un’accelerazione delle procedure autorizzative per agevolare la diffusione di progetti di energia rinnovabile. Si constata una semplificazione per quanto riguarda l’eolico offshore, grazie ad un’unica Autorizzazione Unica (AU) e non più concessioni demaniali, su impianti fino a 10 MW. È attesa inoltre l’emanazione della regolazione che dettaglia ulteriori forme di supporti per le rinnovabili e per le tecnologie ad esse associate (come le batterie), che potrebbero dare un’ulteriore spinta al mercato rendendo “bancabili” e scalabili alcune soluzioni ancillari alle rinnovabili.

Infine, stanno prendendo sempre più piede soluzioni che vertono sulla generazione di energia distribuita da fonti di energia rinnovabili: sono un’opportunità sia per i clienti industriali sia per i clienti retail (modello Energy Performance Contract e servizio PPU – Pay Per Use): rappresentano un mercato importante, che nel medio periodo potrebbe supportare una maggior resilienza della rete e tenuta della rete elettrica, con una generazione distribuita da fonte di energia rinnovabile.

Un quadro non semplice da analizzare si osserva nei PPA, i contratti di compravendita di energia elettrica tra privati. I prezzi particolarmente elevati dell’energia elettrica all’ingrosso e la volatilità del mercato quest’anno hanno comportato la prima riduzione del contrattualizzato su base annua dal 2013 dei PPA. Nel mercato PPA, l’Italia conferma un ruolo di spicco, posizionandosi al 12° posto (dall’11° posto del 2021). Da segnalare che il nostro Paese sta vivendo un periodo turbolento, in quanto si stanno sviluppando vari trend.

Innanzitutto, si osserva una crescente attenzione da parte dell’industria e del commercio, in quanto al crescente interesse per la decarbonizzazione ora si aggiunge la volontà di securizzare, stabilizzare e abbassare il costo di approvvigionamento dell’energia. Ci si aspetta che questo trend continuerà nel tempo, facendo ampliare la domanda e conseguentemente l’offerta di progetti RTB (Ready-to-build).

In secondo luogo, si osservano rendimenti potenzialmente in aumento per i produttori di energia da fonti rinnovabili, grazie ad un’ampia forchetta che si è creata tra il costo di produzione (LCOE) e il valore dell’energia elettrica nel mercato di scambio (PUN). Il valore a cui puntano i venditori dell’energia è raddoppiato in poco più di un anno, nonostante un costo di produzione stabile.

Infine, si registra una certa contrazione dei volumi contrattualizzati in riduzione. Fattore, questo, legato anche alla prospettiva di poter stipulare degli accordi di medio periodo in un contesto più stabile e caratterizzato da minori incertezze.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su